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#MeToo nell’Antico Egitto: la storia di Paneb il dissoluto

Lettera Donna, 16 aprile 2018

La storia
del capomastro che venne accusato di violenze sessuali e che, per questo,
probabilmente venne licenziato.

Se la
prostituzione è il mestiere più antico del mondo, allora lasciateci dire che stupri
e molestie sessuali sono le violenze più antiche del mondo. E se non ne siete
convinti, allora lasciatevi raccontare la storia di Paneb. Una storia antica di
circa 3200 anni, ambientata nell’antico Egitto e raccontata dal papiro Salt 124.
Scritto da un uomo di nome Amennakht, è un vero e proprio atto d’accusa nei
confronti di Paneb, accusato tra le altre cose di aver violentato alcune donne
e per questo presumibilmente allontanato dal lavoro. Insomma, un caso #MeToo in
piena regola.
Paneb il
corruttore
Tre
millenni dopo, insomma, un certo modo di concepire la donna non è cambiato (in
fondo, secondo l’ex direttore dell’Fbi James Comey, Donald Trump le considera
«carne»). Sorprende che le dinamiche della storia di Paneb siano
sorprendentemente simili a quelle del caso Weinstein. Secondo
quanto riportato da Narratively
, che ha rilanciato una vicenda già
nota in ambito storiografico, Paneb era un capomastro che era riuscito a fare
carriera corrompendo i funzionari e scavalcando così Amennakht, a cui il
prestigioso incarico sarebbe spettato di diritto.
Un
molestatore seriale?
Nel suo j’accuse,
Ammennakht racconta poi di come Paneb avesse violato una donna di nome
Yemenwaw, gettandola contro un muro, e di come questa condotta fosse comprovata
da tutta un’altra serie di rapporti «dissoluti» con altre donne.
Presumibilmente, altri abusi, che avrebbero fatto di Paneb un molestatore
seriale. Proprio come Harvey Weinstein, per intenderci. A confermare la
condotta del padre, che avrebbe «sedotto» anche una donna sposata e sua figlia,
fu anche la testimonianza di suo figlio, che non voleva più avere niente a che
fare con lui.
Oggi come
allora
È
importante sottolineare come, se prendiamo il papiro alla lettera, i rapporti
sessuali di Paneb con le donne non siano esplicitamente indicati come violenze
sessuali. Questo perché forse, all’epoca, mancava ancora un’idea di consenso (che,
in fondo, è in discussione ancora oggi), e il punto di vista delle donne veniva
sistematicamente ignorato. Non si sa che cosa accadde a Paneb: si sa che i suoi
discendenti continuarono a lavorare alla costruzione delle tombe di Tebe, ma
senza mai raggiungere il suo grado. Ciò che ci interessa, soprattutto, è che
già all’epoca una condotta sessuale presumibilmente violenta e prevaricatrice
era un motivo sufficiente per far perdere il lavoro a un uomo.