ARABIA SAUDITA. Due giornalisti stranieri scomparsi in carcere
21 maggio 2019, Nena News |
Lo yemenita al Muraisi è sparito un anno fa, il giordano Farhaneh lo scorso febbraio. Telefonate e ammissioni del regime confermano la detenzione ma non i motivi né i tempi del rilascio.
La denuncia arriva da Reporters Without Borders (Rsf): due giornalisti stranieri sono incarcerati da mesi in Arabia Saudita, ma di dove siano detenuti e sul perché non si hanno informazioni.
Si tratta di Marwan al Muraisi, yemenita scomparso un anno fa, e Abdel Rahman Farhaneh, giordano sparito lo scorso febbraio. Del primo è la moglie ad avere avuto un contatto: una telefonata di qualche minuto con Marwan dopo undici mesi di silenzio. Di Farhaneh le ultime informazioni risalgono a un mese fa quando le autorità saudite hanno confermato la sua detenzione: era sparito il 22 febbraio a Dammam, dove lavorava da più di 30 anni. Scriveva, riporta Rsf, per Al Jazeera fino alla crisi diplomatica e commerciale di due anni fa con il Qatar che ha portato alla messa al bando dell’agenzia da parte di Riyadh.
Più che una conferma, in realtà, dalle autorità saudite è arrivata una mezza ammissione: hanno comunicato all’ambasciata giordana che il giornalista sarebbe stato rilasciato a breve, senza però fornire alcun dettaglio sulle tempistiche o sulle ragioni dell’incarcerazione.
Nella petromonarchia sono detenuti almeno 29 giornalisti e blogger, un numero che fa della monarchia saudita il 172° paese su 180 nella classifica sulla libertà di stampa redatta dal World Press Freedom Inde. Eppure l’attenzione sulla violazione sistematica dei diritti da parte saudita pare essere scemata dopo il brutale omicidio commesso lo scorso 2 ottobre nel consolato di Riyadh a Istanbul: il giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi fatto letteralmente a pezzi, il suo corpo fatto sparire e mai ritrovato. Un omicidio di cui si considerano responsabili cittadini sauditi giunti in Turchia per la “missione” e identificati come vicini all’entourage del principe ereditario – e reggente de facto – Mohammed bin Salman.
Una vera e propria squadra della morte responsabile di rapimenti e omicidi di persone considerate critiche del regime e guidata proprio da Mohammed bin Salman, secondo quanto rilevato da inchieste giornalistiche del New York Times e di Middle East Eye. Giornalisti, attivisti per i diritti umani, oppositori politici nel mirino del regime che solo un anno a aveva proceduto a epurazioni di massa che avevano coinvolto anche ex ministri, principi e uomini d’affari.