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Si muove l’Iran. Dopo le proteste di piazza contro il carovita e gli arresti, oggi sfilano i pro-regime

Huffington Post 30.12.2017
Rare, ma mai banali, le proteste di piazza in Iran.

Per il terzo giorno consecutivo, migliaia di persone hanno sfilato a Teheran e nelle altre grandi città per chiedere un miglioramento della situazione economica e pressione al governo del presidente Hassan Rouhani. Manifestazioni originate sui social network e diventate una forma di protesta contro le rigidità del regime e per la libertà dei prigionieri politici. Si sono registrati scontri tra i manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa davanti all’Università di Teheran. “A differenza delle proteste in corso in varie città contro la situazione economica e i prezzi alti, quella di fronte all’università di Teheran è politica”, ha scritto l’agenzia di stampa Fars. Gli studenti ripetono uno slogan che contesta quella che viene definita una maggiore attenzione del governo di Teheran per gli affari regionali piuttosto che per i problemi interni: “Non per Gaza, né per il Libano. La mia vita per l’Iran”.

Il ministro dell’Interno iraniano Abdolrahman Rahmani Fazli ha invitato i cittadini a “non partecipare a questi raduni illegali in quanto creeranno problemi a se stessi e agli altri”.
Le autorità hanno comunicato nei giorni scorsi di avere arrestato dei manifestanti. Non si conoscono i numeri precisi, ma un funzionario ha riferito di 52 arresti solo a Mashhad, dove la protesta ha avuto inizio. “Arrivano notizie di proteste pacifiche da parte di cittadini iraniani stufi della corruzione del regime e dello sperpero della ricchezza della nazione per finanziare il terrorismo – ha twittato Donald Trump, che affronta con crescente ostilità il rapporto con l’Iran – Il governo iraniano dovrebbe rispettare i diritti del proprio popolo, incluso il diritto di esprimersi. Il mondo sta guardando! #iranprotests”. Da parte sua la portavoce del dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, ha invitato “tutte le nazioni a sostenere pubblicamente il popolo iraniano e le sue richieste di diritti fondamentali e della fine della corruzione. I leader iraniani hanno trasformato un paese prospero, che vanta una ricca storia e una grande cultura, in uno stato canaglia alla deriva, i cui leader esportano violenza, spargimenti di sangue e caos”, ha aggiunto.
L’Iran ha definito oggi “opportunistiche” le dichiarazioni del presidente Usa. “Il popolo iraniano non dà alcun valore né credito alle dichiarazioni opportunistiche dei funzionari americani e di Trump”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Bahram Ghassemi.
Sui social network sono rimbalzate le immagini delle proteste, registrate anche nelle città di Mashaad, Neyshabur, Kamshmar, Shahrud, Rasht, Tabriz e Isfahan. Secondo quanto filtrato su Telegram e Instagram, i manifestanti scandivano slogan contro il presidente Hassan Rohani o “Indipendenza, libertà, repubblica iraniana”. Tra gli slogan anche quelli che sembravano inni in memoria dell’ultimo Scià di Persia, Mohamed Reza Pahlevi, rovesciato nel 1979 dalla rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeini. Tra gli slogan più scanditi quelli contro il clero sciita, accusato di condurre una vita agiata e non in empatia con i problemi reali della società: “La nazione mendica, mentre il clero vive come Dio”. Slogan anche contro le spese del regime per alcuni Paesi della regione mentre la popolazione attraversa difficoltà economiche. Centinaia di persone hanno addirittura manifestato nella città santa del canto di Qom.
Le proteste di piazza sono piuttosto rare in Iran sin dall’inizio della rivoluzione di Khomeini nel 1979. L’Ayatollah Ali Khamenei rappresenta il fronte conservatore, ma evidentemente il popolo della protesta sta incolpando anche il presidente Rouhani, moderato, di non aver dato corso alle riforme economiche e sociali promesse. Nel 2009, il regime di Teheran si trovò a dover affrontare il “movimento dell’Onda Verde”, organizzato dai riformisti iraniani dopo l’elezione a presidente di Mahmud Ahmadinejad. Quelle del 2009 furono le proteste più importanti e significative nella storia recente dell’Iran e furono represse duramente.
La risposta del regime è nella contromanifestazione di oggi. Decine di migliaia di sostenitori del regime sono sfilati a Teheran e in altre città, documentate con grande risalto dalla tv di Stato. Le marce odierne cadevano tra l’altro nell’anniversario della grande manifestazione che mise fine alla protesta del 2009. “Morte alla sedizione”, la scritta su molti cartelli, in riferimento al tentativo nel 2009 di rovesciare il regime.