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Una donna nera, niente di più

di Francesca Tramontana
C’era un tempo in cui
Mi vergognavo della mia pelle 
Subivo scherzi strazianti 
Da tutti i miei amici.

Certamente non erano fatti
Per farmi sentire così
Ma essere nera mi mortificava molto.

“Africana, carbone, Baby Nera”,
Sentivo
Ma nessuno notava o sapeva 
Che avevo lacrime silenziose.

Quei nomi divennero nomignoli e
Ogni giorno li sentivo a scuola 
Perché quando ero giovane e crescevo 
Giocavo secondo le regole dei miei coetanei.
Un giorno, quando ancora ero piccola,
Mio padre ci lasciò
Sposò una donna bianca
Che attirava ogni suo bisogno.

Allora mi vergognai davvero della mia pelle, 
Pensavo fosse bruttissima,
Pensavo che la donna bianca avesse qualcosa 
Che io mai avrei potuto avere.

Ma un giorno, quando ancora ero bambina,
Incontrai una donna più scura di quanto fossi io, 
Lei adorava e vantava che il suo 
Colore era un dono dall’alto.

Mi disse che ero bellissima –
Cosa che nessuno aveva mai fatto.
Mi disse: “la tua pelle è
Così nera e liscia-
Come la perfezione del sole”.

Mi disse: “per abbinarsi alla bella pelle nera
I tuoi denti sono bianchi come la neve 
E sono sicura che li mostrerai 
Ovunque andrai”.

Mi diceva questo ogni giorno
E le sue parole iniziarono a espandersi.
Arrivarono ad altre persone 
Che non avevo mai incontrato.

Le parole dei miei amici mutarono in,
“Lasciami accarezzare la tua faccia
E fammi vedere il tuo sorriso”-
Sorella, sei bellissima-
Sii orgogliosa del colore della tua pelle.

Adesso non mi vergogno più della mia pelle 
Nonostante gli ostacoli che potrà portarmi.
Proclamo al mondo intero che sono
Una Donna Nera, l’elemento della primavera.

Fiorisco di felicità
E orgoglio dentro me
Perché Sono Una Donna Nera
E non vorrei essere niente di più.