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La Turchia che si ribella a Erdogan si prepara alle elezioni. Demirtas candidato dal carcere

Michela
Iaccarino, LEFT, 2 maggio 2018

Mentre il
giorno della festa dei lavoratori la Turchia che si ribella scende in piazza
cantando Bella ciao, per manifestare contro Erdogan – centinaia gli arrestati –
l’opposizione prepara la contromossa in vista delle elezioni.

Sarà
ufficiale solo il 3 maggio, quando lo annunceranno in conferenza stampa, ma
fonti anonime lo hanno già reso noto alla stampa: tutti uniti contro Erdogan.
Il partito popolare repubblicano, il Chp, insieme ad altri tre raggruppamenti
d’opposizione – Iyi, il partito islamista Saadet e il partito democratico – hanno
raggiunto un accordo per correre uniti
alle elezioni del prossimo 24
giugno in Turchia contro l’Ak, il partito del presidente, al potere dal 2002, e
che si alleerà invece con l’Mhp, partito del movimento nazionalista.



Tutti
uniti contro Erdogan: o meglio, quasi tutti. Non farà parte di questa nuova
unione d’opposizione l’Hdp, partito popolare democratico, diventato terzo
partito in Parlamento alle ultime elezioni del 2015. La campagna di Selahattin
Demirtas, appena nominato candidato presidenziale dell’Hdp, comincerà dalla
cella in cui è rinchiuso dal novembre 2016 per “propaganda al terrorismo del
Pkk”, il partito dei lavori curdo fondato da Ocalan.
«Non c’è
nessun ostacolo legale che gli impedisce di essere il candidato del partito
pro-curdo alle elezioni, nonostante correrà dall’interno di una cella del
carcere. Il suo stato di prigioniero evidenzierà la campagna in corso del
governo turco contro i curdi in generale, contro l’Hdp in particolare. Numerosi
membri di questo partito sono stati arrestati con diverse accuse da quando
hanno raggiunto un risultato storico alle ultime elezioni» scrive l’agenzia
Nrt. Domenica scorsa 40 membri dell’Hdp sono stati arrestati durante un meeting
elettorale. Secondo i dati forniti dal partito, in generale, nelle celle
turche, rimarrebbero 10mila persone vicine all’Hdp, tra loro ci sono 100
sindaci eletti e 9 deputati parlamentari.



Demirtas
rischia in totale 142 anni di prigione
,  anche per un presunto
insulto ad Erdogan, che Demirtas avrebbe rivolto al presidente durante un
discorso compiuto a marzo di cinque anni fa durante il Newroz, il capodanno
curdo, ad Instabul. Il
procuratore di Istanbul, intanto, ha chiesto 5 anni di carcere, secondo l’agenzia
Anadolu.
La prossima udienza del suo processo è stata rimandata
all’otto giugno, solo due settimane prima delle elezioni. Fuori dalla corte due
giorni fa c’erano però i suoi sostenitori a chiedere urlando la liberazione
“del presidente Selo”, soprannome di Demirtas.



«Prendere
il tuo rivale come ostaggio, non è politica, è fascismo. Vi sbagliate se
pensate che le persone si arrenderanno se terrete Demirtas in prigione» ha detto Meral
Danis Bestas
, deputata Hdp. «Non mischiate la politica e la legge.
La politica viene fatta nelle piazze, non nei tribunali, se volete vedere
Demirtas in piazza, allora rilasciatelo».