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Francia difensore dei diritti umani condannato per un tweet

09.06.2019 – Amnesty International
Il 27 maggio scorso, la Corte d’Appello di Douai ha iniziato l’esame del ricorso di Loan Torondel, un difensore dei diritti umani francese, condannato in primo grado per diffamazione a una multa di 1500 euro (poi sospesa) e al rimborso di 500 euro per danni e 475 per spese processuali.

Nel gennaio 2018 Torondel aveva pubblicato sul suo profilo Twitter la foto di un migrante e di due agenti di polizia intenzionati a sequestrare un sacco a pelo nonostante la temperatura rigida. Nel testo, ironico, Torondel proponeva un dialogo immaginario tra uno degli agenti e il migrante: “Ma fa due gradi!”, “Forse, signore, ma noi siamo la Nazione francese”, facendo il verso a un’affermazione simile del presidente Macron.
“Loan Torondel non ha fatto nulla di sbagliato e la sua condanna per diffamazione deve essere annullata. Questa accusa espone i difensori dei diritti umani che forniscono aiuti alle persone in cerca di un luogo sicuro in Europa a subire molestie e a essere bersagliati attraverso il sistema di giustizia penale semplicemente per agire con umanità e compassione“, ha dichiarato Katia Roux, advocacy sui difensori dei diritti umani di Amnesty International Francia.
“Se la condanna venisse confermata, costituirà un pericoloso precedente per chiunque tenti di documentare gli abusi della polizia in Francia. Avrà anche un effetto raggelante sul lavoro delle persone che difendono i diritti dei migranti e dei rifugiati e li metterà in una situazione ancora più precaria“.
“Le leggi sul reato di diffamazione che inibiscono le legittime critiche ai funzionari pubblici sono contrarie al diritto alla libertà di espressione e devono essere abrogate. Le autorità devono smettere di attaccare i difensori dei diritti umani attraverso i tribunali“.
Il contesto
All’epoca Torondel faceva il volontario nel gruppo “L’albergo dei migranti” a Calais. Da Calais era stato sgomberato anche il migrante ripreso nella foto.
Sono sempre più frequenti, in Francia e non solo, i casi di persone che praticano la solidarietà alle quali lo stato risponde con multe e carcere.