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Lo stupro di gruppo è solo un «abuso»: proteste per la sentenza choc in Spagna

LetteraDonna,
26 aprile 2018

I cinque
giovani dei fatti di San Fermin a Pamplona nel 2016 sono stati condannati a
nove anni invece dei 20 chiesti dall’accusa. Femministe in rivolta.

Era una
sentenza attesissima. Accolta con sdegno. E sostiene che se non ci sono tracce
di violenza, lo stupro di gruppo è solo «un abuso» e non un’aggressione
sessuale. Lo hanno sancito i giudici del tribunale di Navarra nel caso del
branco della festa di San Fermin di Pamplona, che nel 2016 aveva scioccato la
Spagna, scatenando una bufera. Decine di militanti femministe davanti al
tribunale hanno contestato il pronunciamento del tribunale gridando «Vergogna!»
e «Non è abuso, è stupro». «Se non lotti contro cinque bruti grossi il doppio
di te rischiando la vita non ti stanno violentando. Vergogna e schifo!», ha
tuonato su Twitter Pablo Iglesias di Podemos.

I cinque
sivigliani della ‘manada’ (il ‘branco’, come si erano definiti sui social) sono
stati condannati a nove anni di carcere per «abuso sessuale» e assolti
dall’accusa di «aggressione sessuale» (la procura chiedeva venti anni), per
l’assenza di violenza patente. Uno dei tre giudici della Navarra si è anzi
pronunciato per l’assoluzione completa dei cinque accusati. Da due anni la
Spagna segue da vicino gli sviluppi della vicenda e le posizioni contrapposte
di accusa e difesa. Secondo la ricostruzione dei fatti, il gruppo di giovani
dopo le 2 del mattino, nel pieno delle celebrazioni della famosa festa di San
Fermin, in una piazza hanno avvicinato una giovane madrilena di 18 anni.
L’hanno accompagnata per alcune centinaia di metri – la ragazza avrebbe baciato
uno di loro – fino all’androne di una casa, dove hanno avuto rapporti sessuali
con lei. Uno ha ripreso alcune fasi con il cellulare e le ha inviate agli amici
a Siviglia. La giovane è stata trovata accovacciata in posizione fetale sulla
strada, in lacrime, sconvolta. Alla polizia ha denunciato uno «stupro», e
spiegato di non aver potuto reagire e lottare, «paralizzata» da quanto stava
accadendo e dai cinque uomini che la sovrastavano. Subito arrestati, i
sivigliani – tra loro anche un militare e poliziotto – si sono difesi
sostenendo che la ragazza non si era agitata, non c’era stata violenza e che
quindi era consenziente.





«Se non
c’è aggressione in uno stupro di cinque uomini grandi e grossi contro una
ragazza di 18 anni», ha protestato la portavoce delle manifestanti di Pamplona,
«cos’è una aggressione? Devono ucciderci?». L’avvocato della giovane farà
ricorso. Ma nel giorno della sentenza tutta la Spagna è sotto choc.