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La sfida pericolosa di bin Salman

Gabriella Colarusso, pagina99, 11 aprile
2018

Le
riforme interne e l’alleanza sempre più esplicita con Israele, hanno portato il
principe ereditario dell’Arabia Saudita al centro della scena mediorientale. Ma
l’autoritarismo interno e l’escalation anti-iraniana rischiano di genere un
nuovo conflitto

Dopo
poche ore dall’arrivo a Parigi, il 9 aprile, Mohammed Bin Salman, il principe
ereditario di una delle monarchie islamiche più conservatrici e repressive del
mondo, si è ritrovato di fronte a una donna con il seno nudo che issa la
bandiera francese nel bel mezzo di una rivoluzione.
Il
quadro, esposto al Louvre, è la famosa tela di Eugène Delacroix, La Libertà che
Guida il Popolo, un dipinto del 1830 che racconta la rivolta dei parigini
contro il re Carlo X di Borbone, costretto ad abdicare dopo le proteste
popolari contro una serie di misure liberticide.

Bin Salman era in visita al museo insieme con il presidente francese, Emmanuel
Macron, che ha scelto proprio quell’immagine per dare il benvenuto via Twitter
al giovane saudita.
La tappa
francese era l’ultima di un viaggio diplomatico che portato il
principe prima in Egitto, poi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, un
tour per affermare la nuova politica estera Regno e siglare importanti intese
commerciali. In Francia, l’erede al trono ha chiuso accordi per quasi 20
miliardi di dollari – nessuna commessa militare ma u’intesa strategica tra la
Total, l’Eni francese, e la Saudi Aramco, il gigante petrolifero di Riyad, per
costruire un nuovo polo petrolchimico nello stato del Golfo – e ha discusso con
Macron dei dossier più caldi della regione mediorientale: i conflitti in
Siria e Yemen e il rapporto con l’Iran.