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Europa, le lobby religiose all’attacco della democrazia

Elena Intra 20 Maggio 2019
Come riportato da openDemocracy pochi giorni fa, è trapelato un report nel quale viene svelato un piano controverso mirato ad aumentare drasticamente l’influenza dei gruppi religiosi all’interno del Parlamento europeo.

Scritto dall’eurodeputata irlandese Mairead McGuinness, vicepresidente del Parlamento, il progetto darebbe potenzialmente alle Chiese la possibilità di dire la propria su ogni nuovo atto legislativo, risoluzione o relazione in corso al Parlamento europeo.
La relazione raccomanda più incontri diretti tra le associazioni religiose e i relatori del Parlamento, i quali gestiscono le proposte legislative elaborate dalla Commissione Europea, nonché altri documenti chiave, compresi i progetti strategici.
A Bruxelles, i gruppi religiosi sono già trattati in modo diverso rispetto ad altre organizzazioni della società civile. Tuttavia, coloro che si sono schierati contro la relazione affermano che i cambiamenti proposti aumenterebbero questo squilibrio e alcuni deputati sostengono che violerebbe la separazione tra religione e politica.
Il report di McGuinness è stato presentato lo scorso mese all’Ufficio di Presidenza del Parlamento europeo che si occupa, tra le altre cose, del regolamento e dei progetti di bilancio dell’organismo.
È stato accantonato in seguito alle proteste dei legislatori, ma si prevede che verrà discusso di nuovo a giugno – dopo le molto dibattute elezioni del Parlamento, in cui i partiti di estrema destra sperano di ottenere grandi vittorie.
I politici di estrema destra, dall’Italia all’Ungheria, si stanno già impegnando a difendere “l’Europa cristiana“ e promuovono un’agenda ultra-conservatrice di valori tradizionali, allineandosi con i gruppi conservatori cristiani che si oppongono al divorzio e alla contraccezione, nonché all’educazione sessuale, all’aborto e ai diritti degli omosessuali.
I deputati hanno espresso preoccupazione per il fatto che una maggiore presenza dell’estrema destra nel Parlamento europeo potrebbe portare a buon fine i futuri tentativi di approvare le controverse proposte di McGuinness.
Un eurodeputato ha dichiarato a openDemocracy che la relazione “anticipa le decisioni nel prossimo Parlamento“ e questo, insieme alla prevista ondata di parlamentari di estrema destra, è “preoccupante“.
OpenDemocracy può inoltre rivelare che l’assistente di Mairead McGuinness a Bruxelles, un funzionario statale irlandese che si ritiene abbia lavorato a questo report, ha collegamenti con Agenda Europa, una rete strettamente riservata che opera contro i diritti sessuali e riproduttivi.
Le raccomandazioni presentate nella relazione si applicherebbero anche ai “gruppi filosofici non confessionali“ con cui il Parlamento si consulta, comprese le organizzazioni umaniste. Ma questi gruppi sono in numero minore e sono molto critici nei confronti delle proposte.
Julie Pernet, della Federazione Umanista europea, ha dichiarato a openDemocracy che il rapporto avrebbe dovuto essere “il risultato di un ampio consenso” di organizzazioni, “cosa che però non è vera“. Piuttosto, ha detto, riflette principalmente le posizioni dei potenti gruppi cristiani che vogliono “imporre un’agenda reazionaria” e “assicurarsi che la legislazione dell’UE obbedisca al dogma cattolico“.
In una lettera al presidente del Parlamento, un gruppo di eurodeputati ha affermato che le proposte rappresentano una “grave violazione del principio di separazione tra religione e politica” e creerebbero “un canale di pressione privilegiato estremamente sgradito e non trasparente per le organizzazioni religiose“.
Citando la recente indagine di openDemocracy sui milioni di dollari che la destra cristiana degli Stati Uniti ha riversato nella politica europea negli ultimi dieci anni – aumentando così l’influenza dell’estrema destra in tutto il continente – i deputati avvertono che sarebbe “irresponsabile aprire il processo legislativo alle organizzazioni religiose“.
I deputati hanno inoltre messo in dubbio l’affermazione del report di essere il riflesso di “un chiaro consenso” tra i gruppi consultati, affermando invece che “sembrano sostenere per lo più le opinioni delle chiese presenti“.
