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L’Australia sta cercando decine di atleti stranieri “scomparsi”

Il Post, 30
maggio 2018

Circa 250
di quelli che hanno partecipato ai Giochi del Commonwealth hanno provato a
rimanere nel paese chiedendo asilo, com’era già successo in passato
Una gara
di qualificazione dei 100 metri femminili ai Giochi del Commonwealth. (Cameron
Spencer/Getty Images)

Circa 250
atleti internazionali che avevano partecipato ai Giochi del Commonwealth in
Australia ad aprile sono rimasti
sull’isola
, cercando di ottenere asilo politico o nascondendosi in
modo da farsi una nuova vita lontano dai propri paesi d’origine. Circa 50
atleti, ha detto
il ministero degli Interni australiano, sono ricercati perché sostanzialmente
“scomparsi”: se verranno ritrovati saranno messi in campi di identificazione e
poi espulsi. Altri duecento hanno fatto richiesta di asilo politico. I visti
che erano stati concessi agli atleti per partecipare ai Giochi sono scaduti lo
scorso 15 maggio.

È un
fenomeno piuttosto normale che, dopo eventi sportivi internazionali, atleti
provenienti da paesi poveri, instabili o in guerra cerchino di rimanere nel
paese ospitante. Ma quelli che ci hanno provato dopo i Giochi del Commonwealth
sono molti di più della norma: dopo le Olimpiadi del 2012 a Londra, a cui
parteciparono quasi 11mila atleti, provarono a rimanere in Inghilterra soltanto
in 82. Ai Giochi del Commonwealth hanno partecipato meno di 5.000
atleti. Francois Etoundi, un sollevatore di pesi di origine camerunense,
cercò e ottenne asilo politico in Australia dopo i Giochi del Commonwealth del
2006, e all’edizione di quest’anno ha gareggiato per l’Australia, vincendo la
medaglia di bronzo.
Secondo i
media australiani, la maggior parte degli atleti proviene da Camerun, Uganda,
Ruanda e Sierra Leone. Alcuni di loro erano perseguitati religiosi, altri lo
erano per motivi di orientamento sessuale, mentre ad altri era stato chiesto un
qualche tipo di supporto e impegno politico da regimi oppressivi in cambio del
permesso di gareggiare ai Giochi.
La
maggior parte degli atleti che stanno provando a rimanere in Australia si è
nascosta, cercando di tenere un profilo basso per non farsi rintracciare né
dall’Australia né dal proprio paese d’origine. Qualcuno di loro non si è
nemmeno presentato alle gare a cui doveva partecipare, e ha
abbandonato
i centri sportivi nella notte. A rendere più complicato
e insieme notevole il loro tentativo c’è il fatto che l’Australia è un paese
noto per il suo approccio duro e controverso all’immigrazione, per i
respingimenti dei migranti che arrivano via mare da zone di guerra e per i suoi
campi di detenzione dove secondo molti attivisti si compiono violazioni dei
diritti umani.
Fin dai
primi giorni dopo i Giochi del Commonwealth, il governo australiano ha
insistito molto sulla necessità che gli atleti scomparsi non rimangano in
Australia, parlando con toni allarmisti. Questo ha attirato le critiche di
attivisti e avvocati per i diritti umani, che hanno ricordato che quello che
sta succedendo non è niente di straordinario, e che gli atleti stanno soltanto
rivendicando il proprio diritto a chiedere asilo.