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Scontri al confine tra Venezuela e Colombia. Guaidò spinge per gli aiuti umanitari, Maduro: “Intervento imperialista”

Huffington Post 23/02/2019
Scene da guerriglia tra manifestanti e polizia sui ponti del paese. Maduro rompe “ogni tipo di relazioni” con la Colombia

Il Venezuela vive ore drammatiche oggi, con il leader dell’opposizione Juan Guaidò e i suoi simpatizzanti che tentano di far entrare nel Paese gli aiuti umanitari per una popolazione stremata, ma affrontano una dura repressione delle forze dell’ordine, fedeli al governo di Nicolas Maduro. Da Caracas il leader chavista ha ribadito di respingere la “presunta assistenza internazionale” che è in realtà “un intervento imperialista”.
Guaidò, che ieri ha attraversato il confine con la Colombia, ha annunciato da Cucuta – insieme al presidente colombiano Ivan Duque – l’inizio di quello che ha battezzato “la valanga umanitaria”, cioè l’ingresso degli aiuti depositati in Brasile, Colombia e Curazao dai paesi che hanno risposto alla sua richiesta di assistenza. Poche ore dopo, lo stesso Guaidò ha reso noto che un primo camion di aiuti è entrato dalla frontiera brasiliana, a Pacaraima, informazione poi confermata dal ministro degli Esteri brasiliano Ernesto Araujo. Ma è sui ponti sopra il fiume Tachira, che segna la frontiera fra Venezuela e Colombia, che la situazione è ben più tesa.
Un primo momento di tensione si è vissuto quando un blindato della Guardia Nazionale ha sfondato le barriere disposte per bloccare il traffico sul ponte Simon Bolivar. Le autorità colombiane hanno temuto fosse uno sconfinamento dei militari venezuelani, ma in realtà si trattava di tre soldati che hanno deciso di disertare e chiedere protezione al governo di Bogotà.
Altri casi di defezioni fra i militari venezuelani si sono susseguiti durante la giornata, tra cui anche quello di un maggiore dell’esercito, Hugo Parra Martinez, sul ponte di Tienditas, e anche in altri punti del paese.
Poi i primi scontri, registrati a Urena dove manifestanti affrontano da ore la Guardia Nazionale che impedisce loro di raggiungere il ponte che porta in Colombia. La violenza si è poi rapidamente estesa a San Antonio de Tachira e Santa Elena de Uairén, circa 13 km più a sud sulla frontiera, dove almeno 12 persone sono rimaste ferite da colpi di arma da fuoco, secondo informazioni raccolte dalla testata web Cronica Uno.
Sui ponti che portano dallo Stato venezuelano di Tachira al dipartimento colombiano di Norte de Santander la situazione è molto tesa, con deputati oppositori e manifestanti che cercano di far passare gli aiuti umanitari – se non a bordo di camion con catene umane – e forze di sicurezza che intervengono per bloccarli, con cariche e lacrimogeni.
Nicolas Maduro, ha annunciato la rottura di “tutte le relazioni diplomatiche e politiche” con il governo “fascista” della Colombia, esortando i diplomatici colombiani ad abbandonare il Venezuela “entro 24 ore”. “Mai un presidente della Colombia ha odiato tanto il Venezuela”, ha detto del presidente colombiano, Ivan Duque, chiamandolo “diavolo”. “Finora ho avuto pazienza perché amo il popolo colombiano, che è un popolo orfano”, ha aggiunto Maduro, parlando a una folla di simpatizzanti riuniti a Caracas. Il leader chavista è sicuro: “Governerò per molti anni” ma “se dovesse succedermi qualcosa fate la rivoluzione”
A Caracas, nel frattempo, migliaia di manifestanti oppositori hanno circondato la base aerea militare di La Carlota, per esigere alle Forze Armate che permettano l’ingresso degli aiuti umanitari nel territorio venezuelano, mentre dall’altra parte della città Nicolas Maduro ha parlato durante un meeting chavista, esibendosi anche in un ballo con la moglie, Cilia Flores. “La vittoria ci appartiene!”, ha ribadito Maduro, dando per sconfitto il “tentativo di golpe imperialista” contro il suo governo.