“Europa cristiana” e l’estrema destra
Il primo ministro ungherese Viktor Orban è forse il politico più di spicco di estrema destra che si impegna a difendere “l’Europa cristiana“ e promuove un’agenda di “valori tradizionali” ultra-conservatori. Ha inserito questi impegni nel manifesto elettorale del suo partito per le elezioni europee. Un altro esponente di estrema destra, Matteo Salvini – vicepremier italiano e leader del partito della Lega – ha definito un recente summit di attivisti cristiani ultra-conservatori un esempio “dell’Europa che ci piace“.
Molti di questi politici hanno preso di mira “l’ideologia di genere“, allineandosi con gruppi conservatori cristiani che si oppongono al divorzio e alla contraccezione così come all’educazione sessuale, ai matrimoni omosessuali, ai diritti dei trans e all’accesso all’aborto sicuro e legale per le donne.
Viviana Waisman, direttrice di Women’s Link Worldwide, un’organizzazione per i diritti delle donne con uffici in Spagna e Colombia, ha messo in guardia sul fatto che questi movimenti conservatori cristiani globali cercano di “riportarci indietro nel tempo per quanto riguarda ciò che le donne possono e non possono fare“.
La COMECE (Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea), il gruppo di pressione della Chiesa cattolica a Bruxelles, a lungo ha cercato di rafforzare il dialogo tra la Chiesa e il Parlamento europeo. Uno dei temi principali è la riforma sul modo in cui viene attuato l’articolo 17 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Questa parte del trattato richiede “un dialogo aperto, trasparente e regolare tra le istituzioni dell’UE e le chiese, le associazioni religiose e le organizzazioni filosofiche e non confessionali“.
La relazione di McGuinness sull’articolo 17 propone più “riunioni a livello operativo” con i relatori per condividere “competenze su dossier specifici“. Raccomanda inoltre che gli uffici di collegamento del Parlamento europeo sostengano le Chiese nell’influenzare la politica rivolgendosi ai loro deputati; openDemocracy ha saputo che COMECE ha spinto in modo specifico verso questi cambiamenti.
I critici sostengono che queste raccomandazioni darebbero ai gruppi religiosi come la COMECE, che si oppongono sistematicamente ai diritti sessuali e riproduttivi, un ulteriore accesso privilegiato ai responsabili della pianificazione legislativa su tali questioni.
La COMECE nega di essere vicina all’estrema destra. In risposta alle domande poste da openDemocracy, ha anche affermato di essere “impegnata a limitare la propria attenzione solo sulle competenze dell’UE” e “non esiste alcun dialogo tra la COMECE e le istituzioni UE su questioni che non rientrano nelle competenze dell’UE, compreso l’accesso all’aborto e i matrimoni tra persone dello stesso sesso“.
Tuttavia, Julie Pernet, della Federazione Umanista europea, ha definito il rapporto di McGuinness “una delle varie iniziative prese dalla COMECE per ri-cristianizzare l’Europa e minare i diritti fondamentali“.
Il principale firmatario della lettera dei deputati contro le proposte è la politica francese Virginie Rozière, la quale ha riferito a openDemocracy che le raccomandazioni formulate dal report per rafforzare l’influenza religiosa sono “completamente folli“ e porteranno a “funzionari pubblici che organizzano incontri tra gruppi religiosi e relatori“, cosa che creerebbe un canale di lobbismo privilegiato.
“Abbiamo già visto gruppi religiosi cercare di influenzare tutto ciò che riguarda l’uguaglianza di genere, i diritti umani, la non discriminazione per quanto riguarda il genere e l’orientamento sessuale“, ha detto Rozière, ricordando anche come i gruppi religiosi “abbiano cercato di impedire al Parlamento di chiedere un divieto alla terapia di conversione per omosessuali“.
Ha anche fatto riferimento a campagne di organizzazioni religiose contro la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa mirata a combattere la violenza di genere, affermando che “collocano l’opinione tradizionale su come dovrebbe essere una famiglia al di sopra della protezione delle donne dalla violenza“.
L’attivista per i diritti riproduttivi, Ailbhe Smyth, coinvolta tra l’altro nella riuscita campagna per legalizzare l’aborto in Irlanda lo scorso anno, ha dichiarato: “In molti Paesi abbiamo osservato tentativi – alcuni riusciti – da parte della Chiesa cattolica di bloccare o impedire la legislazione su questioni come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’aborto“, e campagne simili sono state intraprese da “partiti di estrema destra“.
Nel frattempo, Pernet ha fornito l’esempio di un ipotetico futuro testo del Parlamento europeo sui diritti riproduttivi che, se le raccomandazioni di McGuinness fossero approvate, significherebbe che i relatori dovrebbero consultare la COMECE, contraria proprio a questi diritti.
