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“Woody Allen, un misogino con l’ossessione per le minorenni”. Il Washington Post analizza gli archivi privati del regista

Richard Morgan 05.01.2018
“Ho letto le confessioni private di Woody Allen. È ossessionato dalle minorenni”.

Con questo titolo è apparso sul Washington Post un articolo scritto in prima persona dal giornalista Richard Morgan. Il cronista freelance ha avuto accesso alle 56 scatole di scritti personali del regista donati alla Princeton University, e ne ha raccontato il contenuto, a detta sua “intriso di misoginia”.

“Quella di Allen è un’ossessione per giovani donne e ragazze”, scrive Morgan, sottolineando come i personaggi protagonisti delle sue pellicole siano spesso irresistibili ragazzine e in diverse bozze compaiono trame in cui uomini anziani vivono circondati dalle attenzioni di minorenni. Il regista – che negli anni Novanta era stato accusato di violenza sessuale dalla figliastra Dylan – racconta del bacio rubato all’allora sedicenne Mariel Hemingway, con lui nel film “Manhattan”. Una storia, risalente al 1977, ruotava intorno alla figura di un 45enne che subiva il fascino di giovanissime: accanto al testo compariva la nota, poi cancellata, “Sono io”. “Le sue idee ruotano intorno a il concetto di uomo lascivo e della sua bellissima conquista. Su questo si basano i suoi film (da 24 nomination agli Oscar), e la sua carriera”, commenta Morgan, che trova nelle opere di Allen un’unica formula ricorrente: “una relazione sull’orlo del fallimento che entra nel caos a causa di un estraneo, quasi sempre una giovane donna irresistibile”.
Nell’articolo comparso sul quotidiano americano, vengono riportati alcuni passaggi ritrovati negli archivi. “A volte dovevo fare sesso con lei per avere una performance decente sul set. Lo facevo, ma per me era solo lavoro”, dice Allen dell’attrice Jane Margolin, con lui sul set di “Io e Annie” e “Prendi i soldi e scappa”. E ancora, parlando di Nati Abascal, interprete di “Il dittatore dello stato libero di Bananas”: “Le ho chiesto se sapesse recitare, io ho allungato la mano verso la sua coscia mentre discutevamo dello spettacolo ma lei mi ha bloccato. Abbiamo firmato il contratto ma non prima di averle parlato dell’obbligo sessuale che faceva parte del lavoro di ogni attrice che ha lavorato con me”.
Dopo lo scoppio dello scandalo Weinstein, erano state fortemente criticate le sue parole rilasciate in un’intervista alla BBC: “Non vorremmo mica creare un’atmosfera da caccia alle streghe, un’atmosfera alla Salem, in cui qualsiasi uomo che in un ufficio strizzi l’occhio ad una donna sia costretto poi a chiamare un avvocato per difendersi. Anche questo non è giusto”.
In seguito alle critiche, l’attore e regista aveva fatto prontamente marcia indietro: “Quando dicevo che mi dispiaceva per Harvey Weinstein pensavo fosse chiaro che intendevo che mi dispiaceva perché si tratta di un uomo triste, malato”.