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Mutilazioni genitali femminili, linee guida per gli operatori

Minori.it 16 gennaio 2018
Fornire delle indicazioni agli operatori impegnati nell’accoglienza dei richiedenti asilo su come comportarsi di fronte a presunte vittime di mutilazioni genitali femminili, matrimoni forzati o altre pratiche dannose, e su come promuovere il loro accesso a risorse adeguate e sicure e alla protezione internazionale per ragioni legate alla violenza subita: sono questi gli obiettivi delle Linee guida per il riconoscimento precoce delle vittime di mutilazioni genitali femminili o altre pratiche dannose, disponibili online sul sito del Dipartimento per le pari opportunità.

«Le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati – si spiega nel documento – sono infatti forme di violenza contro le donne basate sul genere che possono – se riferibili alla donna richiedente asilo – costituire atti di persecuzione ai sensi della Convenzione di Ginevra delle Nazioni Unite sullo statuto dei rifugiati del 1951, e della Direttiva Qualifiche dell’Unione Europea. La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) impegna le Parti a garantire che la violenza contro le donne basata sul genere, incluse le mutilazioni genitali femminili e il matrimonio forzato, possa essere riconosciuta come una forma di persecuzione ai sensi dell’articolo 1, lett. A, co. 2 della Convenzione relativa allo status dei rifugiati del 1951 e come una forma di grave pregiudizio che dia luogo a una protezione sussidiaria».


Le Linee guida – curate dall’Associazione Parsec, dall’Università di Milano-Bicocca e da altre realtà – si rivolgono agli operatori dei Cpsa (Centri di primo soccorso e accoglienza), dei Cda (Centri di accoglienza) e dei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo).


I primi capitoli della pubblicazione tracciano un quadro generale sul fenomeno delle mutilazioni genitali femminili (tipologie, diffusione della pratica nel mondo e in Italia, conseguenze sociali e sanitarie, ecc.) e sul fenomeno dei matrimoni forzati, mentre la seconda parte del volume offre indicazioni e consigli agli operatori.