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L’indifferenza uccide forse più della violenza

Giuditta Pasotto 21/12/2018
Vi voglio raccontare qualcosa che mi è successo negli ultimi 6 mesi.

5 mesi fa ho partorito, nel mese precedente al parto nessuna persona, né uomo né donna mi ha mai fatto passare avanti alla cassa del supermercato nonostante verso la fine vi assicuro camminavo a malapena e compravo non più di due o tre cose.
Da 5 mesi mi aggiro con il passeggino fra le vie della mia città e sono più le volte che la gente mi chiude la porta in faccia nei negozi di quelle nelle quali qualcuno si accorge che potrei aver bisogno di una mano per entrare.
Quando so di dover prendere l’autobus, mi attrezzo con il marsupio così da non essere di intralcio con il passeggino, e in 5 mesi, solo una volta mi è stato ceduto il posto, da una signora anziana nonostante ci siano posti contrassegnati a priorità anziani, donne incinta o con bambini piccoli, lo stesso accadeva quando ero incinta ovviamente, solo chiedendo esplicitamente di poter usufruire del posto, talvolta prontamente e talvolta un po’ scocciate le persone cedono il posto.
Aspettando l’arrivo dell’ascensore in luoghi affollati, mi è capitato più volte di essere travolta da persone frenetiche di entrare che non aspettavano nemmeno il completo deflusso delle persone presenti in ascensore che con la scusa di essere più ‘agili’ si infilavano celermente non preoccupandosi minimamente del fatto di essermi passati avanti.
Una volta sono uscita dal supermercato con mio figlio nel marsupio, mi si è rotto il sacchetto della spesa, in più pioveva, (si sa che se qualcosa può andar male lo farà! Secondo la legge di Murphy) nessuno si è fermato ad aiutarmi nonostante fossi molto impedita nei movimenti e non avessi che la mia borsa dove infilare la spesa, a un certo punto è passato un giovane con le cuffie l’ho fermato e l’ho obbligato ad aiutarmi.
Ho comprato qualche giorno fa la cameretta nuova di mio figlio e insieme agli altri due figli la stavamo scaricando dalla macchina parcheggiata vandalicamente in seconda fila per poter scaricare le cose pesanti davanti al portone. Accanto a casa mia c’è un bar, e tutte le persone sedute lì a sorseggiare i loro drink ci davano istruzioni per come fare a tirare fuori dalla macchina i pezzi incastrati come nel Tetris. Nessuno si è mosso ad aiutarci.
Oggi giravo per le vie del centro con il passeggino, i marciapiedi sono stretti e permetto il passaggio di due persone al massimo insieme, pertanto con il passeggino o passo io o passano quelli nel senso opposto. Non ho contato, ma a occhio e croce 10 volte nel giro di 400 metri mi sono trovata con persone che si aspettavano che io scendessi dal marciapiede per farle passare e con aria sperduta mi guardavano come a dire: ‘scusa ma dove dovremmo passare?’
Questo è un riassunto minimale di quello che ogni giorno capita a chiunque viva nel mondo: proviamo semplicemente a VEDERE il nostro prossimo, a prescindere dal sesso, dall’età e dalla razza.
Mio padre è morto per omissione di soccorso in un parco pubblico, l’indifferenza quotidiana delle persone, dai vicini di casa che quando sentono una lite in famiglia o vedono la vicina con un occhio nero girano lo sguardo dall’altra parte fino alle istituzioni, quando non accolgono o addirittura sottovalutano le denunce, uccide quasi di più della violenza o perlomeno è l’anticamera della violenza.
La violenza va combattuta in ogni sua forma, ma anche l’indifferenza è una piaga terribile, e quello che io faccio nel quotidiano e che cerco di trasmettere ai miei figli è di vedere il prossimo, aiutare gli altri e rendersi conto se intorno a loro ci sono persone in difficoltà. Non c’è bisogno di insegnargli la NON VIOLENZA se si insegna da subito il rispetto.