General

Torino, sentenza choc: ‘Uno schiaffo ogni tanto? Non è maltrattamento’

Maria Teresa Moschillo 04.01.2018
Un uomo di 41 anni è stato scagionato dalle accuse di violenza domestica ai danni della moglie perché, secondo il giudice che si è occupato della sentenza, si è trattato di episodi sporadici e avvenuti in contesti particolari.

Si continua a parlare di violenza sulle donne, ma purtroppo alle volte c’è l’impressione che invece di progredire si stiano facendo passi indietro. È il caso di una sentenza emessa dal Tribunale di Torino proprio in queste ultime ore. Come riportato dal Corriere Torino, un 41enne finito sotto processo per aggressioni fisiche e umiliazioni morali ai danni della moglie protratte per anni è stato inspiegabilmente scagionato dalle accuse.
Il motivo? Si tratterebbe di “atti episodici avvenuti in contesti particolari”, quindi non in grado di causare nella vittima “uno stato di prostrazione fisica e morale”. La conclusione è che non sussisterebbero “atti di vessazione continui tali da cagionare un disagio incompatibile con normali condizioni di vita”. Questo è quanto si legge nella sentenza, che ha accolto in sostanza la difesa dell’avvocato Vincenzo Coluccio.
La moglie dell’accusato si è recata in ospedale nove volte in otto anni per le aggressioni del marito, che l’hanno portata ad avere il naso rotto e costole incrinate. Tuttavia, i referti medici non sono bastati. “Non c’è collegamento tra i referti medici portati dall’accusa e le presunte aggressioni. Non tutti gli episodi sono riconducibili ad aggressioni da parte dell’imputato”, è stato detto in aula. La vittima ha sempre parlato genericamente di litigi, che a quanto pare erano all’ordine del giorno. In alcune occasioni, anche la donna si sarebbe scagliata contro il marito e gli stessi figli della coppia per alcuni particolari episodi non sarebbero stati in grado di dire chi dei due abbia mosso violenza per primo. L’imputato è stato condannato a sei mesi di reclusione per aver abbandonato il tetto coniugale e non aver versato il contributo di mantenimento per i figli minorenni, ma non per aver maltrattato sua moglie.
Ecco cosa ha dichiarato in merito la senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare contro il Femminicidio, che spera in una revisione del giudizio in appello: “La sentenza del Tribunale di Torino suscita sconcerto e preoccupazione. La minimizzazione della violenza in un rapporto affettivo non solo rischia di pregiudicare la richiesta di giustizia da parte delle vittime, ma costituisce anche un fattore disincentivante rispetto alle istanze di tutela. Fermare la violenza si può e si deve”.
Il rischio è che con questa sentenza, indubbiamente superficiale, si crei un precedente pericoloso.