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Intervista con Andrea Piancastelli

ProMosaik 25 luglio 2019

Il team di ProMosaik vi propone l’intervista fatta ad Andrea Piancastelli.


Che rapporto vedi tra bellezza e pace? 
Credo che la percezione della bellezza stimoli pace, in quanto predispone alla contemplazione, a un sentimento di armonia e a un senso di appagamento. In un certo senso la bellezza nutre lo spirito. La bellezza è anche qualcosa che ci unisce in tutto il mondo dal punto di vista biologico, in quanto è stato dimostrato che neurologicamente ogni individuo su questo pianeta ha la stessa reazione organica. Davanti alla bellezza, siamo tutti uguali, lo spazio e il tempo si annullano. 
Che importanza ha l’arte nel contesto del dialogo interculturale? 
Il dialogo interculturale tenta di creare dei collegamenti e delle basi comuni tra culture, comunità e popolazioni diverse per promuovere la comprensione reciproca e l’interazione. 
L’arte è il mezzo di espressione per eccellenza, il primo utilizzato dall’uomo per comunicare con i propri simili, pertanto di per sé la migliore strada per l’apertura al dialogo. L’espressione artistica è un vero e proprio linguaggio che passa al di sopra dei problemi politici, sociali e naturalmente etnici e dunque il mezzo migliore per un dialogo pacifico tra culture diverse. 
In che modo indagando il bello dal basso possiamo costruire una società migliore? 
L’arte è espressione della vita, del pensiero e degli ideali dei singoli e della società, della quale ne è il risultato. Gli artisti, attivamente, interpretano la loro visione della vita attraverso l’arte, e passivamente, i suoi fruitori sviluppano nuove prospettive e vengono stimolati e ispirati da nuove percezioni della realtà. 
L’uomo attraverso l’arte va alla ricerca di se stesso e dell’interpretazione del mondo che ha intorno, il che è alla base del principio di integrazione personale e culturale come individuo e come parte della società. Questo significa evoluzione pacifica: adeguare il senso di bellezza all’attualità per costruire una società dell’integrazione, dello scambio e della comprensione. 
Che cosa avvicina bellezza e linguaggio? 
Credo che quello che più avvicina bellezza e linguaggio sia la capacità di comunicare. La bellezza è essa stessa linguaggio e parla un linguaggio universale, quello delle emozioni. Per questo sia la bellezza che il linguaggio sono senza tempo e nei secoli perdura la loro capacità di provocare in noi un’emozione. 
Come scrivere un’estetica della storia scritta dai vincitori? 
Interessante pensare come la storia sia influenzata dal punto di vista di chi la racconta. Ovvio che la storia come viene raccontata in Occidente, dai vincitori per eccellenza, e considerata come quella di riferimento, non coinciderà con la versione raccontata in altre sedi da altre culture. Sarebbe interessante riunire queste differenti versioni in un’analisi comparativa. 
Come estrarre il bello e il femminile da una storiografia bellicosa e al maschile? 
La storia di genere viene trattata dalla storia globale come una sezione trasversale, due storie differenti non veramente connesse tra loro. Ed è questo il motivo che mi ha spinto a scrivere il mio libro. In particolare, facendo ricerche per il testo su Medusa, ad esempio, mi sono trovata a leggere dei personaggi storici femminili che hanno avuto una qualche influenza sull’andamento della storia antica nei libri di testo di mitologia. Il che significa che se il re loro padre viene citato nel testo di storia, la figlia scompare come persona storica per essere descritta come dea o figura mitologica minore. In maniera pratica, in questo caso per estrarre il femminile da una storiografia al maschile, ho dovuto mettere a confronto la storia dei vincitori di oggi con la storia dei vincitori di ieri e, prendendo spunto da entrambe, riformulare le mie tesi approfondendo le ricerche sui temi verso cui le varie tracce mi conducevano. Un lavoro affascinante! 
Come può la traduzione di opere sull’arte sostenere lo sviluppo umano non solo delle elite ma della comunità? 
Tradurre opere sull’arte significa educare; significa renderle disponibili a un più vasto numero di persone e aumentare lo scambio libero di idee e l’arricchimento culturale nel mondo che ne deriva rendendolo accessibile anche alle fasce più in difficoltà della popolazione mondiale. 
Da sempre, l’interculturalità non è che la chiave dello sviluppo umano. Tutte le grandi civiltà del passato hanno una storia fatta di integrazioni, assimilazioni e prestiti multiculturali, anzi sono esse stesse la base della loro grandezza. Solo assimilando idee diverse e nuove e includendo le diversità si può aspirare ad uno scatto evolutivo del genere umano verso una nuova era storica fatta di inclusione e non di esclusione ed esclusività. La traduzione abbatte questi muri; l’arte vi costruisce ponti.