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Cos’è la violenza ostetrica

Lettera Donna, 27 giugno 2018

Il
termine non è molto conosciuto in Italia ed è difficile darne una definizione
precisa. Proviamo a capire di cosa si tratta.

Il tema è
piuttosto caldo, se ne è parlato molto durante il 2017 e il 2018 ma ancora è
difficile spiegare con precisione che cos’è la violenza ostetrica. Almeno in
Italia. Si, perché questo concetto ha un significato piuttosto ampio. Per
semplificare, potremmo dire che si tratta di un insieme di comportamenti che
riguardano direttamente la salute riproduttiva e sessuale delle donne, come l’eccesso
di interventi medici, le cure senza consenso e la mancanza di rispetto. Secondo
l’Organizzazione mondiale della sanità, si tratterebbe della forma di violenza
più invisibile e ‘naturalizzata’ che avviene all’interno di ospedali, cliniche
e, più in generale, nei sistemi sanitari. Proviamo a capire qualcosa in più
sulla violenza ostetrica.
Cosa ha
detto l’oms sulla violenza ostetrica
La prima
volta che l’Oms si è espressa sulla violenza ostetrica era il 2014 e, in
quell’occasione, ha pubblicato un documento dal titolo La
Prevenzione ed eliminazione dell’abuso e della mancanza di rispetto durante
l’assistenza al parto presso le strutture ospedaliere
.
Ogni
donna ha il diritto al più elevato livello di salute raggiungibile, che include
il diritto ad una assistenza sanitaria rispettosa e dignitosa

Oms, 2014

La
pubblicazione, come si capisce dal titolo, vuole sensibilizzare sul tema ma,
allo stesso tempo, si pone degli obiettivi per cancellare le violenze nelle
cliniche e negli ospedali. «In tutto il mondo molte donne durante il parto in
ospedale fanno esperienza di trattamenti irrispettosi e abusanti», si legge
nella premessa al docimento. «Tale trattamento non solo viola il diritto delle
donne ad un’assistenza sanitaria rispettosa, ma può anche minacciare il loro
diritto alla vita, alla salute, all’integrità fisica e alla libertà da ogni
forma di discriminazione. La presente dichiarazione invita a maggiori atti
concreti, al dialogo, alla ricerca, e all’advocacy su questo importante tema
che coinvolge la salute pubblica e i diritti umani».
La testimonianza
di alessandra battisti (su vice) sulla violenza ostetrica
Uno dei
contributi più importanti sulla violenza ostetrica è arrivato da Vice. In un articolo del
24 maggio 2018
, Cristiana Bedei ha spiegato bene il tema, supportata
anche dalla testimonianza diretta di Alessandra Battisti, una delle
co-fondatrici dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica in Italia. Non solo ha
commentato la posizione dell’Oms ma ha anche raccontato la sua storia
personale. «Io stavo bene, il bambino stava bene, era solo questione di
aspettare, non so, un’ora in più e avrei partorito da me», ha detto Battisti a Vice
ricordando il suo primo parto, avvenuto nel 2013. E ha proseguito: «[Senza che
ci fosse necessità medica], c’è stata questa fretta di creare un parto
aggressivo, per cui il bambino è stato sparato fuori con una grande forza e mi
ha lacerato completamente». Una violenza non soltanto psicologica da parte del
personale sanitario ma anche fisica, visto che Alessandra Battisti è stata
costretta a tre vaginoplastiche ricostruttive.
La legge
sulla violenza ostetrica in italia
La legge sulla
violenza ostetrica, in Italia, è rimasta soltanto una bozza
. Il progetto è
stato presentato alla Camera dei Deputati l’11 marzo 2016

dall’onorevole Adriano Zaccagnini. Il testo avrebbe dovuto introdurre il reato
di ‘violenza ostetrica’, sul modello di Argentina, Venezuela e Portorico.
Peccato che, con le elezioni del 4 marzo 2018, la proposta sia decaduta.
Difficile dire se durante il corso della XVIII legislatura ci sarà di nuovo
spazio per un progetto di legge. L’unico documento che tutela le donne, al
momento, è il ‘piano del parto’, ovvero un accordo che può essere proposto alla
struttura o al personale sanitario sulle richieste relative al momento del travaglio
e del parto.
Violenza
ostetrica: una mamma su cinque ha subito maltrattamenti
Come
dimostra la prima indagine nazionale nata su iniziativa dell’Osservatorio sulla
violenza Ostetrica Italia e condotta dalla Doxa, sono circa un milione (il 21%)
le donne che dal 2003 a oggi hanno subito maltrattamenti in sala parto, sia
fisici che psicologici. Ma i dati dicono altro. Aver subito questo tipo di
violenze, ha portato il 6% a rinunciare a una seconda gravidanza, provocando la
mancata nascita (stimata) di circa 20 mila bambini l’anno. I risultati della
ricerca sono molto preoccupanti.