Parigi brucia e Bruxelles dorme
Roberto Arditti 08/12/2018 |
Perché nessuno avanza timori sulla tenuta dell’ordine democratico in Francia? Perché nessuno mette in discussione le scelte del presidente Macron?
Ma che roba è questa Europa (politica, della moneta e e dei mercati), che non dice una parola (salvo poche eccezioni) su quanto sta accadendo in Francia?
Perché Bruxelles tace sulla dimensione impressionante e preoccupante delle manifestazioni dei “gilet gialli”?
Perché nessuno avanza timori sulla tenuta dell’ordine democratico in Francia?
E, infine, perché nessuno mette in discussione le scelte del presidente Macron (trattato come se nulla fosse accaduto e nulla fosse in procinto di accadere) mentre in situazione analoga altri governati verrebbero commissariati a botte di “spread”?
Prendiamo un fatto e una notizia di queste ore (entrambi gravissimi) come cartina al tornasole.
Il fatto è la reazione della polizia alle proteste avvenute nel paesino di Mantes-la-Jolie, dove un gruppo di studenti (più altri dimostranti adulti) sono stati trattati come veri e propri delinquenti, con scene immortalate in video e foto che li ritraggono inginocchiati con la faccia al muro e le mani legate dietro la schiena.
Una scena da paese dittatoriale che non ha cittadinanza in democrazia, a meno di evidente flagranza di reato per gravi imputazioni.
Una scena talmente inaccettabile da condurre il ministro dell’Interno in carica Blanquer a dichiararsi “sotto choc” dopo averle viste (quindi attendiamo ad horas da parte sua provvedimenti conseguenti).
La notizia è invece nel numero di agenti mobilitati in vista della nuova manifestazione prevista sabato a Parigi, che il governo ha comunicato ufficialmente: 89.000 unità, dotate di ogni tipo di mezzi antisommossa.
Per capirci sui numeri, vale la pena ricordare che i carabinieri sono in totale 115.000 circa.
Quindi sabato nella capitale francese sarà presente un dispositivo di sicurezza che mobilita un numero di agenti pari a quasi il 90 % dell’intera Arma dei Carabinieri.
Ora, di fronte a questo spiegamento di forze solo una conclusione è possibile: lo Stato è in pericolo in Francia, minacciato da forze di tale grandezza da richiedere misure di sicurezza analoghe a quelle necessarie di fronte a una minaccia di colpo di Stato.
E l’Europa dov’è?
I solerti commissari UE, pronti a commentare anche un sussurro di Salvini o Di Maio, uno 0,1 di Tria o Conte, dove sono?
E la Troika è pronta ad entrare in azione per salvare la République o sono tutti annebbiati dai ricevimenti pre-natalizi, che già da 15 giorni occupano tutte le serate della gaudente comunità internazionale che soggiorna nella capitale belga?
La verità è che la Francia è la Francia, quindi tutto va bene, madama la marchesa.
Anche di fronte a situazioni gravissime, distorsioni dello Stato di diritto palesi, minacce all’ordine democratico del secondo Paese più popoloso d’Europa nessuno ha nulla da dire, nemmeno un miserabile comunicato stampa di un Tusk o un Moscovici qualsiasi.
Pensate, solo per un attimo, cosa accadrebbe per molto meno al povero Conte ed ai suoi scudieri (ma anche “padroni” politici) Salvini e Di Maio per molto meno.
Verrebbero massacrati in ogni angolo del pianeta ed in particolare dai partner europei.
Ma loro sono orrendi populisti/sovranisti, Macron è un elegantissimo e modernissimo riformista/progressista di nuovo conio.
C’est la vie, che ci piaccia o no.