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Migranti, Natale in mezzo al mare per la Open Arms: “Navighiamo verso Algeciras”

Repubblica 25 dicembre 2018
La nave della Proactiva dovrebbe arrivare in Spagna il 28 dicembre. A bordo 311 persone, molti i bambini. Un’altra nave, la Sea Watch, con 33 migranti, rilancia: “Abbiamo bisogno di un porto sicuro”.

Natale in mezzo al mare per l’equipaggio di Open Arms, la nave della Ong spagnola Proactiva, e i 311 migranti a bordo, tanti bambini, in viaggio verso il porto spagnolo di Algeciras dopo il rifiuto di Malta e Italia di accoglierli. “Oggi è #Natale. Celebriamo la Vita con la maiuscola, il regalo più grande per chi è a bordo #OpenArms.
Grazie a tutte le persone che rendono possibile il nostro lavoro, siete il motore che ci fa andare avanti ogni giorno, grazie a voi continuiamo a difendere la vita”: questo il messaggio postato su Twitter dall’associazione, insieme a un video in cui si vedono le persone sul ponte, alcune ancora addormentate, altre già in piedi, avvolte nelle coperte. Si sente distintamente un ‘thank you’ (grazie).
Sul profilo della Proactiva Open Arms altri video e foto sono stati postati nelle ultime 24 ore, mostrando i volontari – con tanto di cappelli da Babbo Natale – che giocano con i bambini, l’apertura dei regali, i canti natalizi. “La loro gioia e la loro allegria sono il regalo più bello. Buon Natale!”, si legge in un altro messaggio mentre i più piccoli vengono ripresi mentre partecipano con l’equipaggio a ‘Tio’ de Nadal’, una tradizione catalana che prevede la ‘bastonatura’ di un tronchetto di legno dal quale escono regali. In questo caso pastelli e libri da colorare, che hanno fatto la felicità dei bambini.
Domenica, il comandante della nave aveva annunciato che il porto di sbarco sarebbe stato Algeciras e che martedì li avrebbe raggiunti la barca a vela Astral con cibo, coperte e medicine. Insieme sono in rotta verso la costa spagnola. “E’ stata una giornata molto intensa, trascorro sempre il Natale con la mia famiglia, ma quello che sto facendo lo compensa, mi fa sentire molto felice”, ha confessato Ayelen Gaikwoski, una dei volontari che, come il resto dell’equipaggio, è impegnata al massimo per aiutare il più possibile e rendere meno duro il viaggio per gli oltre 300 migranti a bordo che hanno salvato alcuni giorni fa. “Pensare che stavano per morire, vivere con loro, è qualcosa di molto speciale”.
Intanto, a sud-est di Lampedusa si trova la nave della Ong Sea Watch, con a bordo 33 migranti di 17 nazionalità diverse salvati sabato scorso nel Mediterraneo centrale. “Abbiamo bisogno di un porto”, scrivono su Twitter. L’organizzazione ha chiesto – per ora senza successo – a Malta ed Italia l’autorizzazione a sbarcare. E ieri ha sollecitato l’intervento delle autorità tedesche. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto che l’Italia “ha aperto il cuore e anche il portafoglio abbastanza. Contiamo sui tedeschi, sugli spagnoli, sugli olandesi, sui francesi. L’Italia negli anni passati ha fatto sbarcare più di 700mila persone. Direi che il cuore e il portafoglio li abbiamo aperti abbondantemente: adesso tocca agli altri”. 
Nei giorni scorsi, tra il 22 e il 23 dicembre, oltre 200 migranti sono stati soccorsi da una nave della Marina militare del Marocco nel Mediterraneo. Tutti a bordo di imbarcazioni di fortuna, sono stati trasportati a terra, tra Nador, Al Hoceima e Tangeri, dove hanno ricevuto i primi soccorsi. Numerosi i bambini soccorsi tra i migranti per lo più subsahariani, secondo quanto riferito da fonti militari. Sulle barche che tentavano di raggiungere la Spagna sono stati trovati anche cinque corpi senza vita.