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Nel 2017 sempre più bambini sotto attacco

ANGELA ROSSI 28.12.2017
“Nei conflitti in tutto il mondo i bambini sono stati utilizzati come scudi umani, uccisi, mutilati e reclutati per combattere. 

Stupro, matrimonio forzato, rapimento e riduzione in schiavitù sono diventate delle tattiche normali nei conflitti in Iraq, Siria, Yemen, Nigeria, Sud Sudan e Myanmar”. E’ quanto si legge nell’ultimo rapporto redatto dall’Unicef che denuncia come nel 2017 i bambini che vivono nelle zone di conflitto in tutto il mondo hanno subito un numero impressionante di attacchi.

Leggi internazionali palesemente ignorate
Il Fondo delle Nazioni unite per l’Infanzia, inoltre, ha denunciato, come tutte le parti in conflitto hanno palesemente ignorato le leggi internazionali per la protezione dei più vulnerabili. 
In particolare quest’anno in Afghanistan sono stati uccisi circa 700 bambini nei primi 9 mesi dell’anno; nel nord est della Nigeria e in Camerun, Boko Haram ha costretto almeno 135 bambini ad agire in attacchi bomba suicidi, un numero 5 volte più elevato rispetto al 2016; in Iraq e in Siria, i bambini sono stati usati come scudi umani, sono stati intrappolati sotto assedio, sono diventati obiettivi di cecchini e hanno vissuto intensi bombardamenti e violenze. In Myanmar i bambini rohingya hanno sofferto e assistito a terribili e diffuse violenze, sotto attacco e costretti a lasciare le loro case nello Stato di Rakhine, mentre i bambini nelle aree di confine negli stati di Kachin, Shan e Kayin continuano a patire le conseguenze delle tensioni in corso tra le Forze Armate del Myanmar e i gruppi armati delle diverse etnie; in Yemen, secondo dati verificati, dopo circa 1.000 giorni di combattimenti, almeno 5.000 bambini sono morti o sono stati feriti, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto.
Oltre 11 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. Degli 1,8 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione, 385.000 sono malnutriti gravemente e rischiano di morire se non riceveranno urgentemente cure.


Rispettare gli obblighi internazionali
“I bambini sono stati obiettivi e sono stati esposti ad attacchi e violenze brutali nelle loro case, scuole e parchi giochi”, ha dichiarato Manuel Fontaine, Direttore dei Programmi di Emergenza dell’Unicef. “Questi attacchi continuano anno dopo anno, ma non possiamo diventare insensibili. Violenze di questo tipo non possono rappresentare una nuova normalità”. L’Unicef ha chiuso il dossier chiedendo a tutte le parti in conflitto di rispettare gli obblighi del diritto internazionale per porre immediatamente fine alle violazioni contro i bambini e all’utilizzo delle infrastrutture civili – come scuole e ospedali – come obiettivi.