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FOCUS ON AFRICA. Buhari eletto presidente in Nigeria, Sall in Senegal

Federica Iezzi 2 marzo 2019
La nostra rubrica del sabato sul continente africano vi porta anche in Sudan dove il capo del governo sudanese Omar al-Bashir ha lasciato la sua posizione di presidente del National Congress Party dopo oltre due mesi di proteste di piazza.

Nigeria
La commissione elettorale nigeriana ha dichiarato Muhammadu Buhari il vincitore delle recenti elezioni presidenziali del Paese.
Il presidente 76enne ha vinto un secondo mandato quadriennale alla guida della più grande economia dell’Africa. Subito dopo i risultati delle elezioni, il leader dell’opposizione Atiku Abubakar ha promesso una sfida legale.
Buhari, del partito al governo All Progressives Congress Party, ha guadagnato il 56% dei voti, in numeri circa 15 milioni di voti. Il suo principale avversario, l’ex vice presidente Abubakar del People’s Democratic Party ha ricevuto invece il 41% dei voti.
Il People’s Democratic Party ha denunciato prepotenze elettorali, inclusi i brogli, a patire dai sondaggi, che sono stati ritardati di una settimana.
Le votazioni sono state caratterizzate da ritardi di ore e violenze che hanno tenuto alcuni civili lontani dalle urne. Più di 260 persone sono state uccise dall’inizio della campagna elettorale in ottobre.
Le accuse hanno accresciuto le tensioni in un Paese in cui sei decenni di indipendenza sono stati segnati da lunghi periodi di governo militare, colpi di stato e guerre secessioniste.
Gli osservatori della Economic Community of West African States, l’Unione Africana e le Nazioni Unite hanno chiesto a tutte le parti di attendere i risultati ufficiali, prima di presentare reclami.
Buhari si è insediato nel 2015 e ha cercato un secondo mandato con la promessa di combattere la corruzione e di rinnovare la rete ferroviaria nigeriana.
La campagna elettorale di Atiku, 72 anni, mirava a raddoppiare le dimensioni dell’economia entro il 2025, a privatizzare la compagnia petrolifera statale e ad espandere il ruolo del settore privato.
Senegal
Il presidente Macky Sall, dell’Alleanza per la Repubblica, ha vinto al primo turno le elezioni presidenziali in Senegal con il 57% dei voti espressi guadagnati.
Sall ha ampiamente vinto le elezioni in 13 regioni su 14 del Paese. Dopo la dichiarazione di vittoria, la commissione elettorale del Paese, ha invitato i candidati e i gruppi della società civile a astenersi dal dichiarare prematuramente i risultati e mantenere l’atmosfera quiete.
Più di 6,5 milioni di persone si sono registrate per partecipare al voto.
Hanno partecipato alle elezioni, quattro altri candidati, la prima da quando un referendum del 2016 ha interrotto il mandato presidenziale da sette a cinque anni. I due principali avversari di Sall alle urne, sono stati Idrissa Seck, del partito di opposizione REWMI, e Ousmane Sonko, del partito Patriotes du Sénégal pour le Travail, l’Ethique et la Fraternité (PASTEF).
Il Senegal ha una delle economie in più rapida crescita nel continente ed è considerata una delle democrazie più stabili dell’intera Africa.
Dall’indipendenza dalla Francia del 1960, il Paese dell’Africa occidentale ha avuto tre trasferimenti pacifici di potere.
Sudan
Il capo del governo sudanese Omar al-Bashir ha lasciato la sua posizione di presidente del National Congress Party, dopo oltre due mesi di proteste contro la sua quasi trentennale amministrazione. Bashir ha delegato i suoi poteri all’interno del partito di governo al vice-presidente, Ahmed Harun, almeno fino alla prossima conferenza generale.
Come Bashir, anche Harun è indagato dalla Corte Penale Internazionale per presunti crimini di guerra commessi nella regione del Darfur in Sudan.
Il dominio di Bashir è stato segnato da guerre civili e manifestazioni di strada nell’intero territorio sudanese. L’ultima ondata di proteste, a livello nazionale, è scoppiata a metà dicembre, inizialmente innescata dall’aumento dei prezzi dei beni di consumo, ma si è rapidamente rivolta contro il governo di Bashir, iniziato dopo la sua presa di potere con il colpo di stato del 1989.