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L’85% delle armi del mondo non appartiene a polizia o esercito

Il Post, 24
giugno 2018

Ma a
civili, servizi di sicurezza privata, gang criminali e gruppi armati irregolari:
un po’ di dati sulla situazione nel mondo, anche in Italia
Un
negozio di armi in Illinois. (Scott Olson/Getty Images)

L’85 per
cento delle armi da fuoco nel mondo appartiene a civili, a persone impiegate in
servizi di sicurezza privati, a membri di gang criminali e a gruppi armati non
regolari, secondo una ricerca condotta
dallo Small Arms Survey
, un centro che si occupa di studi sulle armi
con sede in Svizzera. La ricerca è stata condotta in 230 paesi del mondo, nei
quali è stato stimato che ci siano oltre un miliardo di armi come pistole,
fucili, carabine e mitragliatori, quelli tenuti in considerazione nello studio.

Negli
ultimi anni, secondo lo Small Arms Survey, le armi di questo tipo in
circolazione nel mondo sono aumentate del 17 per cento. Dal 2007 a oggi,
invece, la percentuale di quelle in mano ai privati è aumentata del 32 per
cento. Del 15 per cento che attualmentexz non appartiene a privati, il 2
per cento appartiene alle forze di polizia e il 12 per cento agli eserciti.
In
Italia, secondo lo
studio
, i civili possiedono 8,6 milioni di armi da fuoco: 2 milioni
registrate e 6,6 milioni non registrate. In totale sono poco più della metà di
quelle della Germania, circa 4 milioni in meno rispetto alla Francia, ma più di
quelle presenti in posti come Iraq, Nigeria e Venezuela. Sempre in Italia,
secondo lo studio, ci sono 14,4 armi in mano ai civili ogni 100 abitanti: in
Francia sono 19,6, in Spagna 7,5, in Inghilterra e Galles soltanto 4,6.
Qualche
mese fa AGI aveva provato
a ottenere i dati sul numero di armi e di licenze di porto d’armi in Italia dal
ministero dall’Interno e dalla polizia, senza riuscirci. Secondo quanto aveva
scritto la rivista specializzata Armi e tiro, però, nel 2016 erano state
concesse o rinnovate in tutto 1,1 milioni di licenze di porto d’armi per difesa
personale, caccia, tiro sportivo e per guardie giurate. Negli ultimi 15 anni
sono aumentate di oltre tre volte (da 127mila nel 2002 a oltre 450mila nel
2016) le licenze per il tiro sportivo, ma sono diminuite drasticamente quelle
per la caccia (da quasi 900mila a meno di 600mila) e per la difesa personale
con arma corta (da 45mila a 18mila). Nel 1980, secondo Armi
e tiro, le licenze di porto d’armi per la caccia erano 1,7 milioni.
In Italia
la legge permette di possedere un numero illimitato di fucili da caccia, se si
ha il porto d’armi, e quindi è difficile risalire al numero delle armi
basandosi su questi dati. L’Associazione nazionale produttori armi e munizioni
sportive e civili (ANPAM) aveva detto ad AGI che il giro di affari della
vendita di armi in Italia e delle associazioni sportive legate alle armi da
fuoco vale circa 100 milioni di euro all’anno, ma non ha fornito dati esatti
sul numero di armi vendute.
Dopo gli
Stati Uniti, nella classifica con più armi possedute dai civili in relazione al
numero di abitanti, ci sono invece lo Yemen, con 52,8 armi ogni 100 abitanti,
il Montenegro e la Serbia con 39,1, il Canada e l’Uruguay con 34,7. Cipro,
Finlandia, Libano, Islanda, Bosnia ed Erzegovina e Austria sono le nazioni
immediatamente dopo nella classifica, tutte con oltre 30 armi da fuoco ogni 100
abitanti. In termini assoluti, invece, dopo gli Stati Uniti il paese con più
armi da fuoco è l’India, con 71 milioni, seguita dalla Cina con 50 milioni. La
polizia e l’esercito russi sono quelli con più armi nel mondo, rispettivamente
con 2,4 e 30,3 milioni.
Lo studio
ha anche scoperto che gli abitanti degli Stati Uniti, che sono circa il 4 per
cento della popolazione mondiale, possiedono il 40 per cento delle armi del
mondo: 393 milioni, cioè 121 ogni 100 abitanti. Secondo un sondaggio del Pew
Research Center un terzo degli americani sopra i 50 anni dice di possedere
un’arma, e il 28 per cento dei giovani tra i 18 e i 29 anni. Nel 2016 il 64 per
cento degli omicidi ha coinvolto l’uso di armi da fuoco; dal 1982 ci sono state
90 sparatorie con tre o più persone uccise; il 43 per cento dei cacciatori e di
chi spara al poligono come hobby negli Stati Uniti ha detto di possedere almeno
un fucile d’assalto del tipo AR-15: quello usato nella strage di Las
Vegas
o in quella del
Pulse di Orlando
, per capirci.
Come ha fatto
notare
al Guardian Martin Drew, un esperto del settore
delle armi, è comunque molto difficile raccogliere dati sul numero delle armi
da fuoco: l’altissimo numero di armi rilevate negli Stati Uniti, quindi, è
probabilmente in parte dovuto a una maggiore cura nella loro registrazione, che
invece è molto approssimativa in altri paesi del mondo.