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Decreto Salvini: incompetenza, volgarità, stupidità e cattiveria assurte a legge

GIANCARLO GUARINO 26 SETTEMBRE 2018
Decreto Salvini (o, se preferite, #decretosalvini), quello che introduce, tra l’altro, in 16 articoli, disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione

Come è noto, il nostro sistema costituzionale è caratterizzato dal fatto di essere un ‘sistema parlamentare’, dove, cioè, le leggi sono adottate e approvate da un Parlamento, i cui membri sono rappresentanti del popolo, e cioè ne esprimono la volontà, tanto che i singoli parlamentari non rispondono di ciò che fanno o dicono né a partiti, né a gruppi di elettori o altro, ma all’intero popolo. Pertanto si dice che ogni parlamentare interpreta liberamente la volontà popolare, cioè agisce in quello che ritiene essere l’interesse di tutto il popolo.

Per questo fondamentale motivo, il nostro sistema costituzionale non prevede che il Governo emetta atti legislativi, salvo casi di necessità e urgenza, cioè quando è indispensabile agire rapidamente per la mancanza di tempo o per porre riparo ad una situazione particolare, in quei casi interviene, il Governo, con un decreto legge. Ciò anche perché, se è vero che il decreto legge (cioè la legge approvata dal solo Consiglio dei Ministri, col consenso del Capo dello Stato, che ha la sola funzione di verificare che vi siano davvero le condizioni di necessità e urgenza che giustificano il decreto) ‘passa’, poi, per il Parlamento che lo deve approvare definitivamente, è anche vero che ciò accade in tempi molto brevi, quando è molto difficile intervenire con attenzione e per di più si rischia di ‘mettere in crisi il Governo’. Per di più, né va dimenticato, il Decreto legge è emesso dal Governo ‘sotto la sua responsabilità’: cioè, ne risponde non solo politicamente.