Mischiare religione e politica
Il rapporto di McGuinness è stato preparato dopo aver consultato 16 organizzazioni a febbraio. La metà dei presenti apparteneva alla religione cristiana.
La Federazione Umanista europea afferma che le raccomandazioni del rapporto sono effettivamente “un’approvazione delle richieste fatte dalle organizzazioni cattoliche.” La Federazione era uno dei soli tre gruppi laici coinvolti nella consultazione.
Gli altri gruppi consultati sono le associazioni Baha’i e Hare Krishna, un gruppo musulmano, due gruppi ebraici e l’Alleanza Massonica europea.
OpenDemocracy ha saputo che quando gli umanisti hanno chiesto a McGuinness se stesse ascoltando maggiormente le voci religiose, ha risposto che non era tenuta a trattare allo stesso modo tutti gli interlocutori. Quando le è stato chiesto direttamente via e-mail da openDemocracy, non ha risposto.
Secondo Rozière, la stessa fede di McGuinness potrebbe aver influenzato il report, osservando il desiderio di alcuni leader politici in Europa “di rafforzare la Chiesa cattolica in reazione a ciò che viene percepita come una crescente influenza dell’Islam e delle organizzazioni musulmane“.
La politica irlandese non ha risposto neanche alle richieste di commentare questo punto.
Un’altra voce irlandese a Bruxelles, che sembra abbia lavorato alla relazione, è Faerghas O’Beara, che secondo il suo profilo LinkedIn è consigliere di McGuinness e coordina “il dialogo, basato sull’articolo 17, del Parlamento con organizzazioni religiose e filosofiche“.
Il fatto che un eurodeputato e un funzionario statale irlandesi abbiano lavorato alla relazione danno l’idea che l’Irlanda si stia muovendo verso una minore, e non maggiore, separazione tra Chiesa e Stato.
O’Beara ha parlato in occasione di eventi con rappresentanti di ADF International, l’ala globale di un “esercito legale” della destra cristiana statunitense che ha riversato milioni di dollari in Europa negli ultimi dieci anni, come ha rivelato nei mesi scorsi openDemocracy.
Il suo nome fa anche parte di una lista trapelata di iscritti, dal 2016, a un gruppo di Google per la rete di Agenda Europa, organizzazione che si batte contro i diritti sessuali e riproduttivi. Insieme a O’Beara, altri nomi nell’elenco trapelato comprendono due segretari di Stato per il Vaticano, altri rappresentanti della Santa Sede e il gruppo di pressione COMECE.
Anche O’Beara non ha risposto alle richieste di commento su questo articolo.
Una nuova realtà politica
La relazione di McGuinness per ora è stata archiviata, una mossa ben accolta dal deputato Rozière e dai suoi colleghi.
Tuttavia, Rozière ha detto a openDemocracy “se non avessimo protestato, la relazione sarebbe stata adottata senza che nessuno vi prestasse attenzione“.
Ha anche sottolineato la minaccia rappresentata dai gruppi di estrema destra che sperano di ottenere grandi vittorie nelle elezioni europee della prossima settimana. “Abbiamo osservato i collegamenti tra le organizzazioni di estrema destra e quelle religiose“, ha detto. “Vogliono sottolineare che non sono ostili alle Chiese.”
Il rischio, dicono i deputati e gli umanisti, è che un gruppo parlamentare di estrema destra più potente sosterrà le proposte quando saranno ripresentate all’Ufficio di Presidenza del Parlamento a giugno.
Pernet ha spiegato: “Il modo in cui la politica si sta evolvendo in Europa sarebbe più favorevole all’adozione di queste proposte“. Rozière fa eco a queste preoccupazioni, dicendo “dovremmo preoccuparci di ciò che accadrà nel prossimo Parlamento“.
In risposta alle raccomandazioni della relazione, l’attivista per i diritti riproduttivi Ailbhe Smyth ha avvertito che “un’Europa dominata dall’estrema destra prenderà sempre di mira le donne e la sessualità“, come ha fatto la Chiesa cattolica per molti anni, afferma.
“Dare alla Chiesa cattolica o ad altre chiese privilegi all’interno del Parlamento europeo è assolutamente impensabile“, ha affermato. “È completamente contrario ai principi di uguaglianza dell’UE e va contrastato“.
Traduzione a cura di Elena Intra dall’articolo originale di Sian Norris in esclusiva su openDemocracy