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Ostaggi della propaganda: governo senza soluzioni per il caso Sea Watch 3 si rivolge alla corte europea contro l’Olanda

Angela Mauro 28/01/2019
“Se l’Aja accoglie, facciamo il corridoio umanitario”. Ma gli olandesi dicono di no. Mattarella sente Conte che battibecca con Macron…

Stavolta da Bruxelles non è arrivato nemmeno un monito, un suggerimento, una dichiarazione. Il caso Sea Watch 3, da 4 giorni ferma al largo di Siracusa senza poter sbarcare i suoi 47 migranti soccorsi nel Mediterraneo, rimbalza tra le polemiche del dibattito italiano, gli insulti anche sessisti a Stefania Prestigiacomo di Forza Italia che ieri è salita a bordo della nave della ong olandese insieme a Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e il Radicale Riccardo Magi. Poi ci sono le denunce dei parlamentari Dem che oggi, dopo un braccio di ferro col Viminale, sono riusciti anche loro a far visita ai migranti della Sea Watch 3. E c’è una sottile linea diplomatica che scorre tra Palazzo Chigi e il Quirinale: Giuseppe Conte ne parla con Sergio Mattarella che auspica una soluzione al più presto. Ma niente: il caso Sea Watch 3 non trova ancora soluzioni né a Roma, né a Bruxelles o in altre capitali europee.
Il governo è ostaggio della sua stessa propaganda. E lo è tutta l’Europa, man mano che si avvicinano le elezioni di maggio.
L’Italia continua a prendersela con l’Olanda, in quanto la Sea Watch 3 ha bandiera olandese. Dovrebbe essere il governo de l’Aja ad accogliere i 47, ribadiscono a sera da Palazzo Chigi. In una nota, il governo annuncia che “domani l’Italia depositerà una memoria davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, con la quale farà valere la giurisdizione olandese, contestando la propria legittimazione passiva. In altri termini, affermerà che non è l’Italia a dover rispondere di questo caso, alla luce del diritto nazionale e internazionale”. E, continua la nota, “già da ora l’Italia si rende disponibile, una volta riconosciuta la giurisdizione olandese, a offrire un corridoio umanitario al fine di consentire un trasferimento dei migranti verso l’Olanda”. Nella nota poi si contesta la “temeraria condotta della Sea Watch che, in condizioni di mare mosso, anziché trovare riparo sulla costa tunisina distante circa 40 miglia, universalmente considerata porto sicuro, si è avventurata in una traversata di centinaia di miglia mettendo a rischio l’incolumità dei migranti a bordo”.
Va detto che su quest’ultima circostanza, la procura di Siracusa oggi ha specificato di non ravvisare gli estremi per alcun reato: il comandante ha scelto la rotta che riteneva più sicura, viste le condizioni meteo marine, ha argomentato il pm Fabio Scavone, ex ufficiale di marina.
“O l’Ue redistribuisce questi 47 o, ancor meglio, l’Olanda se li prende: la bandiera non è una cosa folklorstica, indica che quella barca è Olanda”, dice il vicepremier Luigi Di Maio intervenendo a “Quarta Repubblica”, su Rete 4. “Siamo pronti a un incidente diplomatico con l’Olanda: è tempo che rialziamo la testa e ci facciamo sentire”.
Dopo aver fallito con il piano di far sequestrare la nave alla guardia di finanza per far sbarcare i migranti e poi distribuirli a qualche paese europeo – non si sa quale, visto che stavolta nessuno ma proprio nessuno si fa avanti – Matteo Salvini conferma ancora a sera che per lui “non sbarca nessuno”. Ma, a quanto si apprende da fonti istituzionali, anche lo stesso ministro dell’Interno dalla linea dura e confortata dai suoi seguaci sui social si rende conto che una soluzione bisogna trovarla. Insomma: i 47 migranti non possono restare lì a bordo per sempre. Tanto più che oggi dalla Sea Watch 3 hanno lanciato l’allarme su una possibile “emergenza sanitaria”: anche il terzo servizio igienico della nave nelle prossime ore potrebbe diventare inutilizzabile. A bordo ci sono i 47 migranti più i 22 del personale dell’Ong.
Così non può durare. Anche perché all’orizzonte si affaccia un altro ricorso al Tar contro Salvini, dopo quello che lo ha portato davanti al tribunale dei ministri per il caso Diciotti l’estate scorsa: se il Parlamento darà l’ok all’autorizzazione a procedere, il vicepremier leghista rischia davvero di finire sotto processo. E la possibilità non è remota visto che sulla carta il M5s dovrebbe votare a favore della richiesta dei magistrati e così anche il Pd. Salvini potrebbe contare solo sui voti dei leghisti e di Forza Italia: dopo il caso Prestigiacomo, sarà compatta? Si vedrà.