Non per caso, esiste una forma intermedia, quella del decreto legislativo, dove il Parlamento indica gli obiettivi da perseguire e il Governo adotta un decreto, che viene ‘controllato’ dal Parlamento e poi approvato definitivamente. Di nuovo, non per caso, le leggi in materia di immigrazione e cittadinanza sono decreti legislativi e non decreti legge!
Qui, nel caso del decreto Salvini, si adotta la forma del decreto legge, che lascia ben poco tempo al Parlamento per ragionarci, obbliga il Presidente della Repubblica ad accettarlo, per evitare che ne nasca una polemica infinita di carattere politico. Voglio dire che la scelta del decreto serva a coartare la volontà del Presidente della Repubblica? Ebbene, esattamente sì!
Il decreto, poi, è stato presentato in una maniera davvero insopportabile, anzi, disgustosa per un giurista. Non mi preoccupa la solita mancanza di cravatta di un Salvini come sempre discinto e straripante, né la dichiarazione che il decreto è stato adottato all’unanimità (e che c’entra!), ma il fatto volgare per cui i due presentatori, il sedicente professore di diritto avvocato del popolo Conte Giuseppe e il Ministro degli Interno Matteo Salvini, lo hanno presentato come se fosse un film di successo o qualcosa del genere:mostrando un cartello con una chiamata Twitter (si chiama ‘hashtag’ se non sbaglio): che volgarità! Ma cosa fanno quei due, vendono prosciutti, lanciano un programma televisivo, aprono uno studio di consulenze commerciali?
Mah, ormai questo è il nostro ceto politico.
Commentare il decreto (ve lo potete leggere) a fondo sarebbe cosa lunga e complicata e poco divertente: i tecnicismi sono decine. Quindi solo alcuni accenni, perché il senso del decreto è chiarissimo.
Sulla necessità e urgenza ho già detto, ma vale la pena di citare una frase, che dà il senso dell’intero decreto:un decreto scritto ‘contro‘, che nasce per impedire, per fermare dei ‘nemici’, per definizione pericolosi perché stranieri. Non è, sia chiaro, un giudizio, è una constatazione, che, da giurista, mi turba profondamente: la legislazione ‘contro’ ha sempre portato a regimi autoritari o ne è frutto.
Ma ciò che colpisce (e, francamente, mi umilia come cittadino italiano) è proprio la prima frase della premessa (i ‘considerando’ in termini tecnici) dove si dichiara una vera e propria ‘impotenza’ e‘incapacità’ italiana a fronteggiare certi fenomeni: comma 3 e 4 «Ritenuta la necessità e urgenza di prevedere misure volte ad individuare i casi in cui sono rilasciati speciali permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario, nonché di garantire l’effettività dell’esecuzione dei provvedimenti di espulsione … la necessità e urgenza di adottare norme in materia di revoca dello status di protezione internazionale in conseguenza dell’accertamento della commissione di gravi reati e di normeidonee a scongiurare il ricorso strumentale alla domanda di protezione internazionale, a razionalizzare».
In altre parole, non siamo, noi, le forze di Polizia, le Istituzioni ecc., noi non siamo in grado di individuare i casi in cui sono rilasciati i permessi di soggiorno! Che? vengono da soli, si auto-creano? sono imposti daJosephine Ange Gardien? Insomma, un bel giorno, uno (uno sporco straniero naturalmente, per lo più arabo e mussulmano) si trova in tasca un permesso di soggiorno, anzi un permesso ‘speciale’. E non basta, perché non siamo nemmeno in grado di garantire l’effettività delle espulsioni. Ma parlate sul serio? Uno che ‘viene’ espulso viene prelevato ed espulso, no? O magari gli si dice ‘sei espulso, espelliti’?
L’altro obiettivo è di scongiurare la concessione di permessi ‘strumentali’. Ma i permessi vengono rilasciati dalle Autorità, e se sono strumentali chi può saperlo meglio delle Autorità? tanto più che essendo quelli ‘speciali’ devono rispondere a particolari caratteristiche (quelle previste dalla Convenzioni internazionali) … o forse si vuole dire che sono le Autorità ad usare in maniera strumentale la concessione del permesso di soggiorno? E poi, ‘strumentali’ che vuol dire: strumentali rispetto a che? I permessi sono uno ‘strumento per’ (o sono concessi ‘allo scopo di’) fare qualcosa, evidentemente,secondo Salvini e l’avvocato del popolo, per commettere reati. Ma ci si rende conto di ciò che si scrive?
Vediamo alla fine quale è il risultato. È indicato chiaramente nell’epigrafe dell’articolo 1: «Abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e disciplina di casi speciali di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario». Dunque, è detto chiaramente: noi non vogliamo più dare permessi umanitari. Sorvolo sulla evidente cattiveria che pervade questa disposizione e tutto il decreto, non è mio compito parlarne, ma ci si rende conto che noi abbiamo stipulato delle convenzioni internazionali nelle quali quel permesso di soggiorno è regolamentato esplicitamente? Vogliamo, cioè, non applicare più quella Convenzione o, come si dice in linguaggio tecnico, ‘denunciarla’, cioè rifiutare di applicarla. Ma ciò si può fare soltanto, oltre che con legge del Parlamento (i Trattati vengono introdotti nel nostro ordinamento, mediante una legge ad hoc) sulla base di un negoziato con le altre parti dell’accordo,altrimenti si commette un illecito internazionale, con tutte le conseguenze internazionali del caso, ma anche con quelle costituzionali, perché è molto dubbio che si possa con tanta semplicità violare un accordo internazionale.
Questo Governo, a dire il, vero, ha una concezione molto singolare dei rapporti internazionali, riassumibile in una sola frase: ‘faccio quello che voglio e degli accordi me ne frego’ … molto ‘macho’, ma non so quanto utile. È proprio di queste ore l’altra dichiarazione del dioscuro (Luigi Di Maio … hai visto mai che Salvini è sul proscenio e non ci corre subito anche l’altro?) da restare a bocca aperta. Come un bambino col pollice in bocca che vede che a un suo compagno viene dato un lecca lecca e lo vuole anche lui, Di Maio grida: «la Francia sfiora il 3 % di deficit, perché non anche noi? Anche noi siamo uno Stato sovrano». Dubito che il giovane Di Maio si renda conto di cosa dice, che c’entra la sovranità. Ma, almeno rifletta un momento prima di parlare: la Francia non ha nemmeno lontanamente il debito pubblico che abbiamo noi … come dire che mentre il bambino Macron sta bene, il bambino Di Maio ha il diabete! E lo dareste un lecca lecca a un diabetico?
Solo un’ultima osservazione su un decreto, lo ripeto, troppo ampio e complesso per permettere poche parole.Dopo avere in pratica soppresso il permesso di soggiorno, con le conseguenze di cui ho detto, il generoso Salvini, concede il soggiorno, alla lettera ‘h’ dell’art. 1 numero 1 del decreto, grazie ad una modifica della legge in materia di immigrazione del 1988, con l’aggiunta di un articolo 20bis, all’art. 20 dove è disciplinata l’accoglienza per motivi umanitari a seguito di conflitti e i calamità naturali, stabilendo che se la situazione di calamità naturale (e non di conflitto!) è tale da non garantire la sicurezza del migrante, il permesso viene prorogato di sei mesi … se c’è un conflitto, una guerra, peggio per lui!
Alla lettera ‘q’ del medesimo articolo (certo che il professore di diritto potrebbe almeno spiegare che una legge cosiffatta è un incubo e, già che c’è, potrebbe piegare a Salvini e Di Maio la differenza tra comma, capoverso e numero in modo che uno che legge sappia dove andare a cercare i riferimenti) si aggiunge alla citata legge sulla immigrazione un articolo 42 bis che disciplina un permesso di soggiorno straordinario nel caso in cui lo straniero abbia fatto atti di particolare valore civile.
Non posso non ribadire quanto già dissi sul progetto circolato a suo tempo. Delle due l’una: se lo straniero è in Italia con il permesso di soggiorno, non sembra logico attendersi che ne abbia un altro se ha, che so, salvato la vita del figlio di Pinco Pallino. Ma se il permesso non ce l’ha, a parte che ci si deve domandare come faccia a fare atti di eroismo se non è in Italia, se è in Italia senza permesso è un clandestino, come direbbe Salvini, e allora è un delinquente, che va arrestato: se fa l’eroe, non è più clandestino de iure? Ma ci si rende conto di quanto questa norma è ridicola concettualmente e per il modo assurdo in cui è scritta?
All’articolo 14 il Decreto prevede la ‘revoca’ della cittadinanza. A me pare una aberrazione giuridica e una impossibilità costituzionale. La cittadinanza non si può togliere a un … cittadino, è un suo sacrosanto diritto, nemmeno al nostro mirabile re fu tolta. Una volta che hai dato la cittadinanza ad una persona, quella diventa cittadino italiano, indistinguibile da qualunque altro cittadino: la cittadinanza, dunque, non puoi toglierla, e non risulta che esista una cittadinanza provvisoria!
Mi fermo qui, per ribadire soltanto: questo decreto, peraltro scritto con i piedi (forse non a caso!) ha una sola chiara caratteristica, una sola temperie: è un decreto cattivo. Noi italiani, oggi, siamo cattivi, siamo cattivi per legge … però, però, però, vogliamo solidarietà dagli altri, e ci arrabbiamo se non ce la danno?