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Caro Macron, non ci servono eroi. Grazie. Noi parliamo di diritti

Giulio
Cavalli, LEFT, 29 maggio 2018

La scena
è degna di un film d’azione ed è normale che circoli virale sulle pagine
Facebook.
Mamoudou
Gassama, 22 anni nato in Mali e illegalmente entrato in Francia dopo una
disperata traversata del Niger e  dopo l’inferno della Libia, si è arrampicato
sui balconi di un palazzo di Parigi per salvare un bambino di 4 anni, lasciato
solo in casa dai genitori, che si teneva al bordo penzolando nel vuoto. Il
salvataggio eclatante, il facile paragone con Spiderman e il morboso bisogno di
Macron di ripulirsi e splendere di fronte all’opinione
pubblica hanno fatto il resto: ora Mamoudou è cittadino francese, il capo
di Stato francese gli ha addirittura proposto un posto di lavoro nei vigili del
fuoco, “gli eroi di ogni giorno”, ha detto Macron. Eroi dappertutto.
Eppure la
favola non ha nulla a che vedere né con l’accoglienza, né con i doveri
dell’Occidente e nemmeno con la sdolcineria che vorrebbe rivendersi come
solidarietà. L’Europa ha il dovere di accogliere i disperati del
mondo per quello che non hanno, per quello che non hanno potuto avere e per i
talenti che non hanno mai potuto coltivare. Non gli eroi ma i cenci, quelli che
alzano le mani sulla battigia dicendo “eccomi, sono qua, non so fare niente,
non sono niente” rendono l’Europa quello che avrebbe dovuto essere, quello
che avrebbe voluto essere. La superiorità dell’Occidente, tutta
declamata nei trattati firmati e nelle convenzioni mai rispettate sui diritti
degli uomini, si pratica nel momento in cui si tende la mano a qualcuno non
perché utile ma proprio perché inutile, reso inutile, da una storia
di prevaricazioni e predoni che sono soprattutto europei.
Premiare
gli eroi è una farsa. Farsi riempire la pancia da un eroe per caso
mentre sulle Alpi l’inverno ha ghiacciato i corpi di illegali come
Mamoudou che avrebbero voluto entrare in Francia è una miopia che non ci
possiamo permettere. Questi anni potrebbero avere annegato, bruciato o
congelato straordinari pittori, ottimi padri di famiglia, talentuosi
carrozzieri, geniali matematici, bravi ingegneri, professionalissimi camerieri,
onesti operai, fondamentali badanti, lucidissime giornaliste o qualsiasi altra
cosa. Non stiamo parlando di persone che hanno dimostrato di non
valere (nonostante la gazzarra xenofoba che prova a descriverli tutti delinquenti,
smentita dai numeri): parliamo di persone che non hanno l’occasione di
sopravvivere.
Non ci
servono eroi, grazie.