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ISRAELE. Gantz rinuncia, Netanyahu festeggia

21 novembre 2019, Nena News
Ieri sera il leader del partito Blu Bianco e premier incaricato ha telefonato al capo dello stato Rivlin per informarlo di non essere stato in grado di formare un governo.

Resta immutato il quadro politico israeliano, ormai da un anno in una fase di completo stallo, in particolare da quando l’ex ministro della difesa Avigdor Lieberman, leader del partito di estrema destra laicista Yisrael Beitenu, ha abbandonato la coalizione di destra religiosa guidata dal premier Netanyahu diventando l’ago della bilancia per la formazione di qualsiasi governo. E ora Israele procede verso le terze elezioni in un anno, dopo quelle infruttuose del 9 aprile e del 17 settembre. Benny Gantz infatti ha gettato la spugna. Ieri sera il leader del partito centrista Blu Bianco e premier incaricato ha telefonato al capo dello stato Rivlin per informarlo di non essere stato in grado di formare un governo.
Il suo fallimento, che segue quello di Netanyahu, era stato decretato qualche ora prima dal rifiuto di Lieberman di far parte di un governo di minoranza con l’appoggio esterno dei partiti arabi – che lui considera una “quinta colonna” all’interno di Israele – così come di un esecutivo assieme ai partiti religiosi ortodossi. Lieberman per settimane ha insistito per un accordo tra Blu Bianco e il Likud di Netanyahu. Ma il divario tra Gantz e il premier uscente, più personale che politico, non si è colmato.
Parlando in diretta televisiva ieri sera Gantz ha attaccato con forza Netanyahu che, ha detto, «conduce una campagna di odio e incitamento, il cui scopo è di giustificare che lui si aggrappi al governo di transizione contro la volontà dell’elettore». Il leader di Blu Bianco non aveva escluso la possibilità di formare una coalizione con il Likud, con la formula del premier a rotazione, ma si è scontrato con la richiesta di Netanyahu che fosse lui a guidare per primo il nuovo governo. Gantz ha sempre detto che Netanyahu deve farsi da parte e risolvere i suoi problemi con la giustizia prima di poter tornare a capo di un esecutivo.
Ad uscire meglio però è proprio Netanyahu. Rimarrà a capo del governo fino alle nuove elezioni e avrà più possibilità di manovra se e quando sarà incriminato per corruzione. Non solo, ora avrà il tempo per cercare di ricucire lo strappo con Lieberman che dura da un anno, anche se al momento i rapporti tra i due restano freddi.
Per la prima volta nella storia di Israele due candidati a premier hanno fallito, uno dopo l’altro, il mandato ricevuto dal presidente. E a partire da oggi, ci sono 21 giorni in cui ciascun deputato alla Knesset, inclusi Gantz e Netanyahu, potrà presentare una sua maggioranza. Ma dopo settimane di colloqui falliti le possibilità che questa strada porti ad un nuovo governo sono vicine allo zero. Le eventuali nuove elezioni si terranno con ogni probabilità nella prima metà di marzo 2020.