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Ilwad Elman e la lotta per il disarmo in Somalia

Federica Iezzi 6 ottobre 2018
Ilwad Elman è un’attivista somalo-canadese e lavora all’Elman Peace and Human Rights Center a Mogadiscio, accanto a sua madre Fartuun Adan, fondatrice dell’organizzazione non governativa.

Figlia di un ardente attivista per la pace negli anni ’90, definito padre del mantra Drop the Gun, Pick up the Pen, poi assassinato nel 1996, e co-fondatrice del primo centro di crisi contro gli stupri per i sopravvissuti alla violenza sessuale e di genere, continua a guidare interventi nel campo della sicurezza e ad abbracciare programmi per il disarmo, l’emancipazione e la riabilitazione di bambini soldato.
È coinvolta nella direzione di Sister Somalia, una filiale dell’Elman Peace and Human Rights Center, primo programma del paese per le vittime della violenza di genere, nel lungo e delicato processo della ricostruzione post-bellica somala. Fornisce consulenza, assistenza sanitaria e alloggi alle donne in stato di necessità.
Di fronte ad altri 76 attivisti di 36 diverse nazioni africane, Elman nel 2011 ha rappresentato la Somalia durante la campagna Climb Up, Speak Out sul monte Kilimanjaro, evento organizzato da UNite Africa sotto la guida di UN Women. Al di là delle sue funzioni in Elman Peace, Ilwad è avvocatessa della Kofi Annan Foundation, nelle battaglie contro l’estremismo violento.
Come presidente del gruppo Child Protection Gender Based Violence Case Management Group e come membro fondatore del Advisry Committee for researching gender Based Violence Social Norms in Somalia and South Sudan, cura la responsabilità globale della protezione dell’infanzia. Nell’agosto 2016 Ilwad è stata nominata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, consigliere per la gioventù, la pace e la sicurezza.