Thailandia: pugno duro della Polizia contro i monaci
Francesco
Tortora, L’Indro, 1 giugno 2018
Arrestati
monaci anziani e grandemente stimati, accuse gravi nei loro confronti
soprattutto in ambito finanziario. Infranto un tabù che voleva i monaci esenti
da azioni di polizia o giudiziarie nei loro confronti
In vicinanza
delle celebrazioni importanti in Thailandia (come in tutto il mondo buddhista)
della nascita di Buddha (Wisakhabucha),
tenutesi il 30 maggio, si è svolto (29 maggio) invece lo strappo definitivo tra
la l’Esercito oggi al comando del Paese attraverso la dittatura della Giunta
militare e l’intero contesto clericale dei monaci buddhisti thailandesi. Non
erano mancati, in precedenza, atti simili condotti dalla Giunta capitanata
dall’ex Generale Prayuth
Chan-ocha che ha preso il potere con un colpo di stato nel
2014, come quando componenti dell’Esercito –su mandato della Giunta- hanno
varcato i confini delle aree di competenza delle Amministrazioni buddhiste ed
assegnate ai monaci, con la motivazione della assoluta priorità derivante dalle
indagini e dai mandati di arresto spiccati verso i vertici buddhisti thailandesi,
figure autorevoli del Buddhismo thailandese, ed eseguiti fin dentro le aree
sacre dei Templi. Tutto questo è inaudito per i thailandesi, nonostante vi
siano state numerose successioni di giunte militari al potere attraverso
dittature, avendo assunto l’idea per la quale –in occasione dei colpi di stato-
l’Esercito conferma il proprio lealismo nei confronti del Re ed il contesto dei
vertici buddhisti viene visto neutrale e quindi distante dall’agone politico
thailandese caratterizzato da grande animosità e profonde scissioni tra la
fasce più popolari ed il mondo agrario da una parte e il mondo metropolitano e
dei cosiddetti Democrats dall’altra.
Questo
soprattutto dopo la reiterata espressione di volontà da parte dei militari di
voler procedere ad una profonda riforma dell’amministrazione buddhista dei
Templi. Il Buddhismo in Thailandia aveva chiesto la acquisizione del rango di
“Religione di Stato” da tempo: nel 2007 ci furono persino delle marce
particolarmente affollate, si trattava del periodo nel quale la politica
thailandese vedeva la presenza notevole dell’ex Premier Thaksin
Shinawatra il quale caldeggiava tale richiesta di acquisizione
di status. Da un certo punto di vista, forse anche per calcoli politici, come
affermavano alcuni osservatori critici delle cose di politica thailandese,
Thaksin Shinawatra si costituì “cerniera” tra la fascia popolare del proprio
elettorato ed il mondo agricolo da una parte e l’intera Curia dei vescovi
thailandesi dall’altra.
Come si
può facilmente immaginare, i monaci in Thailandia provengono soprattutto dalle
fasce basse della popolazione, quelle meno abbienti e meno istruite: proprio
nei Templi Buddhisti esse vedono la possibilità di migliorare il proprio
livello di cultura e di dare anche un senso pragmatico di sopravvivenza,
vivendo tra donazioni ed ascesi e studiando all’interno dei Templi e delle aree
annesse dove si viene ospitati. Persino la Regina Sirikit l’11
agosto del 2007 si mostrò preoccupata sul tema. Ma la Commissione di Revisione
Costituzionale votò chiaramente e nettamente contro l’attribuzione dello stato
speciale di religione di stato.
Martedì
scorso la Polizia thailandese ha fatto irruzione in quattro importanti Templi,
arrestando numerosi monaci buddhisti tra quelli maggiormente ragguardevoli e
conosciuti nella più vasta operazione di Polizia del 2018 su mandato concesso
dalla Magistratura inquirente e dei vertici della Giunta militare che da tempo
indaga su reati commessi –si afferma- nell’ambito amministrativo da parte dei
Templi buddhisti thailandesi, reati commessi soprattutto in ambito finanziario.
Le operazioni di Polizia sono il tentativo ultimo di riformare il Buddhismo da parte dei militari, una religione che in Thailandia è seguita dal 90 per cento della popolazione nazionale composta da 69 milioni di abitanti, la cui immagine però, è stata effettivamente oscurata da vari scandali correlati a denaro o sesso e che hanno riguardato, appunto, dei monaci.
