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GERUSALEMME. Azienda basca non costruirà la ferrovia: “Discriminatoria”

Marco Santopadre 14 febbraio 2019
Su pressione dei lavoratori e del Consiglio di Fabbrica la Caf, una delle più grandi imprese di costruzione di locomotrici e vagoni, rinuncia a lavorare alla rete ferroviaria nella Città Santa.

Dal Paese Basco giunge la notizia di un’importante vittoria della campagna per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni in Israele, una notizia che ha suscitato una certa eco sui media arabo e del cosiddetto Stato ebraico.
Nei giorni scorsi la direzione della Caf, una delle più importanti imprese al mondo del settore ferroviario, ha annunciato la rinuncia all’offerta israeliana di costruire una parte della rete ferroviaria leggera di Gerusalemme. I dirigenti della “Construcciones y Auxiliares de Ferrocarriles” hanno fatto sapere di non essere interessati “a costruire una sezione della metropolitana leggera di Gerusalemme perché il percorso includerebbe territori palestinesi che verrebbero confiscati, in violazione delle risoluzioni internazionali”. 
Inoltre, l’azienda ha evidenziato la necessità che i progetti di realizzazione delle linee di trasporto, specialmente a Gerusalemme, rispettino i regolamenti internazionali e i diritti umani delle popolazioni coinvolte. A tal proposito la Caf ha ricordato che sia le Nazioni Unite, sia la Corte Internazionale di Giustizia hanno più volte denunciato e condannato l’occupazione illegale dei territori palestinesi da parte di Israele.
A portare il management dell’impresa ad adottare una decisione così rilevante sono state le maestranze, che attraverso un pronunciamento del Consiglio di Fabbrica hanno chiesto esplicitamente che la Caf rinunciasse all’appalto. I rappresentanti dei lavoratori – sostenuti dai sindacati, in particolare quelli progressisti e vicini al nazionalismo basco – hanno denunciato l’inaccettabilità di un progetto che non solo prevede il passaggio del tracciato di 22 chilometri all’interno di territori sottratti alla popolazione palestinese, ma che serve a collegare le colonie ebraiche illegali costruite a Gerusalemme Est (le zone di Gilo e del Monte Scopus).
La realizzazione della “Green Line” della metropolitana leggera, nelle intenzioni delle autorità occupanti, si sommerebbe all’ampliamento della “Red Line”, già parzialmente realizzata negli scorsi anni.
“Riteniamo sbagliato e controproducente per la Caf realizzare un progetto che contrasta con la legalità internazionale, l’etica e la solidarietà e la cui realizzazione produrrebbe un forte riprovazione sociale”, hanno scritto i componenti del Consiglio di Fabbrica nel comunicato inviato alla direzione.
“Le persone che lavorano nella CAF non meritano di essere coinvolte in un progetto che la stragrande maggioranza della comunità internazionale respinge”, ha affermato il sindacato nazionalista Ela, il più rappresentativo tra i lavoratori dell’impresa. Da parte sua, il sindaco Lab – sinistra indipendentista basca – ha insistito sul carattere discriminatorio dell’opera, ricordando che l’utilizzo del nuovo collegamento ferroviario sarebbe riservato ai soli coloni ebrei mentre i palestinesi ne sarebbero esclusi.
Quella annunciata dall’impresa di Beasain (località della provincia della Gipuzkoa, nella Comunità Autonoma Basca) è una decisione importante, perché giunge da un “pezzo da novanta” del settore ferroviario. L’impresa è la principale dello Stato Spagnolo per quanto riguarda la costruzione di locomotrici e vagoni ferroviari, e impiega circa 4mila dipendenti sparsi negli stabilimenti di Spagna (Beasain e Irun nel Paese Basco e Saragozza in Aragona), Francia, Stati Uniti, Messico e Brasile.
Alla Caf si deve la realizzazione negli ultimi anni dei convogli della metropolitana in varie capitali e grandi città in decine di diversi paesi in tutto il mondo, compresa Roma.