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YEMEN. Onu: gli Houthi si ritireranno da Hodeidah

11 maggio 2019, Nena News
Le Nazioni Unite annunciano il ritiro entro martedì dei ribelli dai tre principali porti del Mar Rosso, primo passo verso l’implementazione dell’accordo di dicembre con il governo. Che però non festeggia: “Inaccettabile”.

L’annuncio è arrivato ieri per bocca della missione Onu in Yemen: i ribelli Houthi hanno accettato di ritirarsi unilateralmente da tre porti yemeniti al fine di sostenere il processo di pacificazione interno. Il movimento Ansar Allah, espressione politica della minoranza, lascerà le città portuali e gli scali di Hodeidah, Saleef e Ras Isa, sul Mar Rosso, entro quattro giorni a partire da oggi.
“Il primo passo pratico sul terreno”, lo definisce il generale Michael Lollesgaard, presidente dell Comitato di coordinamento dell’Onu, responsabile in questi mesi del negoziato tra Houthi e governo yemenita del presidente Hadi. Saranno le Nazioni Unite a supervisionare il ritiro e a trasferire la gestione dei porti alla Red Sea Ports Corporations. Lo conferma uno dei leader Houthi, Mohammed Ali al Houthi, che parla di “ritiro unilaterale” dai tre parti occidentali a causa del rifiuto della coalizione a guida saudita di applicare l’accordo siglato lo scorso dicembre in Svezia.
I tre porti sono fondamentali al paese: è da Hodeidah che transitano il 70% degli aiuti umanitari che riescono a raggiungere lo Yemen, quelli autorizzati dall’Arabia Saudita responsabile del blocco aereo e navale che dal 2015 ha provocato una crisi umanitaria senza precedenti. Lo scalo di Saleef è invece il principale ingresso per il grano e Ras Isa per il carburante e il greggio.
A monte sta l’accordo siglato dalle due parti sei mesi fa e mai realmente applicato: l’intesa prevedeva il ritiro da Hodeidah sia delle forze Houthi che di quelle governative e filo-governative che assediano la città da mesi. Al momento, però, dal presidente Hadi – e dal suo sponsor, l’Arabia Saudita – non giungono reazioni di sorta all’annuncio dell’Onu.
O meglio una reazione c’è stata ma non di plauso: il ministro dell’Informazione yemenita al-Eyrani ha definito “inaccettabile” il ritiro perché non prevedrebbe un monitoraggio congiunto. O forse, più probabilmente, perché mette pressione su Hadi e su Riyadh, politicamente indeboliti dalla mossa dei ribelli.