Le operazioni di Polizia sono il tentativo ultimo di riformare il Buddhismo da parte dei militari, una religione che in Thailandia è seguita dal 90 per cento della popolazione nazionale composta da 69 milioni di abitanti, la cui immagine però, è stata effettivamente oscurata da vari scandali correlati a denaro o sesso e che hanno riguardato, appunto, dei monaci.
Thitiraj
Nhongharnpitak, ufficiale di Polizia del Bureau Centrale di Inchiesta
incaricato di indagare sui monaci, ha riferito ai media: “Si tratta di una fase
dell’inchiesta, successivamente giungerà a definire fatti e prove”. Più di un
centinaio di unità della Polizia hanno fatto irruzione in quattro Templi a
Bangkok, la Capitale, e in Provincie adiacenti come Nakhon Pathom, nelle prime
ore di Martedì scorso. Tra gli arrestati vi sono figure di monaci davvero
autorevoli: Phra Buddha Issara, 62 anni, un monaco attivista il quale ha
guidato proteste in piazza nel 2014 ed ha lanciato una campagna tesa proprio a
ripulire l’immagine del Buddhismo in Thailandia ma ha ottenuto in cambio molti
feroci nemici poiché aveva fatto precisi nomi di altri monaci in pubblico
accusandoli di comportamenti scorretti nell’ambito della fede e per il ruolo
monacale da essi rivestito. Phra Buddha Issara è stato formalmente deprivato
della sua posizione di monaco ed inviato in stato di custodia cautelare in
attesa di processo con le accuse di rapina, falso, detenzione illegale di
esponenti pubblici durante le proteste, come confermato ai media dal suo stesso
legale Theerayuth Suwankaesorn.
Phra
Phrom Dilok, 72 anni, membro del Supremo Consiglio Sangha che governa i monaci
buddhisti in Thailandia, è stato arrestato anch’egli con le accuse di
appropriazione indebita stornando fondi e donazioni, secondo quanto afferma la
Polizia. Altri due monaci anziani Phra Sri Khunaporn e Phra Wichit Thammaporn,
entrambi abati del Tempio del Monte d’Oro (Wat Saket) di Bangkok ed entrambi
accusati di appropriazione indebita sono stati sottoposti a stato di arresto.
Il Vice Primo Ministro Prawit Wongsuwan ha affermato che gli arresti sono conseguenza dei mandati appositamente emessi ed a loro volta effetto delle accuse rivolte agli alti prelati.
Il Vice Primo Ministro Prawit Wongsuwan ha affermato che gli arresti sono conseguenza dei mandati appositamente emessi ed a loro volta effetto delle accuse rivolte agli alti prelati.
I Templi
thailandesi, che ogni anno raccolgono miliardi di Dollari frutto di donazioni,
sono stati oggetto di scandali compresi assassini, sesso, per non dire
dell’ombra scura gettata dall’uso di sostanze stupefacenti e droghe e da
scandali finanziari di vasta portata. Anche a causa della notevole pressione
attuata dalla Giunta militare, l’intero corpo buddhista thailandese ha cercato
di ripulirsi da se stesso, con propri atti interni, fin dallo scorso anno,
applicando sempre più ristretti vincoli di disciplina a più di 300.000 monaci.
I monaci in Thailandia riscuotono grande rispetto e storicamente intraprendere una qualsiasi azione contro di essi è sempre stato ritenuto infrangere una specie di tabù. Purtroppo, gli scandali recenti hanno un po’ forzato le Autorità a rivedere anche il sistema di valutazione dell’attribuzione di reati, sebbene si tratti –nei casi specifici menzionati- di figure stimate tra i monaci thailandesi.
I monaci in Thailandia riscuotono grande rispetto e storicamente intraprendere una qualsiasi azione contro di essi è sempre stato ritenuto infrangere una specie di tabù. Purtroppo, gli scandali recenti hanno un po’ forzato le Autorità a rivedere anche il sistema di valutazione dell’attribuzione di reati, sebbene si tratti –nei casi specifici menzionati- di figure stimate tra i monaci thailandesi.