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Storia di una lotta comune al fascismo, per i ragazzi di oggi e domani

Carlo Albarello 17/05/2019
Prima e oltre l’esilio, quello scelto da donne e uomini che si spostano tra i continenti, c’è la forza dei regimi che calpestano la libertà e la dignità. A mano a mano che i mesi passano, il contenuto e la prospettiva di molti libri iniziano a riflettere i contesti in cui sono state scritti e a cui sono destinati.

Ma quella che poteva essere un tempo una scelta della c.d. ‘letteratura impegnata’ è ora il risultato di un obbligo di responsabilità. Vedendo cosa accade nel nostro Paese a vari livelli e dal lato della scuola, dove una professoressa è stata sospesa a Palermo dall’insegnamento per 15 giorni, per un lavoro di approfondimento svolto nella sua classe per la Giornata della Memoria, l’ultimo libro di Zita Dazzi, Con l’anima di traverso (Solferino 2019) vale più di tutte le spiegazioni che un docente può dare sulla lotta per la libertà.
Libertà di pensiero, libertà dai totalitarismi, libertà di combattere. Un docente, come uno scrittore, è portato oggi molto più a guardare oggettivamente concreti problemi sociali e umani che non a perdersi nella solitaria contemplazione del proprio io, e parte sempre, in quanto animato da intenti di crescita morale, sociale e politica, dall’analisi del nostro tempo per educare cittadini che lo sappiano abitare con consapevolezza.
Zita Dazzi ci dona un libro, che riunisce una parola e una scrittura che nella scuola (e non solo) attendevamo. Un libro destinato alle giovanissime generazioni, che permette di immergersi attraverso una storia nella Storia, “la storia quotidiana da qualche mese a questa parte”.
Il cuore di traverso non è un romanzo di fantasia e immaginazione. Parla della lotta per la Liberazione dell’Italia dalla nascita del fascismo, attraverso l’incontro di una tredicenne con una staffetta partigiana. Tecla, studentessa di terza media, incontra sul pianerottolo di casa la nipote di Matteotti, e da quel momento decide di dedicare alla resistenza, alla liberazione dell’Italia, la sua tesina per il colloquio orale dell’esame di terza media, evade deliberatamente dalla realtà che la circonda per frequentare quasi ogni giorno l’anziana Laura Wronowski, e proiettare con maggiore chiarezza e persuasione le domande sulla realtà che la circonda.
Davanti a lei la prospettiva di un percorso liceale, la sorella più grande, gli ideali di chi cresce, e un amore che teme non corrisposto. La Resistenza è presentata prima di tutto come la volontà di estrarsi dal fango del fascismo, di riprendere la marcia verso un avvenire di libertà e di giustizia. Nel descrivere il cammino appassionato verso la verità della giovane Tecla, nasce così il racconto di una lotta comune, ma con anime e obiettivi divergenti, i combattenti dell’antifascismo organizzati e nuovi arrivati.
Laura Wronowski è portatrice di una verità che si fa ascoltare con grande rigore e finezza. È un romanzo che manda segnali importanti, indicazioni destinate ai giovanissimi per proporre loro la storia di quello che sta accadendo nell’azione quotidiana della società italiana.
Contemporaneamente è un racconto realistico, perché si basa in gran parte su fatti vissuti dalla nipote di Matteotti, veloce staffetta partigiana nella resistenza del nord Italia, che Zita Dazzi ha cercato di raccontare e di scrivere con la maggiore fedeltà e chiarezza possibile.
Nel finale c’è l’irruzione di un elemento totalmente fantastico, come il bacio tra due giovanissimi innamorati, ma non si tratta di un fuga dalla realtà, al contrario: porta alle estreme conseguenze le cose per far sì che ciò che ha voluto trasmettere – ovvero una visione molto preoccupata del nostro tempo – arrivi al giovane lettore con più forza, gli scoppi in faccia per così dire, e lo obblighi a sentirsi coinvolto.Verità del dire, verità di uomini, verità di imparare.