ISRAELE. Al via l’operazione contro i tunnel di Hezbollah
Roberto Prinzi 4 dicembre 2018 |
L’esercito israeliano ha fatto sapere che il centro delle operazioni è la città di Metulla, che le attività avverranno solo in territorio israeliano e che richiederà alcune settimane prima di essere completata.
L’esercito israeliano ha dato oggi inizio ad una operazione per “scoprire e fermare” eventuali attacchi sotterranei del partito sciita libanese Hezbollah. Secondo quanto ha dichiarato il portavoce militare israeliano Jonathan Conricus, i soldati hanno oggi identificato alcuni tunnel che dal sud del Libano arrivano nel nord d’Israele, ma ha anche precisato che le operazioni avverranno solo all’interno del territorio israeliano e che non oltrepasseranno il confine. Da quel poco che filtra si sa che il centro dell’operazione stamane è la città di Metulla (al confine tra i due Paesi) e che alcune aree vicine al confine sono state chiuse. Secondo una fonte militare, inoltre, l’operazione potrebbe richiedere settimane prima di essere completata.
Un video dell’esercito pubblicato oggi mostra alcuni militari israeliani impegnati in alcune località non meglio precisate e sostiene che si tratta di “preparazioni tattiche per mostrare il progetto dei tunnel di Hezbollah”. Tunnel che per ora, fa sapere l’esercito, non sono ancora operativi ma che comunque pongono “una minaccia immediata” ai civili israeliani oltre a costituire una “violazione grave e palese della sovranità israeliana”. Perciò, afferma, Israele ha “aumentato la sua presenza e la sua prontezza” nell’area ricordando al nemico sciita che è “pronto a qualunque scenario”. La situazione resta per ora calma sul lato libanese dove l’esercito e i soldati dell’Onu monitorano come sempre il confine tra i due stati. Nel momento in cui vi scriviamo, Hezbollah non ha rilasciato alcun commento sull’operazione israeliana in corso.
Lo scorso mese, durante un discorso televisivo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva lasciato intendere di una imminente offensiva israeliana: “Non dirò stasera quando agiremo e come. Ho un piano chiaro, so cosa fare e quando farlo. E noi lo faremo”. Non è chiaro se il riferimento fosse in qualche modo a quanto sta avvenendo in queste ore. Quel che è certo è che ieri il premier ha incontrato il Segretario di Stato Mike Pompeo a Bruxelles e, secondo un fonte governativa israeliana, lo avrebbe avvisato dell’inizio dell’operazione di oggi.
La situazione al confine tra Libano e Israele resta di calma apparente. Da mesi, infatti, Tel Aviv minaccia di intraprendere una nuova operazione militare nel Paese dei Cedri con il pretesto di distruggere Hezbollah. Emblematiche a riguardo furono le parole del dimissionario ministro israeliano alla difesa Liberman che a gennaio dichiarò che “in una futura guerra, il Libano avrebbe pagato un caro prezzo per i suoi legami con l’Iran”. Ma parole molte dure contro Hezbollah sono state ripetute nel corso dei mesi anche da altri esponenti governativi o parlamentari. Lo stesso Netanyahu, nel suo recente discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, denunciò la presenza (presunta) di missili di Hezbollah nell’area a sud di Beirut, in particolar modo vicino all’aeroporto internazionale Rafiq al-Hariri.Accuse mai dimostrate a cui Hezbollah reagì organizzando un tour nell’area per i diplomatici occidentali con l’obiettivo di dimostrare la falsità delle parole del leader israeliano.
Nel caso di una nuova guerra il segretario del partito di Dio Nasrallah ha comunque promesso lo scorso anno che il conflitto avverrà all’interno del territorio israeliano e che “non ci sarà luogo che non potrà essere raggiunto dai missili e dagli stivali dei combattenti della resistenza”.