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Nelle elezioni irachene spiccano i soliti protagonisti

Zuhair al
Jezairy
, Internazionale, 5 maggio 2018

Mancano
pochi giorni alle elezioni irachene del 12 maggio. La campagna elettorale è
all’apice. I manifesti dei martiri caduti nei combattimenti contro il gruppo
Stato islamico (Is) sono stati sostituiti da quelli con i volti dei candidati. 
Cartelloni
elettorali a Baghdad, in Iraq, il 22 aprile 2018. 
(Khalid al Mousily,
Reuters/Contrasto)
   

Ma nella
maggior parte dei casi i ritratti non sono accompagnati dai programmi
elettorali, ci sono solo poche righe sotto le fotografie, che riguardano la
lotta contro la corruzione, uno stato più civile o vaghe promesse di una vita
migliore.
C’è
un’atmosfera nuova dopo la sconfitta del gruppo Stato islamico, ma, a parte
poche eccezioni, la scena politica è dominata dagli stessi protagonisti che
sono al potere dal 2003.
Tra
questi il più importante è la coalizione sciita, divisa in cinque liste
diverse: Al nasr (la vittoria), guidata dal primo ministro uscente Haider al
Abadi; Dawlat al qanun (stato di diritto), guidata dall’ex primo ministro Nuri
al Maliki; Al fatah (la conquista), guidata da Hadi al Amiri, il leader delle
milizie vicine all’Iran; Al hikma al wataniya (il movimento nazionale per la
saggezza), guidato dal religioso Ammar al Hakim; e Sairoon (i manifestanti), di
cui fanno parte partiti laici e religiosi, sostenuta dal religioso Muqtada al
Sadr.
Scandali
veri e falsi

Queste cinque liste si erano presentate unite in una coalizione alle ultime
elezioni del 2014 e si erano assicurate 155 seggi in parlamento. Per
raggiungere la maggioranza assoluta avevano avuto bisogno del sostegno dei
curdi. Oggi ci sono divisioni all’interno dei tre principali gruppi sciiti. Più
si avvicina il giorno del voto più infuria la guerra nei mezzi d’informazione.
Ogni gruppo arruola delle bande per fare a pezzi i manifesti elettorali degli
avversari. La polizia ne ha già arrestate quattro. Sui social network arrivano
scandali veri o falsi sui diversi candidati. È stato diffuso anche il video di
una candidata nuda.
Tutti
pensano che la battaglia sarà più dura rispetto alle tre elezioni passate, ma
con poche differenze nell’esito del voto. La cosa importante non è il numero
dei seggi ottenuto da ciascun gruppo, ma come andranno i successivi negoziati
per scegliere il primo ministro.