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Giudice Usa blocca una legge contro il Bds in Arizona

Ali Harb – traduzione di Amedeo Rossi – 5 ottobre 2018
Un tribunale del Kansas riconosce la legittimità del boicottaggio come atto politico nonviolento e accoglie la richiesta di un avvocato a cui lo Stato aveva chiesto di firmare una dichiarazione in cui si diceva estraneo al Bds.

Più di 20 Stati Usa hanno approvato leggi contro il Bds, ma in gennaio una normativa simile è stata sospesa da un giudice nel Kansas. Un giudice statunitense ha sospeso una legge dell’Arizona che vieta allo Stato di mantenere rapporti con collaboratori esterni che boicottano Israele.
La sentenza è stata il secondo colpo alle leggi contro il boicottaggio a livello statale, dopo che in gennaio un giudice aveva bloccato una norma simile in Kansas. Mikkel Jordahl, un avvocato che gestisce un proprio ufficio legale e ha un contratto con lo Stato come legale dei detenuti, lo scorso anno ha fatto causa all’Arizona rifiutandosi di firmare una dichiarazione in cui diceva di non essere impegnato nel boicottaggio di Israele.
La giudice Diane Humetewa ha sentenziato a favore di Jordahl, imponendo un provvedimento inibitorio sulla legge, che secondo lei viola il diritto costituzionale a “boicottaggi politici collettivi”. Humetewa ha affermato che chiedere a chi ha un contratto con lo Stato di dichiarare che non boicotta Israele “lede il carattere significativo dei boicottaggi politici collettivi, congelando la possibilità del querelante di unirsi alla più complessiva richiesta di un cambiamento politico.”
Jordahl aveva detto di essere stato indotto al boicottaggio di imprese che appoggiano l’occupazione israeliana dei territori palestinesi dalla campagna “Peace Not Walls” [Pace Non Muri] della Chiesa luterana evangelica in America. Citando una serie di precedenti, Humetewa ha sentenziato che i boicottaggi politici che intendono raggiungere un fine comune riguardano la libertà di parola.
“Una restrizione della possibilità di un singolo di partecipare a un appello collettivo per opporsi a Israele indiscutibilmente rappresenta un limite per imprese che desiderano impegnarsi in un simile boicottaggio ad esprimersi, come garantito [dalla legge] – ha scritto la giudice – Il tipo di azione collettiva presa di mira dalla legge riguarda specificamente i diritti di riunione e associazione di cui gli americani e i cittadini dell’Arizona usufruiscono ‘per promuovere cambiamenti politici, sociali ed economici’”.
Jordahl ha affermato che le politiche dello Stato devono essere valutate in base alla Costituzione Usa, che concede una totale protezione alla libertà di parola. “Non penso che i nostri legislatori abbiano il diritto di derogare dai diritti del nostro Primo Emendamento”, ha detto a Middle East Eye.
L’Arizona ha approvato la sua legge contro il boicottaggio nel 2016. Jordahl dice di aver firmato controvoglia la dichiarazione quell’anno. Ma dopo un viaggio in Israele e nei territori palestinesi ha rifiutato di acconsentire alla dichiarazione contro il boicottaggio per rinnovare il suo contratto.
“Quando sono tornato e mi è stato chiesto di firmare di nuovo questa certificazione, semplicemente non l’avrei potuto fare perché per me sarebbe stata una vergogna – ha detto l’avvocato – Non ha niente a che fare con i miei contratti locali. Ma qui lo Stato dell’Arizona mi sta obbligando a dire come non posso spendere il mio denaro. Semplicemente non voglio sostenere affari che traggano profitto dall’occupazione in Cisgiordania. Spetta me [deciderlo], non a loro”.
L’Unione Americana per le Libertà Civili [ong Usa che si occupa di diritti civili e individuali, ndtr.], che ha appoggiato Jordahl nel contenzioso, ha accolto favorevolmente la sentenza di Humetewa. “I boicottaggi politici sono una forma di protesta non violenta difesa dalla Costituzione – ha detto giovedì in un comunicato Kathy Brody, responsabile giuridica dell’Aclu in Arizona – La sentenza di oggi sostiene il concetto che il governo non ha il diritto di dire alle persone – neanche a quelle contrattate dallo Stato – quali cause possano o non possano appoggiare.”
Più di 20 Stati Usa hanno approvato leggi che limitano il boicottaggio di Israele nel tentativo di lottare contro il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (Bds). Chi critica queste leggi dice che i governi degli Stati stanno cercando di mettere a tacere il dibattito sulla Palestina, violando la libertà di espressione e la costituzione USA.
L’avvocato dell’Aclu Brian Hauss ha detto che la decisione dell’Arizona dovrebbe mandare un “messaggio forte” ai legislatori in tutti gli Usa. “Il diritto al boicottaggio è vivo e vegeto negli Stati Uniti e i governi degli Stati non dovrebbero cercare di utilizzare i propri mezzi finanziari nei confronti di chi ha contratti con lo Stato per impedire la libertà di parola”, ha detto Hauss in un comunicato.