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La Russia è (già) pronta a staccarsi da Internet

Di Eugenio
Santagata, Andrea Melegari
, Analisi Difesa, 19 marzo 2018

Replica
puntualmente ai post che lo menzionano e, quando è oggetto di critiche,
talvolta risponde in maniera “molto diretta e stizzita”. Parliamo di German
Klimenko, che da gennaio 2016 è “Consigliere del Presidente”, secondo il sito
ufficiale del Cremlino.
La nomea
di “Zar russo di Internet” fa ben capire quanta influenza abbiano le sue
parole. Alcune sue famose prese di posizione pubbliche hanno infatti trovato
puntuale riscontro in provvedimenti legislativi.
Facile
per chiunque ritrovare roboanti dichiarazioni di Klimenko: nei confronti di
Google e Facebook, che ha accusato di mancata cooperazione con le autorità
russe, oppure rispetto alle criticità e ai rischi correlati alle monete
digitali e alla crittografia, o affermazioni legate alla richiesta fatta ad
Apple di pagare le tasse, ecc.
Tuttavia,
è scorrendo i titoli dei giornali più recenti che emerge la sua affermazione
più clamorosa: “La Russia è pronta ad un Internet alternativo nel caso
l’Occidente decidesse di punirla scollegandola dalla Rete”.

Passando
al setaccio altri risultati della ricerca, si riesce a scovare anche la
probabile motivazione alla base della rapida carriera di Klimenko. In
particolare, leggendo le cronache che narrano del suo primo incontro con
Vladimir Putin, si ottiene la (verosimile) chiusura del cerchio.
Riavvolgiamo
dunque il nastro del tempo fino al Dicembre 2015,  forum dedicato alla
Internet Economy: l’obiettivo del Presidente Putin era quello di “raccogliere
dagli esperti russi di Internet, stimoli e idee per indirizzare l’attività del
Cremlino e del parlamento russo”.
Klimenko
colse la palla al balzo “Ho un progetto per realizzare una mia Internet”. Di lì
a poco ottenne la nomina a Consigliere e, nel 2016, anche l’incarico di
Direttore dell’IDI, Institute for Development of Internet.
In poco
più di due anni, sotto il coordinamento dell’IDI, è stato creato un “segmento
russo” di Internet. Collocato dietro un firewall (dunque isolato dal resto del
web) e caratterizzato da propri motori di ricerca, social network, sistemi di
pagamento e così via. Un’iniziativa che, secondo Klimenko, trova naturale
spiegazione nel fatto che anche la Russia, come molti altri Paesi, è impegnata
nel “regolamentare il funzionamento di Internet…”.
Volendo
leggerla in altri termini, la ennesima dimostrazione del rilievo di Internet
nei nuovi scenari di guerra ibrida e di Political Warfare.

Foto TASS
e Cremlino