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“Mia figlia si è suicidata per colpa dei bulli. Venite al funerale a vedere la devastazione causata dai vostri gesti”

Silvia Renda 10/01/2018
Amy “Dolly” Everett da piccola era diventata famosa in Australia come testimonial di una campagna pubblicitaria di una nota azienda che produce cappelli.

Adesso il suo volto è stato prestato a un’altra campagna: quella contro il bullismo. La 14enne si è tolta la vita, secondo la denuncia dei genitori per colpa delle derisioni e gli attacchi subiti sui social network. I genitori hanno quindi lanciato un appello affinché “il caso di Dolly aiuti a non perdere altre vite”.

“Vorrei ringraziare tutti per le parole gentili e di supporto”, ha scritto il padre, Tick Everett,in un messaggio apparso sul suo account Facebook, rompendo il silenzio dopo l’accaduto, “La vostra solidarietà è un esempio di come i social media dovrebbero essere utilizzati”.
Ciò che ha subito Dolly, al contrario, è il volto negativo del social, quello che li trasforma in un arma nelle mani dei bulli: “So che un suicidio è considerato un atto codardo, ma vi garantisco che il mio angelo aveva una gran forza. Voleva sfuggire al male di questo mondo, ma non conoscerà mai il dolore che ha lasciato alle spalle”.
Quel male, quel dolore, il padre vuole che venga toccato con mano da chi pensa abbia spinto la figlia a compiere il gesto: “Se pensate che il bullismo sia uno scherzo, se vi sentite superiori, leggete questo post, venite al funerale e assistete alla devastazione che avete creato. Se possiamo aiutare altre vite preziose a uscire dallo smarrimento e dalla sofferenza, la vita di Doll non sarà sprecata”.
Sui social molti hanno accolto l’invito della famiglia, diffondendo la storia, accompagnandola con l’hashtag #stopalbullismo. Anche l’azienda Akubra, di cui Dolly fu testimonial da piccola, ha voluto lasciare un ultimo saluto alla ragazza dai suoi account: “Questo non è un post facile da scrivere. Siamo rimasti scioccati e angosciati nel sentire quanto accaduto a “Dolly”.Pensare che qualcuno possa sentirsi così schiacciato, che veda la morte come unica via d’uscita, è incomprensibile. Il bullismo è inaccettabile. Dolly potrebbe essere la figlia di qualcuno, la sorella, l’amica. Dobbiamo assicurarci che chiunque sia in crisi sappia che c’è sempre qualcuno con cui parlare”.