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Bandiera della Palestina sul palco. Eurovision: “Provvedimenti contro l’Islanda”

20 maggio 2019, Nena News
Alla finale di sabato sera, nei momenti finali, la band islandese Hatari ha sfidato gli organizzatori del contest. Che ora annuncia “conseguenze”. Ma non è andata giù nemmeno la performance di Madonna, tra maschere anti-gas e ballerini con le bandiere di Palestina e Israele.

Israele ha fatto di tutto per salvaguardare l’immagine che voleva dare di sé sul palcoscenico internazionale di Eurovision: ha dispiegato truppe lungo il confine con Gaza, messo in allerta il sistema di difesa Iron Dome contro eventuali razzi palestinesi, ha organizzato party all’Eurovillage.
Ma la vetrina sognata è stata messa in crisi fin dal primo giorno con contestazioni “in casa”: attivisti israeliani e palestinesi hanno organizzato presidi e manifestazioni contro l’occupazione dei Territori Occupati e il regime di apartheid di cui accusano Tel Aviv, mentre nella Striscia veniva lanciato il contest alternativo Gazavision. E sui social in tanti hanno preso parte alla contestazione.
Che alla fine è arrivata sul palco dell’Eurovillage, negli ultimi momenti della finalissima di sabato sera. Ci hanno pensato gli Hatari, band punk islandese che, mentre veniva annunciato il loro voto, ha tirato fuori la nota sciarpa con i colori della bandiera palestina e la scritta “Palestine” in diretta tv. 
Il pubblico ha fischiato e la regia ha subito virato le telecamere su Bar Rafaeli e Ezra Tel, sul palco. Ma ormai quell’immagine era apparsa, “screenshottata” e rilanciata sui social di mezzo mondo. A nulla sono serviti nemmeno i tentativi, denunciati dalla band, delle guardie di sicurezza di strappargli le bandiere.
E ora arriva la punizione: Eurovision ha annunciato “conseguenze” per l’azione di Hatari. Saranno discusse dal comitato esecutivo del contest canoro, scrive l’organizzazione in una nota: “I banner sono stati velocemente rimossi e le conseguenze di questa azione saranno discusse. Il contest Eurovision è un evento non politico e questo (atto) contraddice direttamente le regole del contest”.
Non politico a senso unico, vista la possibilità garantita a Israele di usare quel palcoscenico di luci e lustrini per raccontare la sua narrazione. Gli Hatari hanno esposto la contraddizione, in diretta europea. Chi lo ha fatto con meno radicalismo è stata Madonna, facendo comunque infuriare gli organizzatori: oggetto delle pressioni del Bds e di altri artisti internazionali che le chiedevano di non prendere parte allo show, la cantante americane è andata comunque a Tel Aviv – dietro lauto compenso – e nel finale della sua esibizione ha portato sul balco due ballerini abbracciati, con attaccati sulle spalle la bandiera di Israele e quella della Palestina.
Altri ballerini, intanto, cadevano a terra con indosso maschere anti-gas e, in chiusura, Madonna e il rapper statunitense Quavo camminavano sul palco con dietro la scritta “Wake up”.
Un atto che in molti definiscono normalizzazione dell’occupazione, ma che comunque non è andato giù all’organizzazione del contest: “Questo elemento della performance – hanno detto gli organizzatori – non era parte delle prove che erano state fatte. Eurovision non è un evento politico e Madonna lo sapeva”.
Nelle stesse ore, a Gaza, si teneva la finale del Gazavision, iniziativa alternativa lanciata dal movimento #WeAreNotNumbers: i musicisti palestinesi hanno suonato tra le macerie delle case distrutte dall’ultima campagna militare israeliana, nei giorni tra il 4 e il 6 maggio, nel quale sono stati uccisi 25 palestinesi.