General

YEMEN. In 10.000 in fuga dalle violenze di Hodeida

Nena News, 18 mag 2018

Un
rapporto di Amnesty International racconta il dramma che vive la popolazione
nella provincia yemenita: i cadaveri dei civili “fatti a pezzi”, le bombe
sganciate dalla coalizione saudita, i colpi di mortaio sparati dai ribelli
houthi. Il rischio è che ora la guerra giunga nelle aree urbane

Roma – Decine di migliaia di yemeniti sono in fuga dalla
provincia di Hodeida (nella parte occidentale dello Yemen) dove imperversano
violenti scontri tra i ribelli sciiti houthi e le truppe governative. La
situazione umanitaria è critica anche se Amnesty International (AI) in un
rapporto pubblicato ieri ha lanciato l’allarme: “il peggio deva ancora avvenire
se la guerra giunge nelle aree urbane”.
Al
momento il governo yemenita di Aden nega questa eventualità, nonostante
recentemente le sue forze armate sostenute dalla coalizione saudita stiano
facendo significativi progressi militari ad Hodeida, da tre anni città chiave
per le sorti del conflitto yemenita. La città, sotto il controllo degli houthi,
è il luogo dove arrivano gli aiuti umanitari (cibo e materiale sanitario),
indispensabili per un Paese sull’orlo del baratro. Ma, secondo Aden, è anche il
porto in cui giungono le armi di fabbricazione iraniana destinate agli houthi.
Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi mesi il numero degli sfollati nell’area
ha raggiunto le 10.000 unità (molti di loro sono proprio della città di
Hodeida). “Le conseguenze umanitarie della nuova offensiva militare sulla zona
costiera occidentale del Paese sono chiare ascoltando i racconti dolorosi dei
civili sfollati” ha detto Rawya Raghe, responsabile di Amnesty.
I civili
di Zabid, al-Jarahi, Hays e al-Khoukhah (a 100 chilometri da Hodeida) hanno
raccontato alla ong inglese che molti residenti di quest’area sono fuggiti
verso Aden pagando i loro viaggi della salvezza con la vendita dei loro beni.
Nel corso della fuga, si legge nel rapporto di Amnesty, una donna avrebbe avuto
un aborto a causa del viaggio definito “terrificante ed estenuante”: dalle
normali 6 ore di macchina che sono necessarie per raggiungere Aden da Hodeida,
ora a causa dei checkpoint, mine e combattimenti ci vogliono 3 giorni di
viaggio.
Ma i
residenti della provincia di Hodeida (la seconda più popolata del Paese) hanno
anche riferito ad Amnesty di raid indiscriminati della coalizione saudita.
“Siamo partiti a causa delle bombe e della guerra che era intorno a noi – ha
raccontato ad AI Hassan, un giovane di 26 anni – le persone morivano, ogni
giorno vedevamo corpi lacerati, fatti a pezzi. Potevamo restare lì? Dovevamo
fuggire per sopravvivere, non potevamo vivere quei pericoli”. Una 25enne che ha
preferito restare anonima ha poi aggiunto: “E’ stato un viaggio molto
difficile. C’erano missili che volavano sopra le nostre teste. Qualcuno ci fermava
e ci diceva che c’erano proiettili, qualcun’altro che c’erano campi minati. Noi
gridavamo solamente”.
Amnesty
sostiene che i civili si sono di fatto trovati nel mezzo dei combattimenti dove
sia gli houthi che le forze del governo yemenita stanno violando il diritto
umano internazionale. Alle bombe saudite, i combattenti sciiti rispondono con
colpi di mortaio sparati nelle aree civili. Il 25 marzo, riporta AI, è stato
colpito anche un cortile di un ospedale. Nell’attacco è rimasto ferito un
adolescente di 13 anni e uccisi un farmacista e una infermiera. Gli houthi,
inoltre, avrebbero messo a rischio la vita della popolazione locale con la
presenza dei loro combattenti in aree abitate dai civili.
La guerra
in Yemen, iniziata nel marzo del 2015 dalla coalizione saudita, ha provocato
almeno 10.000 morti e ha causato l’espulsione di più di 2 milioni di persone.
L’Ufficio per il coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite (Ocha)
ha dichiarato che oltre 20 milioni di persone, ossia l’80 per cento della
popolazione yemenita, hanno bisogno di aiuti umanitari. Senza poi dimenticare
che si muore anche per colpa del colera che finora ha causato oltre 2.000
vittime.