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ANALISI. Nasrallah mantiene la promessa, Netanyahu minimizza, la guerra non scoppia

Stefano Mauro 3 settembre 2019
“Hezbollah ha mantenuto la parola”. La stampa israeliana ha qualificato in questa maniera l’attacco di ieri del movimento sciita ad un veicolo militare di Tel Aviv.

Una settimana dopo l’attacco israeliano in Siria ed il raid con due droni a Beirut, il movimento sciita domenica ha risposto, come promesso dal suo segretario generale Hassan Nasrallah, distruggendo un veicolo militare blindato, di tipo Wolf, dell’esercito israeliano vicino al moshav di Avivim lungo il confine e nei pressi della località libanese di Maroun Al Ras.
“Alle 16:15 l’unità dei martiri Hasan Zbib e Yasser Daher (i militari uccisi nel raid israeliano del 25 Agosto in Siria) ha distrutto un veicolo militare causando morti e feriti tra il nemico” questo il comunicato ufficiale di Hezbollah.
Il canale libanese Al Mayadeen ha riportato che “3 missili di tipo Kornet sono stati lanciati simultaneamente su un veicolo militare israeliano nei pressi della base di Avivim, a circa 2 km dal confine”, mettendo in evidenza che il commando di Hezbollah “si è infiltrato all’interno del territori di Tel Aviv, per poi dileguarsi con altrettanta facilità”.
Il governo israeliano ha imposto il silenzio stampa, vietando l’accesso a tutta l’area ai giornalisti, “per non fornire informazioni utili ad Hezbollah”. La corrispondente della radio nazionale israeliana, Orley Kalii, presente nell’area, afferma di aver visto “almeno due militari feriti portati in elicottero all’ospedale di Rambam”. Come reazione l’artiglieria israeliana ha lanciato oltre 70 colpi di mortaio nella zona di Maroun Al Ras, senza causare vittime o danni.
Sul quotidiano Rai al Youm viene messo in evidenza il fatto che “Netanyahu ha commesso un grave errore di calcolo, inviando due droni su Beirut, nella speranza di poter migliorare le sue possibilità di vittoria alle prossime elezioni legislative tra due settimane (con il Likud in netto calo), soprattutto dopo la risposta di Hezbollah”
Critico anche il quotidiano israeliano Maariv che rimprovera al primo ministro un “azzardo elettorale” con il rischio di un possibile nuovo conflitto con il Libano, dagli esiti non certo “scontati”, vista anche la dimostrazione di forza da parte del movimento sciita libanese e “l’esito già sfavorevole del 2006” .
Sempre secondo il canale libanese Al Manar, vicino ad Hezbollah, l’attacco a quel convoglio non sarebbe stato casuale ed avrebbe causato “la morte del comandante del fronte nord dell’esercito israeliano”. Un gesto che mette in evidenza la capacità sia di conoscere informazioni militari riservate, sia la precisone nel colpire un mezzo blindato, considerato “sicuro” dalle forze di Tel Aviv e, proprio per questo motivo, utilizzato lungo la zona di confine.
Netanyahu ha esortato “i propri ministri di astenersi da qualsiasi dichiarazione” ed ha annunciato che “l’esercito è in stato di massima allerta, anche se Tel Aviv interromperà qualsiasi ostilità lungo il confine perché non vuole nessuna escalation militare contro Hezbollah”. Nonostante le notizie ed i filmati trasmessi dalla stessa stampa israeliana, il portavoce dell’esercito, Avichay Adraee, ha dichiarato che “Hezbollah ha lanciato un attacco contro un mezzo blindato e contro una base ad Avivim, senza causare alcuna perdita”.
Da parte sua Nasrallah è intervenuto ringraziando il sostegno politico del presidente Aoun e del premier Hariri e dicendo che l’operazione militare “non è una semplice riposta, ma piuttosto una dimostrazione di quali sono le potenzialità e le capacità di Hezbollah verso obiettivi militari israeliani, ricordando ad Israele che il partito sciita da questo momento colpirà Israele senza temere una sua possibile risposta militare”.
Riguardo al significato dell’attacco di Hezbollah, l’analista Amin Hotheit ha dichiarato ad Al Mayadeen: “Quest’azione ristabilisce i rapporti di forza tra Israele ed Hezbollah, perché mette in evidenza tutte le difficoltà di Tel Aviv di contenere un’escalation su larga scala viste anche le continue tensioni sul confine con Gaza e le rappresaglie militari in Cisgiordania, Israele non può permettersi una guerra sul fronte settentrionale con un confronto che potrebbe rivelarsi fatale”.
Proprio per quanto riguarda gli altri fronti ed i Territori Occupati sono numerose le dichiarazioni di stima nei confronti di Hezbollah: da Ansarullah in Yemen, alle Unità di Mobilitazione Popolare o Hashd a-Shaabi irachene (colpite la scorsa settimana da un raid israeliano) fino alla Resistenza palestinese (Hamas, Jihad islamico e Fplp).
“Hezbollah rappresenta la Resistenza in cui il popolo palestinese ha riposto la propria speranza”, ha detto Hazem Qassem, portavoce di Hamas, aggiungendo, “la Resistenza in Libano, Siria, Iraq e nei Territori Occupati agirà in sinergia e farà uso dei suoi diritti legittimi a difendersi.”
Sempre secondo Hazem Qassem è sempre più vicino il momento in cui “la Resistenza aprirà vari fronti contro Israele perché questa è la chiave della nostra futura vittoria, visto che tutti i mezzi corazzati, i missili e gli elicotteri da guerra dispiegati in questi giorni ai confini settentrionali con il Libano meridionale non sono serviti a nulla nel contrastare l’azione del commando di Hezbollah”.