Il nuovo ricorso lo annunciano i Dem. “Riteniamo che quanto stia avvenendo sia illegale. Saremo costretti a presentare domani un esposto alla procura della Repubblica perché riteniamo che la permanenza dei 47 persone in questo modo sia fuori da ogni norma”, dice il presidente del Pd Matteo Orfini dopo la visita insieme al segretario Maurizio Martina a bordo della Sea Watch 3, nave sulla quale a staffetta nei prossimi giorni saliranno altri parlamentari del Pd e anche gli eurodeputati a cominciare da Cecile Kyenge, Silvia Costa, Michela Giuffrida e Daniele Viotti. Orfini e Martina intanto tornano sulla terraferma con un avviso di garanzia: “Sbarcando dalla nave – spiega il parlamentare del Pd – abbiamo scoperto di essere indagati perché a quanto pare la nostra presenza sulla Sea Watch costituirebbe un reato. Ci contestano la violazione di un dispositivo di polizia. Noi riteniamo di non aver violato alcuna legge, quello che abbiamo fatto è nelle nostre prerogative parlamentari. Riteniamo al contrario che il governo stia commettendo alcuni reati”.
L’avvocato Salvatore Di Pardo, autore del ricorso dell’anno scorso contro Salvini, ci conferma le ragioni di una nuova azione legale in questa intervista ad Huffpost. “Nel caso della Diciotti – ci spiega Di Pardo – non c’era un provvedimento strutturato che diceva perché si derogava alla procedura amministrativa di far sbarcare queste persone e perché si derogava a quanto stabilito dai trattati internazionali. C’era solo un tweet del ministro. E anche nel caso Sea Watch 3 non c’è un provvedimento ad hoc. Salvini continua a mischiare le sue posizioni sull’immigrazione con il salvataggio delle persone in mare, che è regolato da leggi italiane e internazionali. Il tutto in barba alla legge e interferendo con i procedimenti amministrativi…”..
Oggi interviene Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza: in una lettera al governo chiede di sbarcare i minorenni e garantire adeguata accoglienza.
Interviene anche il garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma: “Questa è una situazione assolutamente illegale – dice – Chi arriva nel territorio italiano deve essere identificato. Dopo, puoi rimpatriarli ma devi innanzitutto identificare le persone, le devi far scendere”.
“Nessuna ragione può legittimare la violazione di norme costituzionali e internazionali, ancora meno quando, come è in questo caso, siano in gioco la vita e la salute delle persone (alcune delle quali minorenni) che non possono essere negoziate e strumentalizzate per finalità politiche”, affermano in una nota Cristina Ornano e Maurizio Carbone, segretario e presidente di AreaDg, l’associazione delle toghe progressiste.
Il punto è che stavolta non solo non ci sono segnali da Bruxelles. Ma non ci sono nemmeno distinguo all’interno del governo, a differenza dei casi ‘Sea Watch’ e ‘Sea Eye’ soltanto 20 giorni fa. In quel caso, Giuseppe Conte e poi Luigi Di Maio chiesero di far sbarcare almeno donne e bambini, a monte di due settimane di giri nel Mediterraneo da parte delle due imbarcazioni. E dopo ben 19 giorni di trattative, le due navi riuscirono ad attraccare a Malta, i migranti distribuiti tra alcuni Stati europei.
Per la ‘Sea Watch 3’ non c’è nemmeno l’ombra di una trattativa, per ora. Mattarella auspica che si trovi una soluzione quanto prima e oggi ne ha parlato con Conte. Domani il premier sarà a Cipro, per il vertice dei paesi europei che si affacciano nel Mediterraneo. Tra gli altri, ci sarà anche Emmanuel Macron: difficile aspettarsi una mano tesa dalla Francia. Non è mai successo in passato, ancora meno probabile è oggi, vista la crisi diplomatica aperta da Luigi Di Maio contro Parigi sull’uso del franco Cfa nelle ex colonie francesi in Africa.
Una polemica che continua. Ecco Macron oggi: “L’Italia merita leader all’altezza”. E Conte non si lascia sfuggire l’occasione: “La valutazione se i leader siano più o meno all’altezza non può che essere rimessa al popolo. Gli italiani lo hanno stabilito e sono costanti in questo convincimento come dimostra il fatto che il consenso di questo governo è tra i più alti di tutti i governi europei”.
Intanto oggi Macron è stato al Cairo e ha “consegnato al presidente Al Sisi una lista sui soggetti che – ha detto – ci paiono i più evidenti e, in ogni caso, i più importanti” di violazioni di diritti umani e civili. Uno sgambetto all’Italia, che non riesce a farsi valere sull’Egitto per avere la verità sul caso Regeni a tre anni dai fatti.
La propaganda elettorale per le europee di fatto paralizza i leader e blocca la ‘Sea Watch 3’ in un limbo di mare dal quale la terraferma si vede ma non si tocca.