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Lo stalking non si estingue più con un risarcimento

La Commissione giustizia della camera approverà l’emendamento e, dal 14 novembre, il reato di stalking non si potrà riparare con un indennizzo.

Dal 14 novembre, con l’approvazione di un apposito emendamento, la Commissione giustizia della camera stralcerà lo stalking dall’elenco dei reati a cui si può riparare se l’autore ha risarcito la vittima.
L’emendamento è stato presentato da Mara Carfagna e ha ricevuto l’appoggio del Pd. La senatrice dem Francesca Puglisi ha proposto inoltre che un giudice non possa più sollevare dagli addebiti coloro i quali, imputati di stalking, hanno acconsentito a risarcire la vittima senza il parere di quest’ultima.
Una contromisura attuata perché, con l’introduzione lo scorso giugno dell’articolo 162 ter del nuovo codice penale, si è aperta una breccia proprio in materia di stalking che sembrava essere depenalizzato tramite una condotta riparatoria, in questo caso di tipo economica.
Il 27 giugno scorso le principali sigle sindacali del paese hanno segnalato questa anomalia che a molti era sembrata una depenalizzazione del reato introdotto nell’ordinamento giuridico italiano nel 2009 e punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva quindi promesso che si sarebbe adoperato per una modifica della legge affinché non nascessero dubbi interpretativi.
Con l’approvazione dell’emendamento, dal 14 novembre, non sarà più sufficiente procedere con un risarcimento per smacchiarsi del reato di stalking, come invece è avvenuto lo scorso ottobre a Torino laddove un uomo è stato assolto dopo avere versato 1.500 euro alla sua vittima, pedinata per oltre 2 mesi.