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L’ultimo caid Béji Caïd Essebsi, un dinosauro vittima del cambiamento climatico

Ayman El Kayman 26/07/2019
La notizia è esplosa nella mattinata di giovedì 25 luglio, mentre il paese celebrava, in un silenzio canicolare, il Giorno della Repubblica tunisina (fondata il 25 luglio 1957) : « Bajbouj jè ou fè », Bajbouj – diminutivo ironico-affettuoso di Béji – se n’è andato.

Tradotto da Silvana Fioresi
La vox populi ha subito mormorato: « Era morto da 24 giorni, hanno aspettato oggi per annunciarlo ». Bisogna dire che in questi ultimi mesi si annunciava la sua morte ogni tre minuti. Ma questa volta, era vero: non ha resistito all’ondata di calore che imperversa in Tunisia, come altrove.
Con Essebsi, non è solo il più anziano presidente del mondo in esercizio a scomparire, ma un’epoca. Era l’ultima incarnazione vivente degli storici che hanno reso la Tunisia indipendente. Aveva un lato Bourguiba -radical socialista della Terza Repubblica francese – e un lato Charles Pasqua -manganello e pasticci di ogni tipo. 
Dall’alto dei suoi 75 anni di carriera politica, aveva una conoscenza imbattibile di tutto il karakuz – il teatro di marionette, termine col quale si designa la classe politica – e possedeva una scheda su ciascuno. 
Questo fatto gli permetteva di navigare tra le fazioni, le cricche, le camarille, e di fare accordi con tutti e con chiunque. Il vecchio lupo era addirittura riuscito a fare un patto per dividersi il potere con la vecchia volpe Rachid Ghannouchi, l’Emiro del movimento islamista, evitando così ciò che fa più orrore ai droghieri, la fitna, cioè il casino, alla libiana o alla siriana. Aveva avuto per questo la benedizione e i vivi incoraggiamenti dei decisionisti di Parigi/Bruxelles/Berlino e di Washington. 
Compianto nei palazzi d’oltre mare (il presidente-laico-amico-delle-donne), Bajbouj sarà poco compianto nelle capanne. Lo si rimpiangerà forse facendone un ritratto retrospettivo immaginario, quando chi aspira a succedergli, il Berlusconi tunisino, Nabil Karoui, sarà eletto a settembre e avrà preso posto nel palazzo di Cartagine. 
Lui sarà pur obbligato a decidersi di applicare le condizioni fissate dalla Banca mondiale per i recenti prestiti consentiti alla Tunisia. Bajbouj aveva frenato a più non posso la loro applicazione, sapendo benissimo che avrebbero soltanto suscitato delle rivolte logiche. E per quanto riguarda domare delle rivolte, aveva una solida esperienza di un mezzo secolo.