General

FOCUS ON AFRICA. Attacchi terroristici in Somalia, dialogo nazionale in Camerun

Federica Iezzi 5 ottobre 2019
La nostra rubrica del sabato sul continente africano vi porta anche in Uganda dove il governo ha messo fuorilegge l’uso civile dei berretti rossi, simbolo distintivo del People Power, il movimento di potere popolare concepito dal politico d’opposizione e pop star ugandese Bobi Wine.

Uganda
Il politico d’opposizione e pop star ugandese Bobi Wine, ha denunciato la mossa del governo di mettere fuorilegge l’uso civile dei berretti rossi, simbolo distintivo di People Power, movimento di potere popolare da lui concepito.
Il codice di abbigliamento per l’Uganda People’s Defence Forces, invece, è stato standardizzato e l’azione è stata approvata dai principali organi dell’esercito. People Power è attualmente un movimento politico in forte espansione che lotta per il futuro dell’Uganda. Bobi Wine, vero nome è Robert Kyagulanyi Ssentamu, spera di schiacciare il leader di lunga data Yoweri Museveni che ha governato il paese dell’Africa orientale per più di 30 anni.
Ha annunciato, lo scorso luglio di candidarsi alla presidenza nel 2021 e ha fatto del famoso berretto rosso la sua firma, definendolo un “simbolo di resistenza”.
Somalia
Separati attacchi terroristici in Somalia hanno preso di mira una base di forze speciali statunitensi nella città di Baledogle, nella regione di Lower Shabelle, e un convoglio militare italiano nella capitale Mogadiscio.
Non sono state segnalate vittime immediate dell’attacco.
Secondo quanto dichiarato dalla missione statunitense le forze di sicurezza hanno fermato l’attacco, alla fine fallito, grazie alla loro prontezza e risposta rapida, non permettendo agli aggressori di violare i perimetri difensivi esterni della base.
L’US Africa Command ha in seguito effettuato due raid aerei contro i combattenti di al-Shabaab in un contrattacco.
Questo attacco, sebbene inefficace, dimostra la minaccia diretta che al-Shabaab rappresenti per gli americani nella regione.
La base di Baledogle funge da campo di addestramento per i soldati somali, del Somali National Army.
Una dichiarazione della missione di addestramento dell’UE in Somalia, ha confermato l’esplosione ai danni di un convoglio italiano, in un incidente separato.
La missione italiana offre consulenza militare e fornisce addestramento all’esercito della Somalia, attualmente ancora sostenuto da circa 20.000 forze di pace africane, mentre il Paese cerca di risorgere da decenni di guerra civile.
Camerun
Il Camerun avvierà ufficialmente, la prossima settimana, un dialogo nazionale nel tentativo di porre fine al conflitto separatista nelle province anglofone del Paese.
Migliaia di persone sono morte e mezzo milione di persone sono fuggite dalle proprie abitazioni dallo scoppio degli scontri nel 2017 tra esercito regolare e combattenti armati, che invocano l’indipendenza per le due province di lingua inglese del Camerun.
I colloqui, guidati dal primo ministro Joseph Dion Ngute, si terranno agli inizi di ottobre presso il palazzo del Congresso nella capitale Yaoundé.
Il presidente Paul Biya, al potere da 37 anni, spera che i colloqui chiudano una crisi che continua a danneggiare l’economia del Paese centrafricano.
I madrelingua inglesi rappresentano circa un quinto della popolazione del Camerun, che conta 24 milioni di persone, per lo più francofone.
Gli anglofoni sono concentrati principalmente in due aree occidentali, la regione nord-occidentale e la regione sud-occidentale che sono state incorporate nello stato di lingua francese dopo l’era coloniale africana, risalente a 60 anni fa. Gran parte degli anglofoni si lamenta della discriminazione e dell’emarginazione.
In un rapporto pubblicato la scorsa settimana, l’International Crisis Group ha stimato che circa 3000 persone sono state uccise dalla violenza separatista e dalla repressione militare.
Secondo il portavoce del dialogo del governo, George Ewane, le autorità camerunesi hanno tenuto discussioni preliminari con alcuni separatisti. Dei 16 leader separatisti invitati, si contano anche quelli a capo di gruppi armati come Ebenezer Akwanga e Cho Ayaba.