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ALGERIA. Bensalah: “Nuove elezioni”. Ma le proteste non cessano

7 giugno 2019, Nena News
Il presidente ad interim va in tv a spingere per il voto. Gli algerini tornano oggi in piazza per il 16esimo venerdì consecutivo per chiedere le dimissioni sue e del clan di Bouteflika ancora al potere.

A poche ore dal 16esimo venerdì di protesta in Algeria, il presidente ad interim Abdelkader Bensalah si è presentato in tv, ieri sera, per fare appello al paese, alla società civile e ai partiti politici perché “scelgano la via del dialogo inclusivo”. Ovvero, dice Bensalah, è tempo di organizzare le elezioni. 
Le elezioni erano state già pianificate, per il prossimo 4 luglio, ma pochi giorni fa il Consiglio Costituzionale le ha annullate per mancanza di candidati: gli unici due che si erano fatti avanti – due sconosciuti, Abdelhakim Hamadi e Hamid Touahri – sono stati bocciati per non aver raccolto le 60mila firme necessarie a presentarsi. Ma soprattutto a preoccupare era stata la certa difficoltà a tenere il voto: molti giudici si erano già detti pronti al boicottaggio, non riconoscendo la legittimità dell’attuale governo di transizione post-Bouteflika.
Una legittimità che non è riconosciuta nemmeno dal movimento di massa che da febbraio non abbandona le strade, che è riuscito a cacciare il presidente Bouteflika ma che ora si trova di fronte a quel che resta del suo sistema di potere, fatto di élite politica e militari.
Bensalah, tra quelli nel mirino della piazza e delle opposizioni, promette “elezioni regolari, libere e trasparenti”, pur non indicando una potenziale data. Ma non convince: l’accusa mossa al presidente ad interim e al capo di stato maggiore Gaid Salah, principale fautore dell’attuale “transizione” è di ritardare l’effettivo passaggio a un nuovo sistema di potere e di governo, così da mantenere in piedi il clan che ha governato l’Algeria negli ultimi 20 anni.
Sui social immediata è stata la reazione degli algerini, identificata con l’hashtag #DiscoursDeLaHonte, discorso della vergogna. E oggi la reazione si sposta di nuovo in strada, con manifestazioni di piazza per il 16esimo venerdì consecutivo che chiederanno di nuovo le dimissioni dell’attuale primo ministro Noureddine Bedoui, dei militari al potere e dello stesso Bensalah. Il cui mandato, secondo la costituzione, scade a breve: in carica dal 9 aprile, dovrebbe restare in carica per 90 giorni, quindi fino all’inizio di luglio.
Ma è certa l’estensione dell’interim vista l’assenza di volontà politica a farsi da parte: a ufficializzarla è stato proprio il Consiglio costituzionale che ha indicato in altri 60 giorni l’estensione per Bensalah, criticata da esperti e costituzionalisti secondo cui la legge fondamentale non prevede tale possibilità.