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Malaysia: intrighi e sospetti intorno alla morte del lettore universitario palestinese assassinato

Di Francesco Tortora, L’Indro, 24 aprile 2018
La famiglia accusa il Mossad israeliano, lo studioso si ritiene fosse vicino ad Hamas ed era coinvolto in progetti di miglioramento dei droni
La morte per mano violenta da parte di due sicari del lettore universitario di origine palestinese Fadi al-Batsh, crivellato di colpi lo scorso sabato nella Capitale malese Kuala Lumpur, sta assumendo sempre più i contorni di un vero e proprio intrigo internazionale.

In base alle testimonianze –ovviamente coperte da segreto da parte delle Forze di Polizia malesi- sono stati emessi due identikit di giovani anch’essi dai tratti medio-orientali, come peraltro il lettore universitario assassinato, palestrati, alti circa 1,80 che son stati visti fuggire via ad alta velocità dal luogo del delitto con due moto molto potenti, una BMW GS ed una Kawasaki Versys. Attraverso la tracciatura della Polizia malese, è stata anche individuata l’area attraverso la quale i due killer si sono allontanati dal luogo dell’uccisione, con vie che hanno attraversato le aree di Jalan Genting Klang, Jalan Gombak, Jalan Ibu Kota, Jalan Langkawi e le aree di Danau Kota, così come Wisma Ong Tai Kim. Tutte vie di fuga che oggi sono all’attento vaglio delle forze di Polizia malesi che si avvalgono delle testimonianze sul posto e di tutte le immagini che sono state visionate dai sistemi di videosorveglianza lungo i tragitti di Kuala Lumpur e le aree periferiche oppure esterne alla Capitale malese.
Ovviamente i due identikit hanno soprattutto la valenza di individuazione e raccolta informazioni nel momento in cui i due sospetti killer tentino di attraversare i confini del Paese per eventualmente passare in altra Nazione, cambiare identità e sfuggire alle maglie della polizia malese che si è abbastanza presto messa in caccia dei due killer. Il capo della Polizia malese Mohamad Fuzi Harun chiaramente non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione sulle identità o sulle circostanze attraverso le quali son state raccolte le informazioni che via via son state ritenute utili al fine di catturare i due presunti killer. Ha solo aggiunto che sono stati estratti 14 proiettili dal corpo del lettore palestinese ucciso e che ora sono oggetto di analisi da parte dei laboratori forensi della Polizia. Altri piccoli particolari rilasciati ai media sono connessi al fatto che non sono state fatte minacce ai parenti della vittima e che il fratello Rami al-Batsh è giunto nella capitale Kuala Lumpur e che si sta eventualmente verificando se sia il caso che rilasci una dichiarazione ufficiale nelle prossime ore o giorni.
Secondo la testata malese ‘The Star‘, la famiglia ha presentato formale richiesta all’Ospedale dove è custodito il corpo del lettore universitario palestinese loro congiunto deceduto con relativa richiesta della consegna dei suoi resti. Si ritiene che la famiglia stia tutt’ora attendendo alcuna dichiarazione da parte dell’Ambasciata di Palestina anche sul permesso di far volare i resti del congiunto defunto via Egitto, perché ovviamente c’è necessità di autorizzazione ufficiale anche in tal senso, ovvero sorvolare il territorio egiziano. La famiglia è fiduciosa che tutto questo possa avvenire in poco tempo. Allo stesso tempo, però, Israele ha chiesto all’Egitto di non concedere che il corpo di Batsh possa essere ricondotto nella Striscia di Gaza. Infatti ‘The Palestine News Network’ ha fatto sapere domenica scorsa il Ministro della Difesa di Israele, Avigdor Lieberman , ha inviato formale richiesta relativa all’applicazione dei ‘metodi convenzionali‘ pattuiti in frangenti simili ed in linea con le politiche di Israele in materia di prevenzione sul trasferimento di corpi di soggetti ritenuti ‘martiri‘ da parte del Movimento Hamas affinché siano sepolti nel territorio della Striscia di Gaza.
Ingegnere di origine palestinese, 35enne, Fadi al-Batsh risiedeva in Malaysia dal 2011. Ritenuto esperto di energia nel mondo accademico locale, era anche Imam della Moschea nella città dove risiedeva. I parenti della vittima hanno quasi subito agitato il sospetto che ad armare la mano dei due killer sia stato il Mossad israeliano, ventilando l’ipotesi che l’assassinio sia legato a sua volta con una opinione israeliana per la quale il loro congiunto sia stato ritenuto collegato a certi progetti di implementazione ed utilizzo a fini di spionaggio di droni ad alta tecnologia. Lo stesso Vice Ministro malese, Ahmad Zhid Hamidi ha lasciato solo trasparire che il suo Governo sta operando al fine di identificare ulteriormente e catturare i due presunti killer, i cui identikit non chiariscono del tutto la potenziale nazionalità dei due sicari, in quanto –a suo parere- potrebbero avere fattezze europee e non medio-orientali o asiatiche in genere. Altre ipotesi (la Polizia malese ha fatto trapelare che si ritiene papabile anche la traccia dell’ISIS) sono ritenute poco praticabili.
Le immagini dei sistemi di sorveglianza e delle telecamere sul luogo del delitto mostrano che i due sospetti hanno sostato in quel punto almeno una ventina di minuti, prima di passare all’esecuzione del lettore universitario di origine palestinese. Le Autorità palestinesi hanno impiegato del tempo prima di lanciare le proprie accuse, Israele non ha finora rilasciato alcun documento o parere ufficiale sul tema, nonostante gli attacchi di Hamas e le accuse della famiglia del lettore universitario assassinato.
Un ulteriore elemento da aggiungere all’aggiornamento sulla vicenda è che il lettore universitario, ritenuto parte di uno studio di miglioramento dei servizi di operatività e precisione dei droni utilizzabili anche da parte di Hamas, era sul punto di partecipare ad un viaggio in Turchia, nell’ambito delle collaborazioni accademiche nelle quali era da tempo parte attiva.
Il clima di intrigo internazionale degno delle trame di un giallo classico nel suo genere è determinato dai ruoli potenziali di Israele, Hamas, dalle specificità scientifiche del lettore universitario assassinato, dalle accuse di famiglia e Hamas, dalla definizione dei ruoli di Turchia e Malaysia –entrambi Paesi musulmani- ed infine la presenza nei tempi recenti di simili atti di spionaggio con le connesse uccisioni a colpi di veleno piuttosto che con armi da fuoco. Israele non è esente da tali atti di contro-spionaggio nella sua Storia recente, un po’ come accade nelle accuse degli ultimi tempi contro Corea del Nord e Russia. Difficile riuscire a dipanare la matassa, poiché la Verità è la prima vittima in frangenti simili. Solo vi è da constatare quanto la Malaysia stia facendo attivamente sul proprio territorio, in tema di sicurezza e lotta contro i fenomeni terroristici globali, anche e non solo a matrice fondamentalista islamica. In quest’ultimo caso, ha da tempo avviato un dialogo attento e misurato con tutto l’apparato dell’Istruzione al fine di evitare che i terroristi affiliati all’ISIS possano trovare terreno fertile per condurre in porto i propri attacchi sia in Malaysia sia in Nazioni limitrofe oppure più semplicemente per attrarre sempre più proseliti nella propria azione terroristica in loco e nel mondo.