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Etiopia: il blocco del carburante sta paralizzando il Paese

Di Tonio Tamene, L’indro, 16
marzo 2018

Impedire
ai camion cisterna di uscire dalla capitale per andare a Gibuti o Khartoum e a
quelli oltre frontiera di entrare in Etiopia.

A seguito
delle dimissioni del Primo Ministro e della dichiarazione dello stato di
emergenza, il movimento di Oromo, Qeerroo  (Libertà ) dal 13
marzo ha iniziato una nuova quanto efficace protesta contro il governo durata
due giorni.
La causa
è stata il blocco del carburante proveniente da Gibuti o Khartoum. In realtà le
prime avvisaglie del boicottaggio erano iniziate due settimane fa, quando la
gente nella capitale parlava di carburante ragionato.
Quello
che due settimane era un confuso disagio ora è diventata una situazione di
emergenza. Il piano per imporre il blocco è semplice. Impedire ai camion
cisterna di uscire dalla capitale per andare a Gibuti o Khartoum e a quelli
oltre frontiera di entrare in Etiopia.
I due
giorni di sciopero hanno gettato la popolazione nel panico e il carburante è
iniziato a scarseggiare creando grossi problemi ai trasporti pubblici. Il
governo etiope ha subito reagito cercando di intercettare le bande di
dimostranti addetti ai vari blocchi stradali. Le autorità hanno rassicurato
sulla esistenza di uno stock di emergenza per evitare la carenza di carburante.
I media
locali affermano che il movimento Oromo intenda bloccare il flusso di
carburante per una settimana. Lo stato di emergenza è stato interpretato come
un chiaro segnale che la minoranza etnica tigrina intenda mantenersi al potere
con lo stratagemma delle finte coalizioni di governo multietniche.
Gli Oromo
accusano il governo di compiere pulizie etniche in varie parti del paese. Da
tempo circola voce di massacri di etiopi di origine somala nelle province al
confine con la Somalia.
Queste
accuse non sono supportate da sufficienti prove ma si intuisce che dei massacri
etnicamente mirati siano stati compiuti in questi mesi. Secondo L’attivista
americano Jawar Mohammed questa nuova forma di boicottaggio è iniziata bene e
sembra efficace.
Gli Oromo
hanno iniziato la loro protesta contro il governo federale sotto controllo
della minoranza tigrina nel 2015. Nel corso del tempo il movimento è riuscito a
coinvolgere l’altra etnia maggioritaria: gli Amara. Entrambi vogliono un
processo democratico, la fine del attuale governo e un vero federalismo dove
tutte le etnie siano rappresentate.
Oromo e
Amara detengono già un nucleo di esercito rappresentato dalla polizia locale.
Consci della mancanza dei tre elementi per una lotta armata di successo, cioè
armi,  addestramento e partner stranieri, i leader ribelli preferiscono
forme di resistenza pacifiche ma non per questo meno dure ed efficaci.
Il
governo reagisce inasprendo la repressione. Nei prossimi mesi la tensione in
Etiopia è destinata ad aumentare. Ma cosa è realmente il movimento Qeerroo
 (Libertà) e chi sono i suoi leader?  Lo scopriremo prossimamente.