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Sicilia ultima regione in Ue per donne occupate: lavora il 29,2%

Lettera 43,
05 maggio 2018

Il
Mezzogiorno monopolizza i quattro gradini più bassi della classifica
stilata dall’Eurostat, con Campania (29,4%), Calabria (30,2%) e Puglia
(32%). Quintultima la Mayotte, dipartimento d’oltremare francese a Nord
del Madagascar.
Il lavoro
resta un obiettivo difficile da raggiungere in Italia per i giovani ma se si è
anche donne e meridionali diventa un miraggio. La conferma arriva dalle tabelle
Eurostat sull’occupazione nelle regioni europee riferite al 2017, secondo le
quali le ultime quattro regioni in Ue per tasso di occupazione femminile sono
nel Sud Italia. Il primato negativo spetta alla Sicilia con appena il 29,2%
delle donne tra i 15 e i 64 anni che risulta occupata a fronte del 62,4% medio
in Europa. Tra il 2016 e il 2017 l’occupazione delle donne è aumentata nel
nostro Paese ma meno rapidamente di quanto è accaduto in media in Europa. La
Sicilia ha il tasso più basso di donne al lavoro ma viene seguita a breve dalla
Campania (29,4%), la Calabria (30,2%) e la Puglia (32%) mentre quinta è la
Mayotte (32,5%), regione d’oltremare francese.
SQUILIBRI
TERRITORIALI E DI GENERE. È particolarmente difficile la situazione delle
giovani tra i 25 e i 34 anni, età nella quale dovrebbe essere terminato il
percorso di istruzione e iniziato quello lavorativo. Mentre in Europa lavora il
70,5% delle donne in questa fascia di età, in Italia la media si ferma al 52,7%
e solo grazie alla buona performance delle regioni del Nord. Al Sud, infatti,
la percentuale si ferma al 34,2% (36% le Isole) con la Calabria e la Sicilia
che non arrivano al 30%. In queste regioni quindi lavorano meno di tre giovani
donne su 10. Tra i 15 e i 24 anni in Calabria lavorano 4,6% donne su 100. Se si
guarda al complesso dell’occupazione (maschile e femminile e alla fascia tra i
15 e i 65 anni) la regione europea con l’occupazione più bassa è la Mayotte
(39,2%), seguita però dalla Sicilia (40,6%), la Calabria (40,8%) e la Campania
(42%) mentre la quinta è la Guyane, altra regione d’oltremare francese. Se,
infatti, l’Italia risulta il penultimo Paese in Europa per occupazione totale
(58% a fronte del 67,6% medio Ue) dopo la Grecia, il nostro Paese mostra
squilibri consistenti sia tra Nord e Sud, sia tra uomini e donne.
Se per
gli uomini la distanza dalla media europea è di 5,8 punti (il 67,1% di uomini
occupati tra i 15 e i 64 anni in Italia contro il 72,9% medio Ue) per le donne
italiane la distanza è di 13,5 punti (48,9% a fronte del 62,4%). Guardando alle
regioni le aree in Europa con l’occupazione femminile più alta sono in Germania
(76,1% medio nel Brandenburgo) e in Finlandia (80,4% nell’Aland) ma senza
arrivare così lontano anche Bolzano registra per l’occupazione femminile un
65,9%, dato superiore alla media Ue. L’occupazione femminile è cresciuta negli
ultimi in Italia (+2,4 punti tra il 2013 e il 2017) ma molto meno rapidamente
che nella media europea (+3,4 punti, dal 58,7% al 62,4% nello stesso lasso di
tempo) e con il Sud che continua ad arrancare. Nel Mezzogiorno l’occupazione
femminile dal 2013 al 2017 è passata dal 30,7% al 32,3 medio con una crescita
di appena 1,6 punti. Se si guarda solo all’ultimo anno l’occupazione delle
donne è cresciuta di 0,8 punti in media in Italia, di 0,6 punti nella media
delle regioni del Sud e di 0,9 punti in Sicilia mentre in Europa è avanzata di
1,1 punti.