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Steve Bannon, artefice del sovranismo europeo?

GIUSEPPE VATINNO 19 SETTEMBRE 2018
Uno spettro si aggira per l’Europa, il comunismo? No, Steve Bannon e il suo ‘The Movement’, la formazione politica approntata dall’ex consigliere del Presidente Usa Donald Trump per prendersi l’Europa alle prossime elezioni di maggio. I particolari esatti ancora non si conoscono ma il progetto è stato annunciato ufficialmente.

Ma chi è Steve Bannon?
Steve Kenin Bannon, l’anima nera dei populisti americani, è nato nel 1953 a Norfolk, in Virginia, Usa aa una famiglia di immigrati irlandesi cattolici di modesta estrazione sociale e che votava per i democratici, Bannon si impegna e si laurea in architettura presso l’Università della Virginia con una tesi di pianificazione urbana. Successivamente, consegue un prestigioso master in Sicurezza nazionale presso la Georgetown University di Washington, gestita dai padri gesuiti, e poi un master in BA presso l’Università di Harvard. Segue un periodo militare in cui fa l’ufficiale per la marina degli Stati Uniti.
Si dedica poi anche alla produzione, regia e sceneggiatura di film e al giornalismo, attività che svolge tuttora.
Diviene noto come gestore del sito di estrema destra Breitbart News -riferimento del movimento dei Tea Party repubblicani- che lo fa conoscere al grande pubblico come voce della cosiddetta Alt-Right. È poi stato vicepresidente di Cambridge Analytica, coinvolta nel Russiagate.
Ma il vero salto di qualità Bannon lo fa divenendo coordinatore della vincente campagna elettorale presidenziale di Donald Trump nel 2016 che lo ricompensa nominandolo membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Capo-stratega della Casa Bianca nel gennaio del 2017. Però l’Idilio governativo dura poco. Dal ruolo di Consigliere esce nell’aprile dello stesso anno, si dice, a causa di contrasti con la corrente più moderata, incarnata dalla figlia del Presidente Usa, Ivanka Trump che era da poco entrata nel Consiglio stesso. Nell’agosto 2017 Bannon abbandona anche dal ruolo di consigliere strategico di Trump, tornando al ruolo di presidente esecutivo di Breitbart News, diretto da Alex Marlow.
Nel gennaio 2018 lascia anche questo incarico a causa delle rivelazioni del libro ‘Fire and Fury’ di Michael Wolff, in cui Bannon si lascia andare a commenti molto sprezzanti della famiglia presidenziale, specialmente della figlia Ivanka e di suo marito Jared Kushner.
A questo punto, l’angelo nero americano volge il suo sguardo oltre l’Atlantico, verso l’Europa, terra dei suoi avi irlandesi.
In un anno di alacre lavoro Bannon comincia a progettare e a costruire appunto ‘The Movement’, che ha come obiettivo il coordinamento di tutti i movimenti populisti europei a Strasburgo. Il leader della Lega Matteo Salvini ha da poco aderito, ed è nota la vicinanza di Bannon a Marion e Marine Le Pen, a Viktor Orban e Nigel Farage. Da ultimo ha conosciuto anche Jimmi Akesson dei Democratici Svedesi che hanno ottenuto un grande successo in Svezia costituendo, per alcuni osservatori, un allarme per la democrazia.
In Italia, Bannon è particolarmente attivo e considera Roma il centro del movimento sovranista internazionale, grazie a Matteo Salvini che considera un leader mondiale e ai Cinque Stelle con cui ha un ottimo rapporto. È di solo qualche giorno fa la notizia che Bannon farà partire a breve dei corsi universitari tenuti da professori italiani e americani, presso l’antica abbazia dei Trisulti in Ciociaria, insieme al cardinale conservatore Raymond Leo Burke, che è uno dei critici teologici di Papa Francesco, essendo tra gli estensori, insieme ai Cardinali Walter Brandmuller, Joachim Meisner e Carlo Caffarra, dei ‘Dubia’ riguardo la Amoris Laetitia, esortazione apostolica di Papa Bergoglio.
La conclusione di questi scritti teologici è che Papa Francesco sarebbe un eretico fautore di ben quattro eresie:
«In quest’ora critica, ci rivolgiamo alla cathedra veritatis, la Chiesa romana, che per legge divina ha preminenza su tutte le Chiese e della quale siamo e intendiamo rimanere sempre figli leali. Rispettosamente insistiamo affinché Vostra Santità pubblicamente rigetti queste proposizioni, compiendo così il mandato di Nostro Signore Gesù Cristo dato a Pietro e attraverso di lui a tutti i suoi successori fino alla fine del mondo».
Steve Bannon è molto attivo in Europa e in Italia e con una Unione Europea in crisi può rappresentare un elemento vincente per i populisti del continente, tanti ma non ancora organizzati. L’obiettivo strategico del piano di Bannon è quello di dare una compattezza programmatica e politica ai tanti sovranismi, spesso in contraddizione tra loro, sparsi nel Vecchio Continente.
Dunque ‘The Movement’ sembra avere un piano ben preciso per gestire il malcontento che serpeggia tra i cittadini europei e trasformarlo in voti politici concreti, che diano forza ed autorevolezza istituzionale a quello che per ora, è solo una sensibilità esasperata per le tradizionali tematiche della Patria, della nazione, della lotta alla immigrazione, della contestazione dello Stato e dei cosiddetti valori tradizionali.
Qualcuno dice che ‘The Movement’ è la controparte di destra della ‘Open Society’, di George Soros e da un certo punto di vista può essere anche una affermazione che un certo gradi di verità, fatta però la tara per la differente capacità finanziaria dei due soggetti.
L’esperienza americana sarà sicuramente determinante per il progetto di Bannon che conosce bene la sensibilità populista anche se l’Europa è diversa dagli Stati Uniti, per storia e condizioni socio – politiche, ma l’ex consigliere di Trump sembra aver fiutato un vento propizio per i suoi ideali di restaurazione della società.
Parimenti, l’iniziativa dei corsi universitari per cattolici dell’Abbazia dei Trisulti, rappresenta l’apertura di un nuovo fronte di sfida e di attacco alla visione riformista di Papa Francesco che, dal canto suo, tra scandali ed attacchi, risulta sempre più accerchiato.