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FOCUS ON AFRICA. Janet Museveni, il volto dell’Uganda illiberale che piace a Occidente

Federica Iezzi 8 giugno 2019
La moglie del trentennale presidente ugandese si occupa da anni di lotta all’Hiv e di donne al fianco delle organizzazioni internazionali, mentre il marito cambia le leggi per garantirsi un potere senza fine.

Classe 1948, Janet Kataaha Museveni, oltre a vestire i panni della first lady dell’Uganda dal 1986, è a capo del Ministero dell’educazione e sport. Janet Museveni fuggì in esilio in Tanzania nel 1971, quando Idi Amin rovesciò con un colpo di stato militare il regime di Milton Obote, in cui suo marito Yoweri Museveni era ministro della Difesa.
Quando il regime di Amin cadde dal potere nell’aprile del 1979, tornò in Uganda con suo marito. Nel febbraio 1981 si trasferisce con i suoi figli prima a Nairobi, in Kenya, poi a Göteborg, in Svezia. Soggiorno durato fino al maggio 1986, quattro mesi dopo che l’Esercito di Resistenza Nazionale di Yoweri Museveni prese il potere a Kampala.
Lo stato Museveni e l’immenso potere presidenziale, che è la sua principale caratteristica, si concentrano sulla mobilitazione di conflitti militari per rafforzare la legittimità del regime e sulla sorveglianza degli spazi urbani per contenere i segnali della potenziale rivoluzione. Insieme queste dinamiche hanno cristallizzato il potere presidenziale in Uganda.
Una delle dirette conseguenze è stato il voto dei legislatori ugandesi nel 2017, riguardo la modifica della Costituzione del Paese, per permettere al leader di estendere il suo governo, potenzialmente garantendogli una presidenza a vita.
Organizzare e protestare è praticamente impossibile, poiché le aree urbane sono sotto stretta sorveglianza. Inoltre, le principali istituzioni statali, il parlamento, la commissione elettorale, la magistratura, i militari e la polizia, sono tutte rimaste fortemente legate al Movimento di Resistenza Nazionale, e dunque tutte le voci di dissenso vengono messe a tacere.
Janet Museveni entra in politica nel novembre 2005, nella contea di Ruhaama, Ntungamo District, rappresentandone il seggio al parlamento, nelle elezioni generali ugandesi del febbraio 2006. Ha vinto sul candidato per il Democratic Change Forum, Augustine Ruzindana. Ed è stata rieletta nel marzo 2011 per un ulteriore mandato di cinque anni.
Nel 2009, Janet Museveni è stata nominata ministra di Stato per gli affari di Karamoja e in seguito ministra della Pubblica Istruzione. Membro fondatore dell’Uganda Women’s Effort to Save Orphans (Uweso), Janet Museveni si prende cura, a fianco delle principali agenzie delle Nazioni Unite e di altre agenzie internazionali, degli orfani colpiti dalla guerra e dall’Hiv/Aids in tutti i distretti ugandesi.
Come membro dell’Organizzazione delle prime donne africane contro l’Hiv/Aids (Oafla), è in prima linea nella lotta alla malattia dal 1987, diventando parte della risposta aperta e aggressiva all’epidemia. È inoltre promotrice del National Strategy for the Advancement of Rural Women in Uganda (Nsarwu), organizzazione di supporto economico alle donne che vivono in realtà rurali, e dell’Uganda Youth Forum, associazione di sostegno ai giovani ugandesi. Quest’ultima fornisce una piattaforma per un dialogo aperto per i giovani dell’Uganda su questioni e sfide della crescita come la sessualità e le relazioni, l’adolescenza, l’amicizia e le scelte professionali.
Entrambe le fondazioni lavorano principalmente con donne delle periferie rurali, che tendono ad essere private di opportunità educative. Con un pacchetto di formazione intensivo e sensibilizzazione che fa parte di uno schema di microfinanza, la prospettiva delle donne ugandesi inizia ad espandersi. Più donne partecipano ai forum nazionali decisionali, in ruoli di responsabilità politiche, sociali ed economiche.
È leader dell’Iniziativa Safe Motherhood del Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la riduzione della mortalità e morbilità materna. Ed è co-presidente del Cure Children’s Hospital nella città di Mbale, in Uganda orientale, ospedale specializzato nella cura dei bambini con paralisi.