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Intervista a Piero Posillico

Promosaik 12-07-2018
Oggi vi proponiamo l’intervista fatta dal team di Promosaik ad un autore ed umanista di grande interesse: Piero Posillico. Invitiamo tutti i lettori a leggere i suoi libri e a lasciarvi incantare dallo stile unico di questo grande autore. Nel frattempo eccovi un piccolo spunto per scoprire meglio il suo mondo interiore.

Che cosa significa scrivere per te?

Per me scrivere non è solo una forma d’arte. Scrivere è trasmettere delle emozioni e farle arrivare al lettore. E’ importante per me esprimermi attraverso la scrittura. Mi diverte molto scrivere autobiografici, romanzi inventati e saggi. Invito chiunque volesse intraprendere la strada di scrittore per divertimento, passione e lavoro; di scrivere amando ciò che vuole trasmettere al lettore. In questo momento storico della mia vita, non potrei vivere senza scrivere. Credo che scriverò fino a quando i miei occhi si chiuderanno, la mia mente smetterà di pensare, il mio cuore di sentire e le mie mani di scrivere…

Quale credi sia la funzione di un autore nella società?

Credo che sia importante per ogni autore mandare un messaggio autentico delle situazioni bellissime e disastrose che la nostra esistenza ci offre. Capire che non tutto va bene e non tutto va male, oggi. Quello che si può cambiare e quello che si può mantenere in questa società per un futuro migliore. Sostanzialmente, capire che l’essere umano può realizzare la pace nel mondo, la ricchezza di tutti e la libertà di scegliere dove vivere. Un libro può svegliare quelle menti addormentate che sono assuefatte da un sistema di comunicazione che spinge la maggior parte degli esseri umani nel mondo verso un non-senso, cioè recepire che “tutto è male”. Quindi, ogni essere umano, secondo la “bibbia” del potere socio-economico, DEVE lavorare, DEVE pagare le tasse, DEVE essere “sotto” questo ciclone di NEOLIBERISMO che stiamo vivendo attraverso il sistema economico e sociale decisionale delle banche (Banca Mondiale, Banca Europea, Banche asiatiche tutto controllato dal Fondo Monetario Internazionale). Per costruire una buona società, ci vogliono artisti uniti per lasciare una società migliore, un eredità fantastica per quando noi non ci saremo. Praticamente, per le società future che dovrebbero vivere senza guerre e violenze nel mondo.
 Che cosa significa per te essere umanista?

Essere umanista significa mettere al centro l’essere umano come valore e preoccupazione centrale: pensare che possiamo uscire dai “nostri” dolori fisici e dalle “nostre” sofferenze mentali. Cercare ogni giorno la pace, la forza e la molta allegria per aiutare gli altri a superare appunto il dolore fisico e la sofferenza mentale. Essere umanisti è uno stile di vita perchè ogni giorno si è sempre alla ricerca del senso della vita. Quando una persona tratta gli altri come vuole essere trattata, beh si sente una persona più saggia, libera e felice nel mondo. Mettere al centro l’essere umano come valore e preoccupazione centrale stimola il senso della vita, perchè tutto il resto passa in secondo piano diventando credenze opinionabili o meno. Aiutare sè stessi per poi aiutare gli altri vuol dire essere un ottimo umanista. In conclusione, l’umanista vero, quello pratico, fa azioni valide: è colui e colei che si manifesta, tramite azioni valide senza danneggiare nessun’altro essere umano. In poche parole, essere persone vive nel mondo manifenstandosi più esempio e meno opinione.
Quali sono i temi fondamentali che affronti nel tuo libro “Pensieri di un giovane umanista”?
Il mio primo saggio, “Pensieri di un Giovane Umanista”, ha multiformità tematiche. Mi ispiro molto su credenze fisiche, sessuali, morali, psicologiche, religiose, spirituali, politiche, discriminatorie, culturali, razziali, economiche di relax e divertimento. Ognuno di noi, ha un suo proprio vissuto. Ogni essere umano crede in alcune cose, meno in altre o non crede in niente. I temi di questo libro sono multiformi; tutti possono leggerlo e confrontarsi con la propria esistenza senza pregiudizi o uniformità di pensiero. Uno dei tanti aspetti essenziali e reali è vivere in un mondo senza violenze e guerre. In definitiva, in questo saggio, non parlo solo di me, anzi tramite le mie esperienze con gli altri esalto tanto l’aspetto primario di ogni essere umano che non ha scelto niente: nè di nascere; nè dove nascere; nè quando nascere; nè come nascere. Quindi, dare più valore alla vita nella ricerca dell’allegria prima della felicità e allontanarsi sempre di più da ogni tipo di sofferenza. 
Come costruire secondo te il mondo pieno di pace, forza ed allegria di cui parli in “Tra pensare, sentire e agire”?

“Tra Pensare, Sentire e Agire” è un libro per tutti. Questo libro è il continuo del mio primo libro autobiografico, “Tra Presente, Passato e Futuro”, che parla delle mie esperienze basate tra il mio pensare, sentire e agire che si riflette tanto su qualsiasi persona che leggerà questo libro. L’idea di questo progetto raccontato in 8 capitoli diversi è basato appunto di come arrivare alla pace, forza e molta allegria da parte di ogni individuo. Costruire un mondo pieno di pace, forza e molta allegria per tutti parte dalla riconciliazione con noi stessi, con gli altri e con l’universo intero. Fare subito il vuoto di persone e situazioni del passato che non ci hanno fatto diventare ciò che vogliamo essere, ci porterà a un nuovo cammino luminoso pieno di senso. Meditare bene ogni giorno per migliorarsi e migliorare. Cercare la salute in noi stessi, per arrivare alla forza. Dopodichè l’allegria viene da sè, quando capiamo davvero che gli altri siamo noi nelle nostre diversità. Accettare le diversità cercando di creare un mondo migliore per noi stessi e per gli altri.
Che importanza ha secondo te la traduzione per la diffusione di una cultura meno violenta e più empatica?

Viviamo in un sistema opposto all’essere umano. Alla mia generazione, cioè di coloro che sono nati alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70, hanno insegnato che la violenza era solo fisica. Con la crescita, tanti hanno capito che la violenza non è soltanto fisica, ma ahime, anche sessuale, morale, psicologica, spirituale, religiosa, politica, culturale, razziale, discriminatoria, economica e anche di relax e divertimento. La violenza potrebbe essere dappertutto. Credo però che la nonviolenza sia nei cuori della maggior parte dei giovani di oggi, che  spesso vengono risucchiati da un sistema superficiale basato sul denaro e non sull’essere umano come valore e preoccupazione centrale. In sintesi, sono convinto che una cultura della nonviolenza tra i popoli, porterà  un cambiamento in futuro; mi auguro  che quelli della mia generazione, possano vedere presto nascere una Nazione Umana Universale, dove ovunque sia diffusa una cultura nonviolenta con il rispetto dell’essere umano in tutte le sue forme.