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Manuale incompleto di azioni antidemocratiche

Vijay Prashad,
Internazionale, 18 aprile 2018

Il 7
aprile, un sabato, il commissario elettorale del Bengala Occidentale, Amarendra
Singh, ha convocato un vertice degli osservatori elettorali presso l’auditorium
Sisir Manch di Calcutta. Singh ha detto ai suoi colleghi di essere esasperato
dalla “totale anarchia in corso nello stato”. Ha poi raccontato di “almeno sei
incidenti di natura anarchica in tutto il territorio”. Si tratta di
un’espressione grave, che indica come l’amministrazione statale abbia perso il
controllo delle piazze. 
Agenti di
polizia portano via uno studente durante una manifestazione
a Calcutta, nel
Bengala Occidentale, il 12 aprile 2018.
(Saikat Paul, Pacific
Press/LightRocket/Getty Images)

Nel
Bengala Occidentale, governato dal Trinamul congress (Tmc), si devono svolgere
le elezioni statali per eleggere 42mila rappresentanti di 91 milioni di
abitanti. Le elezioni sono previste per la prima settimana di maggio. In
diverse località, degli uomini legati al Tmc hanno aggredito alcuni candidati dell’opposizione
mentre andavano a iscriversi nelle liste elettorali.

Se queste
violenze fossero avvenute nelle aree rurali del Bengala Occidentale, i
quotidiani avrebbero potuto non accorgersene. Ma quel sabato il Tmc ha potuto
inviare le sue bande armate nel cuore di Calcutta per sbaragliare ogni
possibile oppositore. Gli sgherri del Tmc, infatti, hanno attaccato anche i
candidati del Partito del congresso e quelli del partito di destra, il
Bharatiya janata party. Poco importa che questo partito sia al potere a New
Delhi. Il Tmc vuole dominare nel Bengala Occidentale. E distruggere ogni forma
d’opposizione è il modo migliore di ottenere il potere totale.
Grammatica
dell’antidemocrazia

Quel che sta succedendo nel Bengala Occidentale è parte integrante di un
processo in atto nel resto del mondo. Ci sono voluti secoli di lotte perché la
classe lavoratrice ottenesse il diritto di eleggere i suoi rappresentanti. Ma
questo diritto sembra diventato troppo costoso. In tutto il mondo, dall’India
al Messico, è diventato evidente che le élite al potere non sono disposte a
estendere i diritti democratici a tutti. Più precisamente, hanno deciso di
sopprimerli.
La
grammatica dell’antidemocrazia è molto sviluppata. Eccone un piccolo e
incompleto manuale.
Arresto
dei candidati rivali

In Brasile il favorito alle elezioni presidenziali di ottobre, Luiz Inácio
Lula da Silva, è stato arrestato
ed è improbabile che il tribunale
gli conceda di candidarsi. In Turchia i due leader del Partito democratico del
popolo (Hdp), Selahattin Demirta
ş e Figen Yüksekdağ, sono in prigione, i loro seggi sono stati sottratti al loro partito
e l’esistenza stessa di quest’ultimo è oggi minacciata.
Frodi
elettorali

Il Messico organizzerà delle elezioni presidenziali a luglio. Il candidato
favorito nei sondaggi è Andrés Manuel López Obrador del partito di sinistra
Morena. Per Obrador sarà il terzo tentativo di diventare presidente. Ha vinto
le elezioni del 2006 ma gli è stato negato il diritto di ricevere l’incarico.
Obrador ha dichiarato che si è trattato di una truffa elettorale.
Pochi
mesi fa, in Honduras, Salvador Nasralla della coalizione di sinistra Libre-Pinu
era chiaramente in testa nel conteggio dei voti per le presidenziali quando le
macchine elettorali sono state fermate. Quando hanno ripreso, il candidato di
destra in carica si è ritrovato in testa e ha poi vinto le elezioni.
Uso della
forza

In Kenya, prima delle
elezioni del 2017
, il partito al potere è ricorso con evidenza alla
violenza dell’esercito e della polizia per intimidire i candidati e gli
elettori dell’opposizione. La violenza sessuale è stata usata come arma contro
la democrazia. Si è trattato quasi di una ripetizione delle violenze elettorali
che il Kenya aveva conosciuto tra il 2007 e il 2008.
In
Colombia, le forze paramilitari hanno già cominciato a intimidire i sostenitori
delle Farc, con omicidi e minacce. A gennaio, due ex guerriglieri delle Farc,
Wilmar Asprilla e Ángel de Jesús Montoya Ibarra, avevano organizzato un
incontro locale a sostegno di un candidato di sinistra per il seggio di
Antioquia. Entrambi sono stati freddati da un colpo di arma da fuoco.
Uso dei
disordini

In India il partito al potere Bjp ha alimentato conflitti religiosi per
spingere alcuni elettori lontano dalle urne e obbligare altri a votare. Alcune
inchieste sui disordini precedenti al voto mostrano che questi hanno avuto una
chiara influenza sul comportamento degli elettori. Nello stato dell’Uttar
Pradesh, per esempio, i disordini di Muzaffarnagar del 2013 hanno contribuito
alla vittoria del Bjp. Subito dopo essere diventato primo ministro dello stato,
Yogi Adityanath ha ritirato 131 procedimenti penali a carico degli autori dei
disordini. Si è trattato di un regalo a quanti avevano contribuito alla sua
elezione.
Disinformazione
Negli Stati Uniti ci si chiede quale sia stato il ruolo dei social network
nella vittoria elettorale di Donald Trump alle presidenziali del 2016. Ma si
tratta di un fenomeno mondiale. In India il Bjp ha finanziato dei troll, che
hanno trascorso le loro giornate a diffondere storie tendenziose sugli
avversari.
In
Zambia, i politici del partito al potere Fronte patriottico sono arrivati al
punto di suggerire che il neonato Partito socialista incoraggi le “attività
omosessuali” (in un paese dove sfortunatamente, come eredità delle leggi
coloniali britanniche, l’omosessualità è illegale).
Quello
che sta succedendo nel Bengala Occidentale è un elemento nuovo di questa
grammatica dell’antidemocrazia in pieno sviluppo.
A
Nalhati, nel Bengala Occidentale, Hiroo Let stava andando con Ramchandra Dome a
depositare delle candidature elettorali. Hiroo Let, attivista del Cpi-m,
proviene dalla comunità dalit (i fuori casta). La bomba lanciata contro di loro
si è frammentata, ferendo Hiroo Let che è caduto a terra. Alcuni attivisti del
Tmc si sono avventati su di lui, picchiandolo senza pietà. Quando Hiroo Let è
stato portato al Burdwan medical college, i dottori hanno rilevato che la sua
mascella era stata fratturata e il suo corpo ferito dall’esplosione e dalle
percosse. C’è un relativo silenzio sulla violenza subita da Hiroo Let. Non sono
circolati appelli su internet dedicati a lui. Niente viene detto a proposito di
quest’uomo sul cui corpo è stato scritto un necrologio per la democrazia.